Disuguaglianze

I diritti sono di tutti, o sono solo privilegi.
In questi cinque anni abbiamo combattuto le disuguaglianze con gli strumenti dell’inclusione, mettendo al centro di ogni azione la persona, con i suoi bisogni e i suoi desideri, le sue fragilità e i suoi talenti.
Lo abbiamo fatto con politiche per tutte le famiglie; allargando i posti di accoglienza per profughi (da 36 a 86); costruendo una rete strutturata di servizi per le persone senza dimora che ci permette di lavorare programmando e investendo e non nell’emergenza.
Abbiamo aperto spazi di confronto e supporto per adolescenti e anziani, a maggior ragione dopo la pandemia, creato un centro contro le discriminazioni LGBTQIA+ e sottoscritto con tutte le istituzioni un protocollo di azioni contro la violenza.
Abbiamo aperto per la prima volta servizi di riduzione del danno e prevenzione del rischio sulle dipendenze.
Se cinque anni fa Padova era nota alle cronache per le fiaccolate xenofobe, oggi è modello di accoglienza, di innovazione sociale e di inclusione a livello nazionale.
Vogliamo proseguire sulla strada dell’innovazione nella difesa dei diritti che abbiamo tracciato in questi primi 5 anni, per essere sempre pronti ad affrontare una società in continua trasformazione.

ANTONELLA AGNOLI IMMAGINA LA BIBLIOTECA PER LA CITTA’.

ANTONELLA AGNOLI IMMAGINA LA BIBLIOTECA PER LA CITTA’.

Padova, Casa di Quartiere Arcella Ex Marchesi, 9 marzo 2024

 

Una sala stracolma di gente, interessata e vivacemente partecipe, ha ascoltato Antonella Agnoli descrivere quale biblioteca sia oggi necessario immaginare e progettare, uno spazio reale e vivo di condivisione e scambio culturale. Uno spazio da costruire nella convergenza di interessi dei cittadini, come singoli e come comunità, nel quale portare domande e interessi, cercando insieme risposte e soluzioni alle aspettative e ai bisogni di ognuno. Una biblioteca che non sia solo scaffali e libri a prestito, banconi e aree per la lettura e lo studio, individuale, silenzioso, asettico. Una vera piazza del sapere condiviso,
sulla quale si affacciano e si esprimono mondi diversi capaci di convivere.
Da tempo Coalizione Civica Padova pensa alla realizzazione di una biblioteca così, in un quartiere come l’Arcella, dove la crescita demografica aumenta ancora, la popolazione accoglie molti stranieri, dove è vivace il confronto delle idee e delle aspettative e si dà spazio a molteplici iniziative culturali, sociali, artistiche. Una nuova biblioteca che faccia da
attivatore per ripensare le biblioteche del sistema, dalla Civica a quelle nei quartieri.
Antonella Agnoli, raccontando di molte biblioteche, in Italia e nel mondo – alcune riprogettate e gestite, altre visitate e studiate, altre ancora immaginate e realizzate – ci ha fatto comprendere quanto questi luoghi devono ritornare ad essere (anche) spazi quotidiani di prossimità, luoghi che permettono incontri casuali e vitali.
Gli spazi dell’ex Coni in quartiere, individuati dall’Amministrazione cittadina, possono sembrare ristretti per ospitare tutti i nostri sogni, ma sono spazi ideali per la biblioteca, che vanno difesi dai tentativi di farne vetrina anziché piazza, appunto. Spazi che, dice Agnoli, dovranno essere flessibili, plurivalenti, e fondersi collaborando con tutte le funzioni dell’edificio. Il bar-ristorante, la sala di quartiere, le stesse abitazioni, devono essere sentiti come parti interconnesse e dialoganti, con funzioni intercambiabili di un unico progetto con la biblioteca, prevalentemente presente nel primo piano, che si fa snodo e passaggio.
Antonella ha sottolineato quanto sia fondamentale che il progetto della nuova biblioteca preveda uno studio approfondito per l’allestimento, inteso come aree tematiche, gli arredi, le luci, capaci di accogliere diverse età e funzioni. Ma affinché la biblioteca sia organismo vivo, altrettanto essenziale è la presenza di personale competente ed empatico, capace di
ascoltare, di intercettare, di accompagnare; nella scelta e nella ricerca dei libri e di tutti gli altri media (ché non vogliamo solo libri in questa biblioteca) certo, ma più di tutto nell’accogliere domande, bisogni, desideri dei singoli che fanno poi la comunità.
Per realizzare questo progetto, è assolutamente necessaria la partecipazione attiva, fin da ora, della cittadinanza tutta, a partire dei bambini e dei ragazzi, passando per le famiglie, coinvolgendo tutte le figure che abitano e operano nel quartiere, per essere in grado di sottoporre a chi governa la nostra città una proposta che sia davvero il risultato di un processo partecipato, democratico e rispettoso di tutte le istanze.
C’è tanto ancora da fare, e tanto, ma ne vale la pena. C’è un po’ di tempo – il tempo del cantiere – ma non così tanto se pensiamo a tutto quel che è necessario pensare e realizzare, solo a scorrere le suggestioni e le riflessioni mosse dall’incontro con Antonella Agnoli. E serve muoversi subito perché l’amministrazione trovi le risorse finanziarie per
rendere reale e concreto il grande investimento della costruzione del nuovo edificio: noi vogliamo riempirlo di voci (e non solo quelle degli indici de libri), di senso, di possibilità, di spazi che respirano e vivono, tutti i giorni. Anche la sera, ci piacerebbe.
E serve, subito, un gruppo di lavoro forte, preparato, ampio e determinato. Serve una visione e serve un piano delle azioni. E con il nostro secondo appuntamento di questo percorso “La città in biblioteca” che sarà il flash mob del prossimo 13 aprile in Piazza Azzurri d’Italia, vi invitiamo a partecipare ad un primo esercizio di immaginazione per chiedere all’Amministrazione di condividere fin da ora le prossime decisioni operative con un comitato di esperti e cittadini.

 

Nota bibliografica:
Antonella Agnoli è una instancabile viaggiatrice tra persone e libri. Le sue mete sono i luoghi della conoscenza condivisa, in Italia e nel mondo. I suoi interlocutori sono coloro che li progettano, li amministrano, li frequentano. Il suo libro Le piazze del sapere (Laterza, 2009) ha cambiato il modo di pensare alle biblioteche e alle città. Con La casa di tutti (Laterza, 2023) ci accompagna in un affascinate viaggio, facendo tappa in moltissime delle biblioteche, attraverso significativi progetti di interazione tra sapere, lettura e cittadinanza. Da citare anche Caro sindaco parliamo di biblioteche (2011) e La biblioteca che vorrei (2014).

 

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UNA CITTÀ IN BIBLIOTECA

UNA CITTÀ IN BIBLIOTECA

 

 

Qui il pdf scaricabile con spiegazioni e una breve storia della questione:

Biblioteca Bambini Ragazzi flash mob

 

E qui il pdf scaricabile dell’incontro con Antonella Agnoli presso la Casa di Quartiere (ex Marchesi):

LA CASA DI TUTTI di Antonella Agnoli

 

 

                                  

 

QUANTO PESANO EQUITÀ E GIUSTIZIA EDUCATIVA A PADOVA (E IN ITALIA) ?

QUANTO PESANO EQUITÀ E GIUSTIZIA EDUCATIVA A PADOVA (E IN ITALIA) ?

 

La Giunta regionale di destra si vanta di arrivare per prima a tagliare risorse alla scuola pubblica, seguendo pedissequamente le istruzioni dettate dal Governo nazionale sui dimensionamenti scolastici. Tradotto: riduzione delle dirigenze e delle segreterie amministrative per garantire un risparmio economico, nella sola Padova, di 300.000 euro.

Nel concreto, dal prossimo anno scolastico spariranno due Istituti Comprensivi: il 4° IC Rosmini, all’Arcella e il 12° IC Don Bosco, a Paltana, Mandria e Voltabrusegana. Non chiudono plessi, sedi, scuole. Bambinə e ragazzə non dovranno cambiare sede.

Qual è il problema, allora? Lo spezzatino delle scuole dimensionate, come lo hanno chiamato genitori e insegnanti che da giorni protestano contro questa scelta, toglie importanti risorse per la gestione di tutte le aree fondamentali per garantire equità e giustizia educative. Un Dirigente gestirà scuole più grandi; il personale docente che da tempo sviluppa progetti ancorati alle realtà territoriali locali le vedrà crescere in dimensione e numero di minori; un unico Direttore dei Servizi Generali di Segreteria (DSGA) gestirà più personale amministrativo e collaboratori; lə insegnanti che in ogni Istituto sono responsabili dei percorsi di inclusione per garantire a tuttə il diritto di apprendere in contesti sociali positivi, referenti dell’orientamento, del contrasto alla dispersione scolastica, subiranno un ridimensionamento numerico che si tradurrà nella riduzione della capacità di presa in carico delle situazioni di fragilità e di marginalità.

Tutto questo succede all’Arcella, uno dei territori di Padova che più esprime ricchezza di differenze, che dimostra forti prospettive di crescita demografica e che richiede risposte educative importanti, in termini di quantità e qualità.
Ma succede anche a Paltana, Mandria, Voltabrusegana, dove un presidio fisico di una dirigenza scolastica consapevole delle dinamiche demografiche ed educative locali è fondamentale per il sostegno alla crescita della comunità educante che stava sviluppandosi anche attraverso iniziative delle famiglie tra scuola e territorio.

A fronte dell’aumento dell’abbandono scolastico e delle fragilità dellə minori, come si può cantare vittoria per il taglio di 300.000 euro l’anno? Quanto pesano il benessere educativo e il futuro di bambinə e ragazzə a Padova? Quanto pesa garantire equità e giustizia educativa a tuttə e a ciascunə?

 

 

25 NOVEMBRE. GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

25 NOVEMBRE. GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, sentiamo necessario manifestare cordoglio, rabbia e dolore, ma anche interrogarci su come possiamo combattere la cultura patriarcale che nutre la violenza maschile contro le donne.
Nessunǝ è immune: individui, istituzioni, luoghi di lavoro, comunità di convivenza civile, scuole e università. Siamo convintə che per disarmare la violenza contro le donne sia necessaria una rivoluzione culturale che attende da troppo tempo di essere innescata.
Per questo Coalizione Civica per Padova vi aspetta in corteo sabato 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ritrovo a Porta Portello alle ore 14:30.

Qui l’evento Facebook con gli aggiornamenti in tempo reale.

L’ACCOGLIENZA NON È UN’EMERGENZA. VA AFFRONTATA CON SCELTE STRATEGICHE LUNGIMIRANTI.

L’ACCOGLIENZA NON È UN’EMERGENZA.

VA AFFRONTATA CON SCELTE STRATEGICHE LUNGIMIRANTI.

(Comunicato di Coalizione Civica per Padova; 18.08.2023)
Non possiamo che esprimere il nostro apprezzamento in ordine al comunicato del sindaco di Padova sui criteri di gestione dell’imminente arrivo nel nostro territorio di un cospicuo numero di persone migranti reduci dai recenti sbarchi e salvataggi. Condividiamo la scelta di non creare grossi concentramenti, tantomeno in strutture chiuse (Hubs), di perseguire finalità di effettiva accoglienza, diffusa e non segregativa, di evitare ogni allarme sociale, connesso a strumentali retoriche di respingimento, di sollecitare una proficua collaborazione tra le autorità competenti, segnatamente con la prefettura, per la soluzione ottimale delle necessità.
Ricordiamo inoltre che a partire dalla scorsa amministrazione il comune di Padova si è distinto per una chiara presa di posizione nel senso di mettere la persona al centro delle proprie politiche, persona con i suoi bisogni ma anche con i suoi talenti e i suoi desideri, perché solo così si fa la vera inclusione. Per questo è necessario, innanzitutto, sollecitare e monitorare presso le autorità competenti la corretta (e rapida) espletazione delle procedure per l’accoglienza, del diritto d’asilo e della concessione dei permessi di soggiorno, procedure che hanno raggiunto durate davvero estenuanti. E per questo ribadiamo l’urgenza di reperire risorse abitative nel territorio urbano più stabili ed effettivamente diffuse, con utilizzo anche dell’ampio patrimonio di strutture vuote, sfitte e inutilizzate, rifiutando contestualmente le prassi (illegittime) di svuotamento forzato delle strutture di accoglienza in atto in queste settimane in base alle indicazioni governative, con la conseguenza di lasciare senza casa e senza rete sociale persone che vivono in città. Quindi casa, lavoro e servizi di base per garantire condizioni di vita dignitose alle persone accolte. È poi necessario mantenere aperto con la Prefettura il monitoraggio degli esiti delle misure attivate, al fine di rilevare l’effettività dei processi di accoglienza e inserimento sociale, e al contempo offrire di tutto ciò una corretta e sistematica informazione alla cittadinanza, al fine di diffondere un’adeguata percezione di effettiva sicurezza e sventare allarmismi e rigurgiti razzisti.
Non è più (se mai lo è stata) un’emergenza; serve una visione di lungo periodo, che assicuri rispetto del diritto, dei diritti, inclusione e coesione sociale.

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

Il tema sono bambine e bambini che crescono in famiglie composte da persone dello stesso sesso e la scelta di dare un’alternativa all’adozione per il riconoscimento di entrambi i genitori, che richiede l’approvazione di un giudice ed ha tempi lunghi, oltre ad essere costosa e ad avere esiti incerti.
Tuttavia, è l’unica strada per moltissime famiglie di vedere riconosciuto un diritto fondamentale: quello di avere le stesse tutele di tutti gli altri nuclei familiari, in particolare per le figlie e i figli.
Quanto fatto da alcuni comuni italiani, tra cui anche Padova, ossia porre rimedio a questa terribile ingiustizia facendo accedere alla registrazione automatica all’anagrafe – grazie a quella che in realtà è una corretta e minuziosa applicazione della legge – in questi giorni sta subendo un drammatico stop dal Viminale.
Negli stessi giorni è arrivato anche il no della Commissione Politiche europee del Senato alla proposta di adozione di un certificato europeo in base al quale il riconoscimento come genitori sarebbe uniforme in tutti gli stati europei.
Nei fatti le azioni del Governo hanno un solo effetto: perpetrare disuguaglianze, ridurre tutele, rendere la vita di migliaia di famiglie più complessa, difficile e rischiosa.
Dopo aver utilizzato i migranti, questo governo si abbatte in maniera indecente sulla vita delle persone e la serenità di queste famiglie per distogliere l’attenzione dai disastri che sta realizzando con le sue politiche.
Sosteniamo convintamente la scelta del Sindaco Sergio Giordani e di Francesca Benciolini Assessora del Comune di Padova di proseguire sulla strada intrapresa, perché rende Padova una città più giusta.

[dal post di Marta Nalin]

Sta succedendo quello che sapevamo.

La postura di questo governo è reazionaria, al servizio dei poteri forti e violenta in molte delle sue espressioni.
Già l’Italia non sta
va tra i primi posti, ora abbiamo messo la retromarcia.
Ogni giorno facciamo un passo indietro.
L’abbiamo visto con la guerra alle persone più povere, attraverso il taglio al reddito di cittadinanza, con la volontà di aumentare il precariato, prima allargando il campo di applicazione dei voucher e poi con la volontà dichiarata di tornare al jobs act di Renzi, sostanzialmente facendo tabula rasa del Decreto Dignità. E ancora la tragedia di Cutro, la scuola del merito, il silenzio sull’antifascismo.
Oggi sono sotto grave attacco i diritti civili.
Sono gravi le dichiarazioni di esponenti della maggioranza di Governo in materia di riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. C’è chi accusa i genitori di “spacciare” per loro il figlio che chiedono di riconoscere, c’è chi ancora parla di disumanità e di contrarietà alla natura, di trafficanti di clandestini e di bambini, chi addirittura ritiene la maternità surrogata un fatto più grave del reato di pedofilia.
È grave che la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato abbia approvato una risoluzione contraria alla proposta di Regolamento europeo per l’adozione di un certificato europeo di filiazione, privando dei diritti fondamentali 2 milioni di bambine e bambini europei.
È grave che il Ministro degli interni abbia ordinato ai prefetti di vietare ai Comuni il riconoscimento di figlie e figli delle coppie omogenitoriali, a Padova 32 dal 2017 ad oggi.E poi c’è un’altra Italia, quella delle persone.
E delle amministrazioni comunali, che, invece, cercano di stare al passo con la realtà di fronte all’inerzia o all’arretramento del legislatore nazionale. Perché hanno la responsabilità di garantire i diritti di chi fa parte della comunità cittadina, perché sanno guardare oltre confine verso le esperienze più innovative, e così rispondono con concretezza e fantasia ai bisogni e alle istanze di chi abita il territorio comunale.
Anche il Comune di Padova, come si è fatto negli scorsi anni anche grazie a Coalizione Civica per Padova, sceglie di resistere all’arretramento e rilancia per costruire una società più giusta contro parole e azioni sbagliate. Non ci lasceremo intimidire.

[dal post di Chiara Gallani]
Condivido le parole precise di Marta Nalin
Le realtà locali da tempo sono entrate nel campo della tutela dei diritti civili, per mantenere coesa, viva e dignitosa la comunità di persone che rappresentano.
Gli stessi diritti civili su cui Parlamento e Governo agiscono con lentezza o addirittura con una violenta retromarcia, come quella a cui stiamo assistendo
Oggi è tempo di presidiare quei diritti, e di farlo assieme: persone, comunità, movimenti politici, amministrazione.

MA QUANDO TORNO A PADOVA… TROVERÒ CASA?

MA QUANDO TORNO A PADOVA… TROVERÒ CASA?

Poche sere fa, il 5 dicembre ’22, si è svolto il primo degli incontri sull’abitare a Padova, organizzati dal Gruppo di Lavoro Bilancio di Coalizione Civica, a Palazzo Moroni.

Relatrici Carlotta Caciagli, dottoressa di ricerca in sociologia e scienza politica presso la Scuola Normale Superiore, esperta di politiche abitative e movimenti sociali, e Marta Nalin, capogruppo in consiglio comunale per CCP, ex-assessora.

Moderatore dell’incontro Paolo Roberti.

Qui il link alla videoregistrazione dell’incontro: https://fb.watch/heKXlV1vHm/

E’ stato il primo di una serie di incontri, nei quali si cercherà di introdurre una più ampia traversata delle questioni intorno all’abitare: gli affitti brevi (Airbnb), l’edilizia popolare e i suoi fallimenti, gli appartamenti sfitti e cosa può fare il Comune per incentivarne l’utilizzo, la sistematica esclusione dai contratti di affitto di chi viene percepito come diverso, l’aumento della popolazione universitaria e le carenti politiche della Regione Veneto nella fornitura di alloggi per studenti.

L’obiettivo è costruire, insieme ad associazioni e sindacati (alcune già presenti al primo incontro), una proposta organica per un cambio radicale della qualità dell’abitare a Padova e renderlo, in ogni sua accezione, inclusivo.

 

MOZIONE IN CONSIGLIO SULL’EMERGENZA ABITATIVA IN CITTÀ

MOZIONE IN CONSIGLIO SULL’EMERGENZA ABITATIVA IN CITTÀ

Estratto da PadovaOggi

https://www.padovaoggi.it/attualita/mozione-casa-coalizione-civica-nalin-28-settembre-2022.html

Attraverso una mozione presentata oggi 28 settembre in Consiglio Comunale sono state suggerite dai gruppi di maggioranza una serie di azioni per favorire le politiche abitative e fronteggiare il fenomeno dell’emergenza abitativa. Mozione approvata poi in serata senza il voto dell’opposizione (2 contrari – Mosco e Mazzarolli – e 7 assenti). Tra le azioni richieste, oltre alla riduzione Imu per locazioni a canone concordato e sostegni economici all’affitto per le persone in difficoltà economica, la costituzione di una Agenzia sociale per la casa per favorire la mobilità nel settore della locazione attraverso il reperimento di alloggi da destinare all’emergenza abitativa ed il ripristino della Consulta per le politiche abitative, con funzioni di osservatorio sul diritto all’abitare e di verifica dell’evoluzione della condizione abitativa a Padova.

I firmatari

A portala in aula è stata la consigliera Marta Nalin, capogruppo di Coalizione Civica: «Il diritto all’abitare è fuori dall’agenda politica da decenni, mancano un pensiero e delle azioni a livello nazionale e regionale. Questa carenza ha l’effetto di acuire le disuguaglianze esistenti nella società. Nella crisi che stiamo vivendo la platea delle persone che faticano a trovare e tenere una casa si sta allargando sia nel numero sia nella composizione, coinvolgendo sempre più la popolazione studentesca, le famiglie giovani, le persone anziane sole.  Per questo abbiamo scelto di scrivere una mozione che chieda all’amministrazione di mettere al centro della propria azione amministrativa le politiche dell’abitare, con un approccio che partendo dalle persone con le loro esigenze e la loro complessità coinvolga tutti i settori del Comune. Perché la casa non è solo muri e tetto ma è l’ambiente nel quale si vive e quindi i servizi, il trasporto, il verde, i luoghi di socialità e di cultura, il commercio e le strade. Con questa mozione invitiamo la Giunta a proseguire nella direzione intrapresa nella scorsa legislatura valorizzando il patrimonio di edilizia residenziale comunale, guidando la rete territoriale che funga da osservatorio sul diritto all’abitare, investendo risorse sicure nei servizi di accompagnamento all’abitare e nel fondo sostegno affitti con l’attivazione dell’agenzia per l’abitare quale soggetto a guida pubblica capace di mettere in pratica azioni concrete per garantire sul nostro territorio questo diritto». La mozione porta la firma anche dei consiglieri Chiara Gallani, Marco Concolato, Alessandro Tognon, Simone Pillitteri e Paolo Sacerdoti.

 

Estratto dal post FB di Marta Nalin:

EMERGENZA ABITATIVA IN CITTÀ
Come gruppo consiliare Coalizione Civica per Padova abbiamo scelto di scrivere una mozione che chiede all’amministrazione di mettere al centro della propria azione le politiche dell’abitare, con un approccio che partendo dalle persone con le loro esigenze e la loro complessità coinvolga tutti i settori del Comune. Perché la casa non è solo un tetto e quattro muri, ma è l’ambiente nel quale si vive e che quindi richiede servizi diffusi, trasporto pubblico capillare ed efficiente, verde fruibile, luoghi di socialità e cultura, commercio di prossimità e tanto altro.
Il diritto all’abitare è fuori dall’agenda politica da troppo tempo, mancano un pensiero, un investimento strutturale e delle azioni concrete, in particolare a livello nazionale e regionale.
Servono tante risorse, perché aumentano le diseguaglianze, la platea di persone che fatica a trovare e tenere una casa si sta allargando sia nel numero sia nella composizione, coinvolgendo sempre più la popolazione studentesca, le famiglie giovani, le persone anziane sole, le persone senza dimora, una platea eterogenea dal punto di vista socio-economico, culturale, anagrafico.
E infatti le cause della compressione del diritto all’abitare sono diversificate e vanno dal generale impoverimento della popolazione, alla crisi energetica, dalla vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica da parte della Regione, all’esplosione degli affitti brevi e delle locazioni turistiche.
Questa mozione prende spunto dai lavori dell’Osservatorio nazionale sulle politiche abitative e di rigenerazione urbana e dal lavoro fatto in altre città, dal comune di Bologna alle realtà che hanno costituito la rete Alta Tensione Abitativa che opera nella città di Venezia, l’abbiamo condivisa con altri Consiglieri comunali, che ringraziamo per l’importante lavoro fatto assieme, ed è stata approvata dal Consiglio comunale di Padova.
Le richieste della mozione sono la valorizzazione del patrimonio di edilizia residenziale comunale, l’istituzione di un osservatorio sul diritto all’abitare, con un focus sulle locazioni brevi e turistiche, un investimento in risorse umane e economiche sicure nei servizi di accompagnamento all’abitare e nel fondo sostegno affitti, l’attivazione dell’agenzia per l’abitare quale soggetto a guida pubblica capace di mettere in pratica azioni concrete e innovative per rispondere al bisogno esistente.
Ora a tutte e tutti noi il compito di proseguire su questa strada, perché nella nostra città sia difeso e garantito un diritto fondamentale come quello all’abitare.
Chiara Gallani
Paolo Sacerdoti – Consigliere del Comune di Padova
Marco Concolato
Alessandro Tognon
Simone Pillitteri
Anna Barzon

 

MARTA NALIN SUI GRAVI FATTI DI PIAZZETTA GASPAROTTO

Marta Nalin sui gravi fatti di Piazzetta Gasparotto: “Dobbiamo presidiare e proteggere i diritti di ogni persona presente sul nostro territorio.”

A tre giorni dai fatti, ancora non è chiaro cosa sia accaduto in Piazzetta Gasparotto, chi abbia preso la decisione di procedere allo sgombero e perché.
Senz’altro però è mancata una prospettiva di rispetto e salvaguardia dei diritti di tutti.

Condividiamo le parole della nostra consigliera Marta Nalin.

Lunedì mattina in piazza Gasparotto è avvenuto un fatto grave. La polizia locale ha sgomberato i giacigli di alcune persone senza dimora, portando via effetti personali e documenti.
Conosciamo la situazione della piazza, conosciamo la popolazione che la abita e la attraversa, una popolazione molto varia, che si sposta da altri luoghi della città divenuti inospitali per le persone più fragili, una popolazione in aumento anche a causa della decisione del legislatore nazionale di disinvestire sui servizi di accoglienza, penso alla preferenza del sistema CAS rispetto al sistema SAI.
E conosciamo l’importanza della presenza e del lavoro delle realtà che hanno scelto di prendersi cura di quella piazza da anni.
Negli scorsi anni l’amministrazione ha deciso di porsi a fianco di queste realtà nella presa in cura di quel luogo, con un approccio inclusivo e non escludente. Probabilmente spostare il problema è più facile ma non risolve la situazione, il Comune ha una responsabilità nei confronti delle persone a partire dalle più fragili, nei confronti delle realtà sociali e culturali che animano la nostra città e nei confronti di ogni parte del territorio cittadino, anche quelle più nascoste e difficili. Per questo è fondamentale lavorare in modo coordinato tra settori del comune, perchè ogni intervento sia parte di un progetto condiviso e così sia più efficace.
Il difficile lavoro che i servizi sociali hanno costruito e stanno portando avanti in co-progettazione con i soggetti della piazza è complesso e richiede pazienza, oltre che competenza e presenza costante, ogni intervento non coordinato che si inserisce in questo processo delicato rischia di far fare passi indietro, che significano ricominciare da capo.
Per questo, questa sera in Consiglio comunale ho chiesto alla Giunta spiegazioni su quanto è accaduto e ho chiesto se l’amministrazione condivida l’approccio inclusivo, la necessità di procedere in modo coordinato, con un piano di azione unico multisettore che possa prendere la forma di un patto di collaborazione secondo il regolamento dei beni comuni con un investimento straordinario. La risposta dell’assessore e dell’assessora competenti e stata positiva. Il lavoro sociale è lungo e difficile, non abbiamo bisogno di fare passi indietro, a maggior ragione oggi in un contesto in cui all’aumentare della povertà aumentano le diseguaglianze, le discriminazioni, i pregiudizi. Dobbiamo presidiare e proteggere i diritti di ogni persona presente sul nostro territorio.