TAG: Città Educante

UNA CITTÀ IN BIBLIOTECA

UNA CITTÀ IN BIBLIOTECA

 

 

Qui il pdf scaricabile con spiegazioni e una breve storia della questione:

Biblioteca Bambini Ragazzi flash mob

 

E qui il pdf scaricabile dell’incontro con Antonella Agnoli presso la Casa di Quartiere (ex Marchesi):

LA CASA DI TUTTI di Antonella Agnoli

 

 

                                  

 

Non interventi spot ma politiche integrate per una vera città educante.

Eliminare le povertà educative e promuovere il benessere e il successo scolastico e formativo di minori e giovani adulti. Non interventi spot ma politiche integrate per una vera città educante.

 

https://www.padovaoggi.it/politica/coalizione-civica-ripensa-citta-educante-padova-3-giugno-2022.html     

Coalizione Civica promuove politiche organiche e integrate per il contrasto alle povertà educative.

Eliminare le povertà educative e promuovere il benessere e il successo scolastico e formativo di minori e giovani adulti. Non interventi spot ma politiche integrate per una vera città educante.

A Padova risiedono 28733 minori in formazione e a loro vanno aggiunti studenti e studentesse dell’Università che, pur non avendo la residenza a Padova, vivono la città e sono attori e fruitori di formazione.
Questi numeri rendono necessario pensare Padova come una vera e propria Comunità educante, e Coalizione Civica si impegna da sempre nel promuovere il Diritto all’accesso a processi educativi di qualità per tutte e tutti, ad ogni età. Per questo intende investire ancora di più nella città della formazione permanente, con luoghi e spazi adibiti all’educazione e alla formazione in ogni quartiere, per tutte le età.
Uno dei temi però più delicati, reso ancora più evidente dalla pandemia, è quello della povertà educativa, che può essere contrastata solo con politiche organiche e integrate.
Le analisi dei dati delle ultime rilevazione Istat (vedi Openpolis, Con i Bambini, Save the Children) indicano chiaramente come povertà economica e povertà educativa siano strettamente correlate e come entrambe siano importanti ostacoli per il successo formativo dei minori e dei giovani adulti: la dispersione scolastica, diminuita prima del 2019, è tornata a crescere fortemente negli anni della pandemia, dimostrando indirettamente l’importanza dei sistemi educativi, sociali, culturali locali per la promozione del successo formativo per tutti e tutte. A Padova, pre pandemia, il 7.5% dei minori usciva in modo precoce dalla scuola senza un titolo di studio. Numero certamente aumentato dal 2020.
Gli indicatori di povertà educativa sono tracce utili per la progettazione e attuazione di politiche organiche e coerenti (vedi Indice di Povertà Educativa, Save the Children): bambini tra 0 e 2 anni senza accesso ai servizi pubblici educativi per la prima infanzia; classi della scuola primaria senza tempo pieno; classi della scuola secondaria di primo grado senza tempo pieno; alunni che non usufruiscono del servizio mensa; dispersione scolastica; minori tra 6 e 17 anni che non sono andati a teatro; minori tra 6 e 17 anni che non hanno visitato musei o mostre; minori tra 6 e 17 anni che non sono andati a concerti; minori tra 6 e 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici; minori tra 6 e 17 anni che non praticano sport in modo continuativo; minori tra 6 e 17 anni che non hanno letto libri; minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano internet.
Inoltre le ricerche indicano come le povertà educative possano essere lette coerentemente e significativamente solo a livello comunale. Infatti “Il problema delle medie nazionali e regionali è che nascondono la reale offerta dei servizi. […] Solo attraverso i dati comunali possiamo individuare eccellenze e situazioni di carenza, e ricostruire davvero l’ampiezza dei divari territoriali. […] Il livello minimo per valutare la condizione dei minori e la presenza di servizi è quello comunale” (Openpolis/Con i Bambini, Le mappe della povertà educativa, 2019, p. 5).
Tutte queste sono tracce fondamentali a partire dalle quali Coalizione ha progettato un disegno di Città Educante che ragiona sulla città per tutte e tutti, di ogni età, provenienza, lingua, abilità, genere e orientamento, per scendere nello specifico dei bisogni e dei servizi necessari a soddisfarli.
Le singole azioni presenti nel programma devono intendersi nel quadro generale del potenziamento dell’Osservatorio della Città Educante, il luogo dell’incontro tra le rappresentanze dei sistemi scolastici, educativi, culturali, sociali, produttivi, associativi, che raccolgono i bisogni educativi territoriali e cercano risposte inedite grazie alla collaborazione tra soggetti diversi.

È fondamentale operare in tre direzioni: l’organicità delle azioni a livello territoriale (affinché tutti i quartieri siano serviti), l’accessibilità dei servizi e delle informazioni sui servizi esistenti (sostenere i singoli e le famiglie nella ricerca dei servizi rispondenti ai bisogni), lo sviluppo di nuove azioni e servizi specifici per bisogni scoperti.

Alcuni esempi.
I servizi doposcuola a Padova: il primo passo per l’Osservatorio (e l’amministrazione) è quello di mappare le realtà esistenti (dove operano, quanto personale, a chi si rivolgono, quali reti territoriali hanno sviluppato), metterle in rete e dare copertura ai territori scoperti, promuovendo iniziative comuni a tutti i doposcuola di formazione e di scambio di pratiche e un rapporto chiaro con le scuole del primo e del secondo ciclo su competenze e obiettivi reciproci.
La raggiungibilità delle scuole e il tempo per i trasporti: un importante supporto alle famiglie è la riduzione dei tempi di trasporto per accompagnamento a scuola dei figli e delle figlie e la presenza di sistemi di trasporto o accompagnamento compatibili con i tempi di lavoro e di vita. L’amministrazione locale deve continuare a promuovere, in accordo con gli istituti comprensivi e superiori, sistemi di mobilità integrata (piedibus, autobus, bicipolitana) organici e a costi accessibili e la promozione delle scuole di vicinato, riducendo così i trasporti privati e costruendo i tasselli della città policentrica e dei 15 minuti.
La facilitazione dell’accesso alla lettura e alle iniziative culturali: la città deve dotarsi di biblioteche aperte, accessibili a tutti e a tutte, con fasce orarie ampie, in tutti i quartieri; di iniziative culturali di alta qualità, diffuse, accessibili, aperte a tutti e a tutte.
Investire nell’educazione per contrastare la povertà significa anche accompagnare le famiglie e i singoli in più direzioni: supportare nell’accesso alle informazioni (un grande primo passo è il portale Padova Per lanciato dall’amministrazione) con sportelli fisici dell’Osservatorio della Città Educante nei quartieri a maggior indice di povertà educativa e a maggior rischio di segregazione scolastica territoriale; sostenere i percorsi di formazione permanente per tutti e tutte (apprendimento della lingua italiana, ripresa degli studi, occasioni di approfondimento culturale); conciliare il tempo vita / familiare con il tempo lavoro.
Per tutto questo è fondamentale non lavorare per interventi singoli, segmentati, sporadici, ma guardare alla città come organismo vivo, entrare nella sua complessità, leggere i bisogni, valorizzare i servizi già esistenti e cercare risposte organiche ed efficaci che contrastino le povertà educative, promuovendo nello stesso tempo equità e giustizia sociale ed ambientale.

 

La prima Casa di Quartiere a Padova, all’Arcella.

Una Casa Comune per il Quartiere Arcella, la prima #CasaDiQuartiere di Padova.

Dopo il Regolamento dei Beni Comuni e le Consulte di Quartiere, arriva un ulteriore importantissimo risultato nell’attuazione del nostro programma.
Lanciata al termine di tre anni di percorsi di immaginazione urbana e partecipativi, spinti sia dal ricco tessuto di realtà sociali e culturali locale – come #Ubuntu – sia dall’amministrazione comunale – con Ex-Marchesi Lab, condotto da Fondazione Innovazione Urbana –, la prima Casa di Quartiere di Padova sorgerà nei prossimi mesi in viale Arcella 23, nell’edificio che fino ad oggi è stato denominato ex Marchesi o ex Rosmini.
Sarà la Casa degli uffici e dei servizi pubblici del Comune per il quartiere Arcella (anagrafe, decentramento, servizi sociali, Consulta di Quartiere) che lasceranno l’attuale sede in affitto in via Curzola; delle associazioni e delle forme di cittadinanza attiva espresse dal territorio; della scuola statale per l’istruzione delle persone adulte CPIA Provincia di Padova.
L’ente o la rete di soggetti che partecipando all’avviso si aggiudicheranno la gestione dello stabile, avranno l’importantissimo compito di garantire la partecipazione di tutti e tutte, cittadine e cittadini, istituzioni, scuola, nella costruzione condivisa di un luogo che sia centro di riferimento sociale, educativo, culturale per tutto il quartiere e stimolo di Case per ogni Quartiere di Padova.

Grazie in particolare a Marta Nalin e Francesca Benciolini per averci creduto fin dall’inizio e aver portato avanti un lavoro complicato, ma necessario.

L’avviso per individuare chi si prenderà cura dell’Ex Marchesi lo trovate qui: https://bit.ly/AvvisoExMarchesi