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UNA CITTA’ IN BIBLIOTECA!

UNA CITTA’ IN BIBLIOTECA!

Anche per Coalizione Civica LO SPAZIO GIUSTO è proprio l’ex Coni in piazza Azzurri d’Italia, dove abbiamo creato la biblioteca che sogniamo! Bambine, bambini, ragazzi, ragazze, adulti, persone di tutte le età e di diverse lingue hanno portato un pezzetto di sogno da condividere.

@Comune di Padova, non lasciarti sfuggire questa occasione, immagina e progetta con noi!
@Sergio Giordani
#lospaziogiusto
#unacittàinbiblioteca
#exconi

Alcune immagini del flash-mob svolto sabato 13 aprile ’24:

              

 

ANTONELLA AGNOLI IMMAGINA LA BIBLIOTECA PER LA CITTA’.

ANTONELLA AGNOLI IMMAGINA LA BIBLIOTECA PER LA CITTA’.

Padova, Casa di Quartiere Arcella Ex Marchesi, 9 marzo 2024

 

Una sala stracolma di gente, interessata e vivacemente partecipe, ha ascoltato Antonella Agnoli descrivere quale biblioteca sia oggi necessario immaginare e progettare, uno spazio reale e vivo di condivisione e scambio culturale. Uno spazio da costruire nella convergenza di interessi dei cittadini, come singoli e come comunità, nel quale portare domande e interessi, cercando insieme risposte e soluzioni alle aspettative e ai bisogni di ognuno. Una biblioteca che non sia solo scaffali e libri a prestito, banconi e aree per la lettura e lo studio, individuale, silenzioso, asettico. Una vera piazza del sapere condiviso,
sulla quale si affacciano e si esprimono mondi diversi capaci di convivere.
Da tempo Coalizione Civica Padova pensa alla realizzazione di una biblioteca così, in un quartiere come l’Arcella, dove la crescita demografica aumenta ancora, la popolazione accoglie molti stranieri, dove è vivace il confronto delle idee e delle aspettative e si dà spazio a molteplici iniziative culturali, sociali, artistiche. Una nuova biblioteca che faccia da
attivatore per ripensare le biblioteche del sistema, dalla Civica a quelle nei quartieri.
Antonella Agnoli, raccontando di molte biblioteche, in Italia e nel mondo – alcune riprogettate e gestite, altre visitate e studiate, altre ancora immaginate e realizzate – ci ha fatto comprendere quanto questi luoghi devono ritornare ad essere (anche) spazi quotidiani di prossimità, luoghi che permettono incontri casuali e vitali.
Gli spazi dell’ex Coni in quartiere, individuati dall’Amministrazione cittadina, possono sembrare ristretti per ospitare tutti i nostri sogni, ma sono spazi ideali per la biblioteca, che vanno difesi dai tentativi di farne vetrina anziché piazza, appunto. Spazi che, dice Agnoli, dovranno essere flessibili, plurivalenti, e fondersi collaborando con tutte le funzioni dell’edificio. Il bar-ristorante, la sala di quartiere, le stesse abitazioni, devono essere sentiti come parti interconnesse e dialoganti, con funzioni intercambiabili di un unico progetto con la biblioteca, prevalentemente presente nel primo piano, che si fa snodo e passaggio.
Antonella ha sottolineato quanto sia fondamentale che il progetto della nuova biblioteca preveda uno studio approfondito per l’allestimento, inteso come aree tematiche, gli arredi, le luci, capaci di accogliere diverse età e funzioni. Ma affinché la biblioteca sia organismo vivo, altrettanto essenziale è la presenza di personale competente ed empatico, capace di
ascoltare, di intercettare, di accompagnare; nella scelta e nella ricerca dei libri e di tutti gli altri media (ché non vogliamo solo libri in questa biblioteca) certo, ma più di tutto nell’accogliere domande, bisogni, desideri dei singoli che fanno poi la comunità.
Per realizzare questo progetto, è assolutamente necessaria la partecipazione attiva, fin da ora, della cittadinanza tutta, a partire dei bambini e dei ragazzi, passando per le famiglie, coinvolgendo tutte le figure che abitano e operano nel quartiere, per essere in grado di sottoporre a chi governa la nostra città una proposta che sia davvero il risultato di un processo partecipato, democratico e rispettoso di tutte le istanze.
C’è tanto ancora da fare, e tanto, ma ne vale la pena. C’è un po’ di tempo – il tempo del cantiere – ma non così tanto se pensiamo a tutto quel che è necessario pensare e realizzare, solo a scorrere le suggestioni e le riflessioni mosse dall’incontro con Antonella Agnoli. E serve muoversi subito perché l’amministrazione trovi le risorse finanziarie per
rendere reale e concreto il grande investimento della costruzione del nuovo edificio: noi vogliamo riempirlo di voci (e non solo quelle degli indici de libri), di senso, di possibilità, di spazi che respirano e vivono, tutti i giorni. Anche la sera, ci piacerebbe.
E serve, subito, un gruppo di lavoro forte, preparato, ampio e determinato. Serve una visione e serve un piano delle azioni. E con il nostro secondo appuntamento di questo percorso “La città in biblioteca” che sarà il flash mob del prossimo 13 aprile in Piazza Azzurri d’Italia, vi invitiamo a partecipare ad un primo esercizio di immaginazione per chiedere all’Amministrazione di condividere fin da ora le prossime decisioni operative con un comitato di esperti e cittadini.

 

Nota bibliografica:
Antonella Agnoli è una instancabile viaggiatrice tra persone e libri. Le sue mete sono i luoghi della conoscenza condivisa, in Italia e nel mondo. I suoi interlocutori sono coloro che li progettano, li amministrano, li frequentano. Il suo libro Le piazze del sapere (Laterza, 2009) ha cambiato il modo di pensare alle biblioteche e alle città. Con La casa di tutti (Laterza, 2023) ci accompagna in un affascinate viaggio, facendo tappa in moltissime delle biblioteche, attraverso significativi progetti di interazione tra sapere, lettura e cittadinanza. Da citare anche Caro sindaco parliamo di biblioteche (2011) e La biblioteca che vorrei (2014).

 

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QUANTO PESANO EQUITÀ E GIUSTIZIA EDUCATIVA A PADOVA (E IN ITALIA) ?

QUANTO PESANO EQUITÀ E GIUSTIZIA EDUCATIVA A PADOVA (E IN ITALIA) ?

 

La Giunta regionale di destra si vanta di arrivare per prima a tagliare risorse alla scuola pubblica, seguendo pedissequamente le istruzioni dettate dal Governo nazionale sui dimensionamenti scolastici. Tradotto: riduzione delle dirigenze e delle segreterie amministrative per garantire un risparmio economico, nella sola Padova, di 300.000 euro.

Nel concreto, dal prossimo anno scolastico spariranno due Istituti Comprensivi: il 4° IC Rosmini, all’Arcella e il 12° IC Don Bosco, a Paltana, Mandria e Voltabrusegana. Non chiudono plessi, sedi, scuole. Bambinə e ragazzə non dovranno cambiare sede.

Qual è il problema, allora? Lo spezzatino delle scuole dimensionate, come lo hanno chiamato genitori e insegnanti che da giorni protestano contro questa scelta, toglie importanti risorse per la gestione di tutte le aree fondamentali per garantire equità e giustizia educative. Un Dirigente gestirà scuole più grandi; il personale docente che da tempo sviluppa progetti ancorati alle realtà territoriali locali le vedrà crescere in dimensione e numero di minori; un unico Direttore dei Servizi Generali di Segreteria (DSGA) gestirà più personale amministrativo e collaboratori; lə insegnanti che in ogni Istituto sono responsabili dei percorsi di inclusione per garantire a tuttə il diritto di apprendere in contesti sociali positivi, referenti dell’orientamento, del contrasto alla dispersione scolastica, subiranno un ridimensionamento numerico che si tradurrà nella riduzione della capacità di presa in carico delle situazioni di fragilità e di marginalità.

Tutto questo succede all’Arcella, uno dei territori di Padova che più esprime ricchezza di differenze, che dimostra forti prospettive di crescita demografica e che richiede risposte educative importanti, in termini di quantità e qualità.
Ma succede anche a Paltana, Mandria, Voltabrusegana, dove un presidio fisico di una dirigenza scolastica consapevole delle dinamiche demografiche ed educative locali è fondamentale per il sostegno alla crescita della comunità educante che stava sviluppandosi anche attraverso iniziative delle famiglie tra scuola e territorio.

A fronte dell’aumento dell’abbandono scolastico e delle fragilità dellə minori, come si può cantare vittoria per il taglio di 300.000 euro l’anno? Quanto pesano il benessere educativo e il futuro di bambinə e ragazzə a Padova? Quanto pesa garantire equità e giustizia educativa a tuttə e a ciascunə?

 

 

PAROLE IRRESPONSABILI E ILLEGITTIME DALL’ASSESSORA REGIONALE

PAROLE IRRESPONSABILI E ILLEGITTIME DALL’ASSESSORA REGIONALE

 

Le parole di Elena Donazzan, assessora regionale al lavoro, esponente di Fratelli d’Italia, davanti alla casa circondariale di Padova, in un momento di particolare tensione, sono irresponsabili e illegittime.

Un soggetto con responsabilità istituzionali non può affermare impunemente che “non esistono regole di ingaggio chiare in assoluto quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità”, un’espressione che, oltre che assolutamente incivile e non rispettosa dei nostri principi costituzionali, è oggettivamente idonea, tanto più in un momento di tensione e di stress manifestato dagli agenti della polizia penitenziaria, a trasmettere il messaggio “liberi di fare quello che volete”, con ogni mezzo necessario.

Le “regole di ingaggio” (terminologia che riporta purtroppo alla memoria le violazioni commesse dalle ff.oo. durante il G8 di Genova) esistono eccome, vanno rispettate eccome, e sono le norme contenute nella Costituzione, nelle leggi e nei regolamenti di PS, nell’ordinamento penitenziario, e dicono esattamente l’opposto di quanto afferma Elena Donazzan: che non esiste uso gratuito della violenza, neppure da parte delle forze dell’ordine, che il carcere e la pena devono tendere alla rieducazione del condannato (e tanti detenuti non lo sono ancora, ricordiamolo), che le condizioni di detenzione devono avere caratteristiche che oggi non hanno e che sono più che note a tutti e denunciate da situazioni di disperazione che hanno portato anche in queste ultime settimane a suicidi in carcere.

Per usare il suo gergo, l’assessora regionale Donazzan ha dimostrato ormai abbondantemente di rientrare nella “peggiore classe politicante”. E’ ora che la smetta di nuocere, soprattutto in momenti e terreni così delicati, e che le vengano ritirate tutte le deleghe con responsabilità di governo che evidentemente non è in grado di svolgere.

 

Difendiamo la residenzialità: occorre regolare le locazioni turistiche brevi

Difendiamo la residenzialità: occorre regolare le locazioni turistiche brevi

Il 27 aprile al Ministero del Turismo si sono riuniti la Ministra Santanché e i rappresentanti di ANCI e di molti importanti Comuni italiani; si è discussa la necessità di arrivare ad “una proposta di legge che disciplini gli aspetti normativi delle locazioni brevi”.
La Ministra si è impegnata a farlo entro fine maggio, condividendo la proposta “con tutti i livelli”.
Crediamo che tra i “livelli” da coinvolgere in questo percorso non si possa escludere quello delle associazioni di cittadini che vivono sulla propria pelle l’impatto del turismo nelle città e sosteniamo l’iniziativa promossa da Alta Tensione Abitativa, movimento dal basso nato a Venezia nel marzo 2022 per alzare il livello di attenzione pubblica e istituzionale sul rapporto tra diritto alla casa e turismo.
Oggi il movimento è diffuso in tutto il territorio nazionale e poche settimane fa ha presentato la “proposta di legge nazionale sulle locazioni turistiche brevi”, a cui hanno aderito associazioni e movimenti civici di tutta Italia ed anche amministrazioni di importanti città italiane coinvolte dal fenomeno (Bologna, Milano, Torino, Napoli).
Iniziamo da qui, per progettare una città che accolga chi desidera visitarla e conoscere le sue ricchezze artistiche, storiche, culturali, senza per questo diventare inaccessibile ai suoi stessi abitanti.

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A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto.

A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto c’era anche Coalizione Civica per Padova

Sono arrivate tra le 10.000 e le 15.000 persone che, aderendo all’appello di CoVeSaP, hanno sfilato per le vie : una fiumana umana e stata definita, così lunga da stringere, quasi in un abbraccio il centro storico circondandolo. 18 comitati dalle diverse province venete e più di 100 associazioni aderenti, oltre a cittadini e cittadine, si sono dati appuntamento per urlare che “la salute non si vende, la salute si difende”, “non un soldo al privato, la sanità è dello stato”, “non vogliamo carri armati ma più cure ai malati”, “la salute non è un lusso, è un diritto indiscusso”… Questi alcuni degli slogan che, insieme agli altri, hanno accompagnato il percorso in una condivisione di obiettivi e richieste : 50 milioni in più alla sanità per assicurare a tutti i cittadini l’unico diritto definito dalla Costituzione fondamentale : una sanità pubblica e universale.
L’anno scorso a Padova, quest’anno a Vicenza. L’anno prossimo….?
La regione deve sapere che non è finita qui.

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

Il tema sono bambine e bambini che crescono in famiglie composte da persone dello stesso sesso e la scelta di dare un’alternativa all’adozione per il riconoscimento di entrambi i genitori, che richiede l’approvazione di un giudice ed ha tempi lunghi, oltre ad essere costosa e ad avere esiti incerti.
Tuttavia, è l’unica strada per moltissime famiglie di vedere riconosciuto un diritto fondamentale: quello di avere le stesse tutele di tutti gli altri nuclei familiari, in particolare per le figlie e i figli.
Quanto fatto da alcuni comuni italiani, tra cui anche Padova, ossia porre rimedio a questa terribile ingiustizia facendo accedere alla registrazione automatica all’anagrafe – grazie a quella che in realtà è una corretta e minuziosa applicazione della legge – in questi giorni sta subendo un drammatico stop dal Viminale.
Negli stessi giorni è arrivato anche il no della Commissione Politiche europee del Senato alla proposta di adozione di un certificato europeo in base al quale il riconoscimento come genitori sarebbe uniforme in tutti gli stati europei.
Nei fatti le azioni del Governo hanno un solo effetto: perpetrare disuguaglianze, ridurre tutele, rendere la vita di migliaia di famiglie più complessa, difficile e rischiosa.
Dopo aver utilizzato i migranti, questo governo si abbatte in maniera indecente sulla vita delle persone e la serenità di queste famiglie per distogliere l’attenzione dai disastri che sta realizzando con le sue politiche.
Sosteniamo convintamente la scelta del Sindaco Sergio Giordani e di Francesca Benciolini Assessora del Comune di Padova di proseguire sulla strada intrapresa, perché rende Padova una città più giusta.

[dal post di Marta Nalin]

Sta succedendo quello che sapevamo.

La postura di questo governo è reazionaria, al servizio dei poteri forti e violenta in molte delle sue espressioni.
Già l’Italia non sta
va tra i primi posti, ora abbiamo messo la retromarcia.
Ogni giorno facciamo un passo indietro.
L’abbiamo visto con la guerra alle persone più povere, attraverso il taglio al reddito di cittadinanza, con la volontà di aumentare il precariato, prima allargando il campo di applicazione dei voucher e poi con la volontà dichiarata di tornare al jobs act di Renzi, sostanzialmente facendo tabula rasa del Decreto Dignità. E ancora la tragedia di Cutro, la scuola del merito, il silenzio sull’antifascismo.
Oggi sono sotto grave attacco i diritti civili.
Sono gravi le dichiarazioni di esponenti della maggioranza di Governo in materia di riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. C’è chi accusa i genitori di “spacciare” per loro il figlio che chiedono di riconoscere, c’è chi ancora parla di disumanità e di contrarietà alla natura, di trafficanti di clandestini e di bambini, chi addirittura ritiene la maternità surrogata un fatto più grave del reato di pedofilia.
È grave che la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato abbia approvato una risoluzione contraria alla proposta di Regolamento europeo per l’adozione di un certificato europeo di filiazione, privando dei diritti fondamentali 2 milioni di bambine e bambini europei.
È grave che il Ministro degli interni abbia ordinato ai prefetti di vietare ai Comuni il riconoscimento di figlie e figli delle coppie omogenitoriali, a Padova 32 dal 2017 ad oggi.E poi c’è un’altra Italia, quella delle persone.
E delle amministrazioni comunali, che, invece, cercano di stare al passo con la realtà di fronte all’inerzia o all’arretramento del legislatore nazionale. Perché hanno la responsabilità di garantire i diritti di chi fa parte della comunità cittadina, perché sanno guardare oltre confine verso le esperienze più innovative, e così rispondono con concretezza e fantasia ai bisogni e alle istanze di chi abita il territorio comunale.
Anche il Comune di Padova, come si è fatto negli scorsi anni anche grazie a Coalizione Civica per Padova, sceglie di resistere all’arretramento e rilancia per costruire una società più giusta contro parole e azioni sbagliate. Non ci lasceremo intimidire.

[dal post di Chiara Gallani]
Condivido le parole precise di Marta Nalin
Le realtà locali da tempo sono entrate nel campo della tutela dei diritti civili, per mantenere coesa, viva e dignitosa la comunità di persone che rappresentano.
Gli stessi diritti civili su cui Parlamento e Governo agiscono con lentezza o addirittura con una violenta retromarcia, come quella a cui stiamo assistendo
Oggi è tempo di presidiare quei diritti, e di farlo assieme: persone, comunità, movimenti politici, amministrazione.

VERSO UNA PADOVA A IMPATTO ZERO

VERSO UNA PADOVA A IMPATTO ZERO

La città di Padova è stata finanziata nell’ambito del Programma Horizon2020 con il progetto Let’s Governance. Si tratta dei primi finanziamenti nell’ambito di Mission 100 Cities Carbon Neutral, che vede Padova tra le cento città europee che dovranno raggiungere la neutralità climatica nel 2030.
L’utilizzo di questi primi fondi da parte del Comune di Padova saranno finalizzati sulla promozione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio, la redazione di studi di fattibilità e l’attivazione di relazioni con i soggetti interessati.
Come Coalizione Civica per Padova crediamo fortemente nella creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e siamo già da tempo impegnati per la loro promozione e diffusione sul territorio mediante incontri informativi tenuti in ogni quartiere.

Obiettivo di questo progetto è quello di favorire lo sviluppo di nuovi modelli di governance con lo scopo di coordinare visioni, attori, processi e progetti verso l’obiettivo condiviso della neutralità climatica, in particolare affrontare problemi comuni a tutte le città italiane individuate come città pilota, per fornire al termine del progetto un insieme di soluzioni già pronte e replicabili in altre città.

Nello specifico il Comune di Padova investirà questi fondi focalizzandosi sulla promozione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio, attraverso la gestione di campagne di comunicazione, la redazione di studi di fattibilità e l’attivazione di relazioni con gli stakeholders più significativi (distributori di energia, operatori, banche, etc.). Formalmente questo lavoro si tradurrà nell’effettiva realizzazione di almeno una comunità energetica a livello comunale.

Oltre al Comune di Padova il progetto comprende le altre 8 città italiane selezionate dalla Mission “Climate Neutral and Smart Cities”:Bologna; Milano; Roma; Torino; Firenze; Prato; Parma; Bergamo.

La consigliera Chiara Gallani, con delega alla neutralità climatica commenta: “Si tratta di finanziamenti che arrivano grazie al ruolo di Padova come città pilota della missione europea sulle città neutrali e grazie al lavoro di rete con le altre città che negli scorsi mesi abbiamo messo in campo. E’ il primo risultato concreto di un lavoro che ci vede impegnati da molto tempo e che è diventato una delle nostre sfide maggiori. Essere tra le cento città nominate dalla Commissione per essere neutrali al 2030 è una grande responsabilità e comporta un notevole impegno. In questo impegno però non manca il sostegno dell’Europa così come la sinergia e la condivisione con le altre città, italiane e non, coinvolte.”

L’assessore all’ambiente Andrea Ragona aggiunge: “Abbiamo deciso di puntare attraverso questo bando sulle comunità energetiche, tenendo conto che tra qualche mese sarà definita la cornice legislativa in merito. Potenziare le attività che noi facciamo sul tema energetico potrebbe tradursi anche nel potenziamento di strumenti per i cittadini per individuare nuove forme di sostegno ora che il Governo ha fatto venire meno la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura per i bonus edilizi finalizzati all’efficientamento. In questo momento, con le altre città pilota in Italia, stiamo lavorando sull’elaborazione di strategie per raggiungere gli obiettivi richiesti, e questo primo finanziamento va in questa direzione.”

Altre notizie sul progetto Let’s Governance di Net Zero Cities
👉 https://www.padovanet.it/notizia/20230309/comunicato-stampa-140mila-euro-supportare-la-realizzazione-delle-comunit%C3%A0

Firmato a Padova il manifesto per arrivare alla realizzazione delle Comunità Energetiche

Sottoscritto in Municipio il Manifesto per la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali “Padova 2030”

Questa mattina (16.01.2023), a Palazzo Moroni, è stato sottoscritto il Manifesto per la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali “Padova 2030”, promosso dal Comune di Padova e dall’Assessore all’ambiente Andrea Ragona.
Il Manifesto vede la firma di diversi Enti e Associazioni del territorio, che si impegnano reciprocamente nella realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (CERS), e ha tra gli altri l’obiettivo di istituire un tavolo tecnico, coordinato dall’Ufficio Energy Manager del Comune, che rappresenti gli enti aderenti nelle varie interlocuzioni che saranno necessarie per gli approfondimenti scientifici e per le interlocuzioni con le autorità competenti in materia di regolazione dell’energia.
Il Manifesto firmato (…) sancisce l’inizio di un lavoro tra Enti e Istituzioni del territorio per la costituzione delle CERS padovane. Se oggi la normativa non è ancora completamente chiara e si è in attesa di ulteriori decreti, il fine è quello di essere pronti nel territorio quando sarà definito il quadro normativo.
Con la creazione di una Comunità Energetica persone, enti e aziende del territorio si uniscono per la produzione di energia attraverso impianti fotovoltaici. Una volta individuato il luogo dove installare gli impianti, molti soggetti potranno attingere per l’utilizzo dell’energia non consumata. Una modalità che non solo tutela l’ambiente, ma si pone nel solco della lotta alla povertà energetica, una delle grandi sfide del futuro.

L’assessore all’ambiente Andrea Ragona commenta: «Il Manifesto sottoscritto oggi è il primo passo verso la costituzione delle CERS nella nostra città. Abbiamo scelto di farlo costruendo una rete tra tutti i soggetti istituzionali e gli enti della città perché gli obiettivi che ci poniamo sono molto ambiziosi e solo lavorando insieme si possono ottenere grandi risultati. Padova è stata scelta dall’Unione Eurpea come una delle cento città che dovrà ottenere la neutralità climatica entro il 2030: la costituzione delle CERS è un tassello fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. Infatti parliamo di uno strumento che non solo ci permette di portare avanti processi di innovazione sociale e innescare profondi cambiamenti, ma anche di ridurre molto le emissioni inquinanti. Giustizia sociale e giustizia ambientale, grazie anche all’aumento di consapevolezza in termini di consumo e produzione dell’energia.
Abbiamo molte sollecitazioni in merito da parte di cittadini, così come abbiamo molti spazi che si prestano all’installazione di impianti, penso ad esempio ai tetti della zona industriale, ora serve definire i passi concreti per la realizzazione di questo importante passo verso un futuro più sostenibile.»

Francesca da Porto, prorettrice alla Sostenibilità dell’Università degli Studi di Padova: «Per noi la sottoscrizione di questo Manifesto è strategica. (…)  Inoltre l’impegno sui temi della sostenibilità si manifesta nelle politiche del nostro piano energetico e nelle azioni mirate alla transizione ecologica e alla riduzione delle emissioni, quindi ben venga un coinvolgimento dell’Ateneo non solo per le sue forti competenze, ma anche nell’implementazione pratica di queste iniziative.»

Roberto Crosta, segretario generale della Camera di Commercio di Padova: «Il lavoro promosso dal Comune di Padova, (…) è importantissimo. Ora è tempo di passare ai fatti concreti e come camera di Commercio aderiamo con profondo interesse, anche per perseguire uno degli obiettivi strategici del sistema nazionale delle Camere di Commercio, ovvero la promozione delle comunità energetiche e l’utilizzo di fonti rinnovabili. (…) e su questo siamo a disposizione non da soli ma con la rete delle associazioni di categoria.»

Enrico Del Sole, Vicepresidente Confindustria Veneto Est: «Apprezziamo molto l’iniziativa (…), un messaggio che va anche oltre i confini amministrativi e diventa un esempio anche per altri territori. (…) La CER ha anche un indubbio valore sociale consentendo di mettere in rete energia a costi ridotti a favore di edifici pubblici (scuole, palestre, ospedali, etc.) che offrono servizi essenziali alla comunità e a tutti i cittadini che vorranno partecipare alla stessa Comunità Energetica. Padova può quindi diventare protagonista nei processi di decarbonizzazione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si è data con il progetto Padova Carbon Neutral 2030. (…)».

Jonathan Morello, presidente di Confapi: « Le CERS oggi sono una sfida per la nascita di un modello di condivisione dell’energia. La zona industriale, con tutti suoi capannoni e tetti, può diventare attore protagonista di questa iniziativa e per farlo è necessario avere certezza e chiarezza, quindi ben vengano iniziative come questo tavolo tecnico, (…)»

Paolo Bettella, presidente di UPA Confartigianato: « (…) questo percorso rappresenta un’opportunità per tutti i piccoli artigiani e anche per tutti gli installatori di impianti del territorio, che non potranno altro che beneficiare di un circolo virtuoso che si andrà a creare con la realizzazione di una o più Comunità Energetiche nella nostra città.»

Luca Marcon, Presidente CSV di Padova e Rovigo: «Il Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo aderisce e sottoscrive il Manifesto (…). Le CER – comunità energetiche rinnovabili e solidali – sono esperienze di attivismo in ambito energetico, già molto diffuse in Europa, fondamentali per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 in maniera condivisa e partecipata.

Il CSV di Padova e Rovigo ritiene che le Comunità energetiche rinnovabili rappresentino un’opportunità formidabile a patto che vengano valorizzati gli elementi comunitari e di attivismo civico ben espressi nel Manifesto e (…) posto l’accento sull’importanza delle CERS per combattere la povertà energetica, grande preoccupazione del mondo del volontariato.

Matteo Mascia, per AsVeSs, associazione veneta per lo sviluppo sostenibile: «Il nostro obiettivo è quello di portare una metodologia di lavoro basata su obiettivi, indicatori e monitoraggio, così come la grande attenzione al tema della solidarietà. Le CER sono fondamentale strumento di innovazione sociale oltre che di innovazione tecnica, tassello fondamentale per la grande sfida di Padova 2030.»

Qui il servizio televisivo su TGR

Qui l’articolo di Padova Oggi sull’argomento

Qui il testo completo dell’Ufficio Stampa del Comune di Padova