Legalità

25 NOVEMBRE. GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

25 NOVEMBRE. GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, sentiamo necessario manifestare cordoglio, rabbia e dolore, ma anche interrogarci su come possiamo combattere la cultura patriarcale che nutre la violenza maschile contro le donne.
Nessunǝ è immune: individui, istituzioni, luoghi di lavoro, comunità di convivenza civile, scuole e università. Siamo convintə che per disarmare la violenza contro le donne sia necessaria una rivoluzione culturale che attende da troppo tempo di essere innescata.
Per questo Coalizione Civica per Padova vi aspetta in corteo sabato 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ritrovo a Porta Portello alle ore 14:30.

Qui l’evento Facebook con gli aggiornamenti in tempo reale.

PAROLE IRRESPONSABILI E ILLEGITTIME DALL’ASSESSORA REGIONALE

PAROLE IRRESPONSABILI E ILLEGITTIME DALL’ASSESSORA REGIONALE

 

Le parole di Elena Donazzan, assessora regionale al lavoro, esponente di Fratelli d’Italia, davanti alla casa circondariale di Padova, in un momento di particolare tensione, sono irresponsabili e illegittime.

Un soggetto con responsabilità istituzionali non può affermare impunemente che “non esistono regole di ingaggio chiare in assoluto quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità”, un’espressione che, oltre che assolutamente incivile e non rispettosa dei nostri principi costituzionali, è oggettivamente idonea, tanto più in un momento di tensione e di stress manifestato dagli agenti della polizia penitenziaria, a trasmettere il messaggio “liberi di fare quello che volete”, con ogni mezzo necessario.

Le “regole di ingaggio” (terminologia che riporta purtroppo alla memoria le violazioni commesse dalle ff.oo. durante il G8 di Genova) esistono eccome, vanno rispettate eccome, e sono le norme contenute nella Costituzione, nelle leggi e nei regolamenti di PS, nell’ordinamento penitenziario, e dicono esattamente l’opposto di quanto afferma Elena Donazzan: che non esiste uso gratuito della violenza, neppure da parte delle forze dell’ordine, che il carcere e la pena devono tendere alla rieducazione del condannato (e tanti detenuti non lo sono ancora, ricordiamolo), che le condizioni di detenzione devono avere caratteristiche che oggi non hanno e che sono più che note a tutti e denunciate da situazioni di disperazione che hanno portato anche in queste ultime settimane a suicidi in carcere.

Per usare il suo gergo, l’assessora regionale Donazzan ha dimostrato ormai abbondantemente di rientrare nella “peggiore classe politicante”. E’ ora che la smetta di nuocere, soprattutto in momenti e terreni così delicati, e che le vengano ritirate tutte le deleghe con responsabilità di governo che evidentemente non è in grado di svolgere.

 

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Il reato di associazione a delinquere è il reato di chi si ostina a distruggere il pianeta.

 

Tutti gli accordi internazionali sul clima sono stati sistematicamente disattesi e ci avviamo verso il collasso climatico. La politica ha pochissimo tempo per decidere i provvedimenti da attuare con urgenza per contenere la catastrofe. Di fronte a questa realtà, a nulla sono valsi gli appelli della comunità scientifica di tutto il mondo, a tutt’oggi inascoltati, e i report dell’IPCC.

Processed with MOLDIV

 

Le richieste dei cittadini preoccupati si sono espresse attraverso marce, convegni, scioperi: tutto ciò non è bastato. Per questo, in tutta Europa si fanno sentire con azioni eclatanti, accompagnate da grande risonanza mediatica. E mentre nessuno di noi ormai ricorda, per esempio, i persecutori delle suffragette, ogni giorno beneficiamo degli effetti delle loro campagne di disobbedienza civile.

Alcuni nostri concittadini, alcuni nostri studenti, sono stati denunciati per associazione a delinquere per aver messo in atto azioni non violente e puramente dimostrative, che non hanno arrecato alcun danno a persone e cose.

Chiedevano lo STOP dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, esattamente ciò che una rete di associazioni chiede in tutta Europa attraverso una serie di campagne di disobbedienza civile (A22), che ha iniziato a sortire effetti positivi – ad esempio In Olanda, dove è stato negato l’accesso ai jet privati all’aeroporto di Amsterdam Schiphol.

Di contro chi continua, con responsabilità politiche gravi, a ignorare l’emergenza climatica e ad approvare provvedimenti miopi o dannosi per il futuro di tutto il pianeta, non verrà mai indagato. Finanziare il fossile o autorizzare il consumo di suolo resta legale, ma è palesemente ingiusto. Mentre chiedere conto del futuro di tutti e tutte è giusto, ma ritenuto illegale.

Riteniamo che il capo di imputazione utilizzato nei confronti di queste ragazze e di questi ragazzi, e delle loro manifestazioni non violente, rappresenti un provvedimento intimidatorio che poco ha a che vedere con la tutela della collettività, tutela che invece andrebbe esercitata ponendo al centro delle scelte politiche ed amministrative il contrasto al cambiamento climatico attraverso una concreta svolta rispetto al modello economico e produttivo attualmente dominante.

Questa è la sfida che dobbiamo cogliere, senza farci intimidire dalla portata delle decisioni che sottende, decisioni che non possiamo ulteriormente rinviare.

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

NIENT’ALTRO CHE RETORICA POPULISTA SULLA PELLE DELLE NOSTRE FIGLIE E DEI NOSTRI FIGLI

Il tema sono bambine e bambini che crescono in famiglie composte da persone dello stesso sesso e la scelta di dare un’alternativa all’adozione per il riconoscimento di entrambi i genitori, che richiede l’approvazione di un giudice ed ha tempi lunghi, oltre ad essere costosa e ad avere esiti incerti.
Tuttavia, è l’unica strada per moltissime famiglie di vedere riconosciuto un diritto fondamentale: quello di avere le stesse tutele di tutti gli altri nuclei familiari, in particolare per le figlie e i figli.
Quanto fatto da alcuni comuni italiani, tra cui anche Padova, ossia porre rimedio a questa terribile ingiustizia facendo accedere alla registrazione automatica all’anagrafe – grazie a quella che in realtà è una corretta e minuziosa applicazione della legge – in questi giorni sta subendo un drammatico stop dal Viminale.
Negli stessi giorni è arrivato anche il no della Commissione Politiche europee del Senato alla proposta di adozione di un certificato europeo in base al quale il riconoscimento come genitori sarebbe uniforme in tutti gli stati europei.
Nei fatti le azioni del Governo hanno un solo effetto: perpetrare disuguaglianze, ridurre tutele, rendere la vita di migliaia di famiglie più complessa, difficile e rischiosa.
Dopo aver utilizzato i migranti, questo governo si abbatte in maniera indecente sulla vita delle persone e la serenità di queste famiglie per distogliere l’attenzione dai disastri che sta realizzando con le sue politiche.
Sosteniamo convintamente la scelta del Sindaco Sergio Giordani e di Francesca Benciolini Assessora del Comune di Padova di proseguire sulla strada intrapresa, perché rende Padova una città più giusta.

[dal post di Marta Nalin]

Sta succedendo quello che sapevamo.

La postura di questo governo è reazionaria, al servizio dei poteri forti e violenta in molte delle sue espressioni.
Già l’Italia non sta
va tra i primi posti, ora abbiamo messo la retromarcia.
Ogni giorno facciamo un passo indietro.
L’abbiamo visto con la guerra alle persone più povere, attraverso il taglio al reddito di cittadinanza, con la volontà di aumentare il precariato, prima allargando il campo di applicazione dei voucher e poi con la volontà dichiarata di tornare al jobs act di Renzi, sostanzialmente facendo tabula rasa del Decreto Dignità. E ancora la tragedia di Cutro, la scuola del merito, il silenzio sull’antifascismo.
Oggi sono sotto grave attacco i diritti civili.
Sono gravi le dichiarazioni di esponenti della maggioranza di Governo in materia di riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. C’è chi accusa i genitori di “spacciare” per loro il figlio che chiedono di riconoscere, c’è chi ancora parla di disumanità e di contrarietà alla natura, di trafficanti di clandestini e di bambini, chi addirittura ritiene la maternità surrogata un fatto più grave del reato di pedofilia.
È grave che la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato abbia approvato una risoluzione contraria alla proposta di Regolamento europeo per l’adozione di un certificato europeo di filiazione, privando dei diritti fondamentali 2 milioni di bambine e bambini europei.
È grave che il Ministro degli interni abbia ordinato ai prefetti di vietare ai Comuni il riconoscimento di figlie e figli delle coppie omogenitoriali, a Padova 32 dal 2017 ad oggi.E poi c’è un’altra Italia, quella delle persone.
E delle amministrazioni comunali, che, invece, cercano di stare al passo con la realtà di fronte all’inerzia o all’arretramento del legislatore nazionale. Perché hanno la responsabilità di garantire i diritti di chi fa parte della comunità cittadina, perché sanno guardare oltre confine verso le esperienze più innovative, e così rispondono con concretezza e fantasia ai bisogni e alle istanze di chi abita il territorio comunale.
Anche il Comune di Padova, come si è fatto negli scorsi anni anche grazie a Coalizione Civica per Padova, sceglie di resistere all’arretramento e rilancia per costruire una società più giusta contro parole e azioni sbagliate. Non ci lasceremo intimidire.

[dal post di Chiara Gallani]
Condivido le parole precise di Marta Nalin
Le realtà locali da tempo sono entrate nel campo della tutela dei diritti civili, per mantenere coesa, viva e dignitosa la comunità di persone che rappresentano.
Gli stessi diritti civili su cui Parlamento e Governo agiscono con lentezza o addirittura con una violenta retromarcia, come quella a cui stiamo assistendo
Oggi è tempo di presidiare quei diritti, e di farlo assieme: persone, comunità, movimenti politici, amministrazione.

L’umanità non può aspettare. Sabato 4 marzo h.11,30 Piazza Antenore

L’umanità non può aspettare.

Sabato 4 marzo h.11,30

presidio Piazza Antenore

contro la violenza dei confini

INVITIAMO A PARTECIPARE SENZA BANDIERE!!

la sede di Coalizione Civica in Riviera Ponti Romani 44 sarà aperta dalle 9.30 per preparare l’allestimento!

 

Qui il link all’evento Facebook: https://fb.me/e/ANwPQSYv

Le parole del Ministro degli Interni aggiungono una sensazione di grande rabbia al sentimento di orrore e indignazione provato dopo la notizia della morte di oltre 60 persone tra uomini, donne e minori a seguito del naufragio avvenuto nei pressi della costa della Calabria domenica scorsa, l’ennesimo di una lunga, tragica, serie.

Il Ministro dice che la disperazione non è un buon motivo per partire, per mettersi in mare, e che il problema è bloccare le partenze.

Sono parole inaccettabili che ci indignano e che non possiamo tollerare, ma che non sorprendono.

Sono parole violente e irrispettose di quelle vite perse esattamente come violento ed irrispettoso è il “Decreto Piantedosi” da poco approvato alla Camera dei Deputati.

Un provvedimento legislativo che si presenta come feroce attacco verso la vita, i diritti e la libertà di chi tenta di attraversare il Mediterraneo per rivendicare condizioni migliori di esistenza.

Perché, caro Ministro, non è il mare agitato la causa di queste morti e neppure l’incoscienza di chi parte, è gravissimo solo pensarlo.

Sabato 4 marzo alle ore 11.30 invitiamo tutta la Padova antirazzista, democratica e solidale a manifestare di fronte alla Prefettura per esprimere tutta l’indignazione che in questi giorni si sta accumulando contro chi disprezza la vita e la dignità delle persone migranti attraverso parole e politiche vergognose e infami.
Invitiamo tutte/i a venire in piazza per essere a nostro modo vicine/i e complici delle donne e degli uomini che migrano e che con la loro forza, ostinazione e determinazione, non smettono di desiderare
una vita migliore, di rivendicare un presente e un futuro libero e degno, di sfidare la violenza dei confini!

INVITIAMO A PARTECIPARE SENZA BANDIERE!!

la sede di Coalizione Civica in Riviera Ponti Romani 44 sarà aperta dalle 9.30 per preparare l’allestimento!

Coalizione Civica Per Padova, Open Your Borders, Adl COBAS Padova
Adesioni (in aggiornamento):
Promotori e adesioni (lista in aggiornamento)

Coalizione Civica per Padova, Open Your Borders, Associazione Diritti Lavoratori

ACLI Padova, Amnesty International, ANOLF Padova Rovigo, ANPI Padova, ARCI Padova, Arcigay Tralaltro Padova APS, Ass.Mimosa, Assopace, AUSER Padova, Beati i Costruttori di Pace, Boramosa APS, Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, Centro Pandora, Centro Veneto Progetti Donna Auser, Coalizione Civica Cadoneghe, Coalizione Civica Vicenza, CGIL Padova, CISL Padova, Donne in Nero, Emergency Padova, Equality coop.sociale, Europa Verde Padova, GIT Banca Etica Padova, Giuristi Democratici Padova, Io Accolgo, La strada giusta ODV – Sp. Avvocato di strada Padova, Legambiente Padova, Libera Padova, Lottodognimese, Medici Senza Frontiere Padova, Mediterranea Padova, MiLeggi Diritti ad alta voce, Non Una di Meno Padova, Open Gates, Orizzonti Coop.Soc., Padova Insieme, Partito Democratico Padova, Percorso Vita onlus, Polisportiva S.Precario, Possibile Padova, Potere al Popolo, Priorità alla scuola Padova, Quadrato meticcio, Rete di Coop.educativa “C’è speranza se accade”, Rete Radié Resch Padova, Rete Studenti Medi Padova, Rifondazione Comunista Padova, Sat Pink Aps, Sinistra Italiana Padova, SineModo APS, Spazio Catai, Sportello sociale via Bajardi, Tutta nostra la città, UDU Padova, UIL Padova, UP-Su la testa, Voci globali APS, Veneto che Vogliamo.

 

Qui il link all’evento Facebook: https://fb.me/e/ANwPQSYv

SUL NUOVO PRESIDIO DI POLIZIA IN PIAZZA GASPAROTTO

SUL NUOVO PRESIDIO DI POLIZIA IN PIAZZA GASPAROTTO

Apprendiamo dai giornali la notizia che, a partire dalla metà di gennaio, verrà aperto in #piazzagasparotto un nuovo presidio di Polizia, ospitato all’interno degli spazi dei Servizi Sociali.

Da anni ormai in questa piazza si è cominciato un lavoro, in sinergia tra le realtà e le associazioni, che sperimenta percorsi per affrontare il tema del disagio e della marginalità sociale. Questo lavoro si esprime nella piazza con un progetto di #rigenerazioneurbana, caratterizzato dalla centralità data ai temi della cura, della mediazione e dell’inclusione e attraverso forme di #aggregazione e #socialità che non affrontano quella situazione con forme e misure securitarie.

Pratiche innovative e alternative che provano in maniera radicale (nel senso di andare alle radici delle questioni) e con competenza, ad affrontare le problematiche e le contraddizioni presenti in un particolare luogo della nostra città e a costruire, in primis per le persone che quei problemi li soffrono, una prospettiva diversa.
Questo lavoro è stato avviato in questi anni a partire dalla costruzione di un rapporto con le realtà che vivono la piazza, in collaborazione con l’Amministrazione comunale. L’apertura di alcuni uffici del Settore Politiche Sociali proprio all’interno degli edifici presenti in Piazza Gasparotto e di proprietà del Comune, è stato il segno tangibile di questo lavoro sinergico. Si è insomma deciso, con tutte le difficoltà del caso, di dare risposte sociali a problematiche sociali.
Oggi ci sentiamo un po’ smarriti, perché tutto questo avviene (e purtroppo non è la prima volta in questi ultimi mesi…) senza il coinvolgimento degli attori che presidiano quello spazio. Persone e realtà associative che si prendono cura della piazza e di chi la attraversa. Persone e realtà che l’Amministrazione, e le istituzioni coinvolte, si sono limitate ad avvisare a decisioni prese.

Questo è un metodo che non condividiamo. Conosciamo tutte le difficoltà che appartengono a quella zona della nostra città, ma rimaniamo convinti che la sola soluzione che, per quanto complessa e lunga da praticare, meriti di essere sostenuta, sia quella che era stata iniziata in forma condivisa con le realtà di piazza Gasparotto. Non sono utili facili scorciatoie che rischiano di essere solo “spot securitari” e che (come abbiamo già più volte verificato) non risolvono alcun problema, ma semplicemente lo fanno spostare in qualche altra parte della città, e poi ci penseremo…

Il Coordinamento Politico

di Coalizione Civica per Padova

LA RELAZIONE ANNUALE DEL GARANTE DEI DETENUTI AL CONSIGLIO COMUNALE

LA RELAZIONE ANNUALE DEL GARANTE DEI DETENUTI AL CONSIGLIO COMUNALE

Alcuni estratti:

I colloqui svolti (dal Garante Antonio Bincoletto) dal 1°di gennaio al 4 di dicembre 2022 coi detenuti sono stati 342, 309 in Casa di reclusione e 33 nel Carcere circondariale. Per colloqui si intende che i detenuti hanno fatto richiesta di incontrarlo, per sottoporlo a problemi specifici. E lui c’è andato ed ha ascoltato.

«L’anno di attività – ha spiegato dottor Antonio Bincoletto – che si sta concludendo ha confermato quanto complessa sia la realtà carceraria e quanto lavoro si richieda a chi, come un Garante territoriale, si trova ad interfacciarvisi quotidianamente, operando all’interno di essa in ambito extragiurisdizionale e in forma autonoma e indipendente. Il quadro generale pandemico non ha certo facilitato l’espletazione dell’incarico assunto, anche se il 2022 ha visto la chiusura della fase dell’emergenza covid e la ripresa della presenza dei volontari in carcere grazie alla campagna vaccinale che ha coinvolto la quasi totalità della popolazione ristretta. La condizione di supplementare isolamento vissuta per due anni dai reclusi e di frustrazione per chi opera e si occupa dei vari progetti in carcere, assieme alle carenze strutturali e endemiche, hanno comunque accentuato le criticità presenti e lasciato un segno evidente nel malessere diffuso fra la popolazione reclusa e fra gli operatori. L’incremento impressionante degli atti di autolesionismo e suicidiari nel carcere ne è sicuramente un sintomo».

«Il nostro territorio si trova dunque a doversi far carico in qualche misura sia di chi è recluso, sia di chi sta scontando pene alternative al carcere, sia di chi viene scarcerato per fine pena e che spesso si trova privo di mezzi e di riferimenti all’esterno. È importante non scordarsi di queste realtà se si vuole garantire alla nostra città una maggior sicurezza, essendo consapevoli che solo se si sarà in grado di accompagnare queste persone nella ricerca di una collocazione sociale regolare si darà loro la possibilità concreta, una volta scontata la pena, di rientrare in una vita sociale onesta e di non cadere nella recidiva».

https://www.padovaoggi.it/attualita/garante-detenuti-consiglio-comunale-carcere-atti-autolesionisti-padova-12-dicembre-2022.html

SERVONO LUOGHI DI AGGREGAZIONE, NON DIVIETI

Questo lunedì si è riunita la “prima commissione consiliare” per discutere della cosiddetta ordinanza #Antidegrado. Già lì abbiamo esplicitato la nostra posizione, attraverso l’intervento della nostra consigliera Chiara Gallani.
A seguito della stessa, vogliamo qui proporvi una riflessione sul tema del Coordinamento Politico di Coalizione Civica per Padova e gli articoli pubblicati in questi giorni.
SERVONO LUOGHI DI AGGREGAZIONE, NON DIVIETI
La recente ordinanza del Sindaco Giordani, che ha posto il divieto di vendita di alcolici per asporto dalle ore 20 e quello del consumo degli stessi fuori dai bar e dai loro plateatici nel centro storico, pone all’attenzione dell’intera città un importante problema sociale di vita dei giovani che non hanno a disposizione luoghi di aggregazione, tanto meno nel “salotto buono della città”, ormai completamente destinato all’uso da parte di bar e ristoranti che spesso non sono alla portata dei giovani che si organizzano come possono.
Abbiamo già visto negli anni cosa hanno sortito imposizioni di questo tipo nella nostra città. Il primo ad emettere una ordinanza analoga è stato l’ex Sindaco Zanonato e successivamente Bitonci. Si tratta di iniziative basate sulla criminalizzazione e sull’esclusione che, come quella del sindaco Giordani, si autolegittimavano attraverso una cultura sicuritaria che si nutre di concetti problematici e spesso stigmatizzanti come quello di “degrado” e “inciviltà”. Provvedimenti amministrativi motivati da elementi di urgenza (altro concetto problematico che spesso assicura la diffusione di allarmi sociali sovra-rappresentati e utilizzati per colpire certe categorie di individui “indisciplinati”), che non contribuiscono a nostro avviso a inquadrare e affrontare il problema dell’uso eccessivo di alcool da parte di giovani adolescenti e delle eventuali tensioni e conflittualità ad esso collegate nella sua complessità. Anzi finiscono storicamente a desertificare e rendere alcune zone della città poco frequentate e di conseguenza meno vivibili e in tale senso, paradossalmente, meno “sicure”. Non è con l’allontanamento o lo spostamento del problema che si trovano soluzioni adeguate, tanto meno stigmatizzando intere categorie di giovanissimi che vivono la nostra città. Parimenti, pensiamo che non saranno le limitazioni di orario a risolvere il problema. Si tratta in sintesi di un approccio di tipo sicuritario ostile alla nostra cultura politica che non deve mai tentarci in nessun terreno della vita sociale e che guarda caso sta fin da subito caratterizzando il nuovo governo di estrema destra che inaugura il suo mandato proprio con l’emanazione d’urgenza di un’inaccettabile stigmatizzante e punitivo decreto legge proprio in riferimento al tema dell’aggregazione giovanile, nello specifico sul tema dell’organizzazione dei Rave.
Premesso che per noi sono altre le vere “emergenze” politiche e sociali su cui dovremmo investire tempo e risorse, come Coalizione Civica per Padova riteniamo utile e necessario a proposito investire su interventi che creino luoghi di aggregazione diffusi in città, in collaborazione con chi si occupa già da tempo di queste problematiche, come le associazioni che stanno tentando con enorme difficoltà di costruire alternative sociali e culturali rivolte ai giovani, e che spesso si trovano isolate e con poche risorse. Ad esempio utilizzare correttamente il Regolamento dei Beni Comuni potrebbe essere una delle soluzioni per dare sostegno alle associazioni esistenti contribuendo a costruire esperienze aggregative aperte e libere anche nei quartieri, per dare delle alternative reali, anche in centro storico, a chi giustamente non vuole rinunciare alla socialità e alla libera aggregazione.
Bisogna investire in spazi e luoghi dove giovani (e non solo) possano trovare contesti e possibilità di socialità in grado anche di fornire una risposta alle tensioni e problematiche che potessero eventualmente emergere intorno a certe forme di consumo di alcol e di ritrovo giovanile iper-concentrate in certe aree della città. Riteniamo che sia possibile ripensare, ad esempio in accordo con l’Università a modalità ulteriori di investimento sugli immobili, sicuramente riqualificando gli edifici, ma non soltanto per creare nuove aule: è necessario anche realizzare nuovi spazi dedicati alla libera socialità oltre che allo studio.
Crediamo ad una progettualità della città pensata collegialmente e intesa a dare risposte alle necessità e istanze di tutte le parti, adeguatamente coinvolte, e siamo certi che ai problemi non si intenda rispondere solo con divieti e restrizioni o riservando parte della città solo ad alcune attività commerciali.
INVESTIAMO NEL FUTURO, INVESTIAMO SUI GIOVANI RISPONDENDO AI LORO BISOGNI
Il Coordinamento Politico di Coalizione Civica per Padova

SUL VIOLENTO SGOMBERO DI CASE ATER IN VIA DELLE MELETTE

Questa mattina 4 appartamenti dell’Ater in via delle Melette sono stati sgomberati improvvisamente, senza alcun preavviso. Le giovani abitanti delle case sono state svegliate dalla polizia che in alcuni casi ha sfondato le porte per entrare e cacciare le abitanti. Nelle operazioni di polizia una delle abitanti che era all’interno dell’appartamento, è rimasta ferita al volto. Altrə ragazzə sono rimastə feritə durante le violente cariche subite da chi, prima in via delle Melette poi davanti agli uffici dell’Ater, protestava contro lo sgombero e manifestava spontaneamente per il diritto alla casa.
Come #CoalizioneCivica per #Padova denunciamo in modo netto questa modalità d’intervento che troviamo inaccettabile in un paese civile e democratico, ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle giovani ragazze cacciate con violenza dalle abitazioni dove alloggiavano. E denunciamo, come fatto già in passato, le politiche abitative dell’#Ater e della #Regione sempre più segnate dalla speculazione.
Quello della #casa è un problema innanzitutto politico. Si tratta di una delle più gravi emergenze sociali che affliggono la nostra città e, in quanto tale, va affrontata. Attraverso nuove politiche abitative inclusive e con la mediazione sociale e politica, quando si tratta di occupazioni abitative. Oggi alle 18 saremo davanti al Municipio con chi si batte per il diritto alla casa!
(Foto da pagina FB Pedro)

MARTA NALIN SUI GRAVI FATTI DI PIAZZETTA GASPAROTTO

Marta Nalin sui gravi fatti di Piazzetta Gasparotto: “Dobbiamo presidiare e proteggere i diritti di ogni persona presente sul nostro territorio.”

A tre giorni dai fatti, ancora non è chiaro cosa sia accaduto in Piazzetta Gasparotto, chi abbia preso la decisione di procedere allo sgombero e perché.
Senz’altro però è mancata una prospettiva di rispetto e salvaguardia dei diritti di tutti.

Condividiamo le parole della nostra consigliera Marta Nalin.

Lunedì mattina in piazza Gasparotto è avvenuto un fatto grave. La polizia locale ha sgomberato i giacigli di alcune persone senza dimora, portando via effetti personali e documenti.
Conosciamo la situazione della piazza, conosciamo la popolazione che la abita e la attraversa, una popolazione molto varia, che si sposta da altri luoghi della città divenuti inospitali per le persone più fragili, una popolazione in aumento anche a causa della decisione del legislatore nazionale di disinvestire sui servizi di accoglienza, penso alla preferenza del sistema CAS rispetto al sistema SAI.
E conosciamo l’importanza della presenza e del lavoro delle realtà che hanno scelto di prendersi cura di quella piazza da anni.
Negli scorsi anni l’amministrazione ha deciso di porsi a fianco di queste realtà nella presa in cura di quel luogo, con un approccio inclusivo e non escludente. Probabilmente spostare il problema è più facile ma non risolve la situazione, il Comune ha una responsabilità nei confronti delle persone a partire dalle più fragili, nei confronti delle realtà sociali e culturali che animano la nostra città e nei confronti di ogni parte del territorio cittadino, anche quelle più nascoste e difficili. Per questo è fondamentale lavorare in modo coordinato tra settori del comune, perchè ogni intervento sia parte di un progetto condiviso e così sia più efficace.
Il difficile lavoro che i servizi sociali hanno costruito e stanno portando avanti in co-progettazione con i soggetti della piazza è complesso e richiede pazienza, oltre che competenza e presenza costante, ogni intervento non coordinato che si inserisce in questo processo delicato rischia di far fare passi indietro, che significano ricominciare da capo.
Per questo, questa sera in Consiglio comunale ho chiesto alla Giunta spiegazioni su quanto è accaduto e ho chiesto se l’amministrazione condivida l’approccio inclusivo, la necessità di procedere in modo coordinato, con un piano di azione unico multisettore che possa prendere la forma di un patto di collaborazione secondo il regolamento dei beni comuni con un investimento straordinario. La risposta dell’assessore e dell’assessora competenti e stata positiva. Il lavoro sociale è lungo e difficile, non abbiamo bisogno di fare passi indietro, a maggior ragione oggi in un contesto in cui all’aumentare della povertà aumentano le diseguaglianze, le discriminazioni, i pregiudizi. Dobbiamo presidiare e proteggere i diritti di ogni persona presente sul nostro territorio.