Salute

LE STRADE A 30 ALL’ORA SALVANO VITE. LE VOGLIAMO ANCHE A PADOVA

LE STRADE A 30 ALL’ORA SALVANO VITE. LE VOGLIAMO ANCHE A PADOVA

 

Impazza la polemica sulla trasformazione del centro storico di Bologna in zona con limite di velocità a trenta all’ora. Ma, contrariamente a quanto afferma Salvini, gli studi confermano che passsando da 50 a 30 km/h di limite massimo la velocità media dei veicoli non diminuisce.

In città, che piaccia o meno, le auto – tra fermate agli stop, traffico e precedenze – viaggiano in media molto al di sotto dei 30 km/h anche dove il limite è a 50: abbassare il limite, quindi, non ha alcuna conseguenza negativa sulla fluidità del traffico.

Le conseguenze invece ci sono, eccome, sulla sicurezza: con il limite a 30 all’ora gli incidenti hanno esiti meno gravi e diminuisce moltissimo il rischio di incidenti mortali. Inoltre, evitando le accelerazioni necessarie per raggiungere i 50 km/h, si abbatte anche il consumo di carburante e di conseguenza lo smog, e si migliora la qualità dell’aria.

Per questo a Padova già la precedente amministrazione ha istituito il limite dei 30 all’ora in diverse vie di quartiere. Ed ora, come ha dichiarato l’assessore Andrea Ragona, le strade a 30 all’ora diventeranno molte di più, a tutela soprattutto di utenti della strada più deboli: persone che vanno a piedi e in bicicletta, bambinə e persone anziane e con mobilità ridotta.

In prospettiva sarebbe utile istituire il limite di 30 km/h, più che in singole vie, in zone dei quartieri (ovviamente senza interessare le vie di scorrimento). È questa la vera sicurezza: garantire il diritto di tuttə di spostarsi, tutelando la vita di tuttə.

 

10% riduzione delle emissioni climalteranti negli ultimi 4 anni: importante risultato per Padova

10% riduzione delle emissioni climalteranti negli ultimi 4 anni: importante risultato per Padova

 

Il Comune di Padova ha pubblicato il rapporto di monitoraggio del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima che comprende la valutazione dello stato di attuazione dei 116 progetti previsti per ridurre le emissioni climalteranti ed il relativo bilancio emissivo che ne certifica l’efficacia.
Un ottimo risultato che indica la strada da proseguire e potenziare per raggiungere gli importanti risultati che Padova si è posta con la Missione 100 Città: le 100 città europee (9 italiane) che si sono poste l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2030.
Un forte ringraziamento ai nostri rappresentanti in Amministrazione: Andrea Ragona, Chiara Gallani e Marta Nalin che hanno promosso e sostengono l’attività, nonostante le difficoltà che incontrano quotidianamente, legate alle resistenze ad abbandonare un modello di città basato sull’uso dell’auto, su un’economia che fatica a trovare una nuova dimensione più rispettosa dell’uomo e dell’ambiente in cui viviamo.
Tali risultati dimostrano che i progetti che si stanno realizzando incidono effettivamente, portando beneficio a tutta la città e vanno ulteriormente potenziati con il contributo e la collaborazione di tutti.
dal post FB di Chiara Gallani:
EMISSIONI CLIMALTERANTI, MENO 10% NEGLI ULTIMI 4 ANNI
Abbiamo pubblicato il monitoraggio delle 116 azioni del PAESC ed il bilancio energetico ed emissivo della città di Padova, due documenti importanti e frutto di lungo lavoro.
Sono importanti perché fotografano il livello attuale delle emissioni di gas serra associate a tutte le fonti emissive e perché misurano lo stato di attuazione delle azioni condivise nell’ultimo Piano di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima per abbassare quelle emissioni.
Ci restituiscono una città che ha contenuto del 10% i gas climalteranti negli ultimi 4 anni e di oltre il 30% rispetto al 2005, anno base di riferimento.
Attraverso questo monitoraggio e bilancio è possibile quindi avere il quadro completo del lavoro che il Comune sta svolgendo assieme a tutto il territorio sul fronte della decarbonizzazione e l’esito effettivo di questi impegni presi.
Soprattutto, questi documenti sono un passaggio fondamentale per la nuova strategia di totale decarbonizzazione verso cui Padova si è impegnata e che seguo come Consigliera Comunale di Coalizione Civica per Padova, delegata alla missione 100 Città, le 100 città europee che dovranno raggiungere questo obiettivo già nel 2030.
In questi mesi stiamo lavorando con tutti i soggetti del territorio comunale, in particolare con i comparti che risultano più “deboli” dal monitoraggio, come edilizia civile ed industria, e stiamo intavolando dei confronti per definire delle azioni che nei prossimi mesi verranno concretizzate dagli Accordi per il Clima e nel Climate City Contract in fase di redazione.
Prosegue di pari passo il lavoro con le altre 8 città italiane scelte per la neutralità climatica al 2030 e con il Governo per portare avanti insieme questi obiettivi e per definire azioni comuni.
Al link, dopo il comunicato, l’intero documento, prezioso per conoscere la nostra città dal punto di vista del suo impatto ambientale

VOGLIAMO DAVVERO UNA CITTA’ PRIGIONIERA DELL’AUTO?

VOGLIAMO DAVVERO UNA CITTA’ PRIGIONIERA DELL’AUTO?

 

In questi ultimi giorni sulla stampa sono state riportate molte prese di posizione a favore dell’aumento di
parcheggi in città o contro i nuovi cantieri del tram. Insomma trasporto privato contro trasporto pubblico, che significa conservazione e inquinamento contro innovazione, salute e vivibilità.
La città è già oggi soffocata dalle file di macchine in parcheggio e tante piazze sono state sacrificate a
questa funzione. Si è trattato di uno sviluppo inverso, invece che intorno alle persone la città si è sviluppata intorno all’auto. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi e nei polmoni. Marciapiedi, piste ciclabili, aree pedonali, l’auto impera ovunque rendendo la città inospitale. Per non parlare degli incidenti (il maggior numero avviene nelle città).
Questo stile vita urbano non è più sostenibile, non è adatto al benessere della persona e incide
negativamente sulla salute delle collettività. In tutta Europa si stanno studiando soluzioni per migliorare la qualità della vita nei centri urbani e i progetti vanno tutti nella stessa direzione: ridare spazio alle persone.
Potrà sembrare banale, ma i dati ci mostrano che le strade costituiscono circa l’80% degli spazi aperti delle città, superfici che dovrebbero essere impiegate per la vita delle persone, per la socialità e per le attività commerciali. Molti esempi dimostrano che la trasformazione delle strade in spazi condivisi e accessibili a tutti apporta benefici sia sul piano ambientale, sia sul piano della vivibilità e del benessere, anche economico. Ne abbiamo alcuni esempi virtuosi, dovrebbero ricordarsene quelli che oggi sostengono la necessità di 1000 posti auto in centro storico. Le attività commerciali di via Umberto e via Roma, senza traffico, sono decollate tanto da attrarre nuove aperture di negozi.
Riteniamo che la nostra città non possa perdere l’occasione degli importanti finanziamenti (nuove linee
tram) ottenuti per dare finalmente una svolta alla nostra mobilità. Gli obiettivi primari devono essere
orientati alla sostenibilità, per ridurre l’inquinamento atmosferico e rendere la città più vivibile.
Auspichiamo l’ampliamento della zona ZTL, l’introduzione delle zone 30 nei quartieri, la riduzione dei
parcheggi nel centro storico, la promozione della mobilità condivisa, pedonale e ciclabile.

SOLO AGENDO IN QUESTO MODO POTREMO RAGGIUNGERE GLI IMPORTANTI OBIETTIVI DELLA NEUTRALITA’ CLIMATICA ENTRO IL 2030.

 

Padova, 7 agosto ’23

 

Coalizione Civica per Padova

 

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Le macchie sul pianeta sono indelebili.

Il reato di associazione a delinquere è il reato di chi si ostina a distruggere il pianeta.

 

Tutti gli accordi internazionali sul clima sono stati sistematicamente disattesi e ci avviamo verso il collasso climatico. La politica ha pochissimo tempo per decidere i provvedimenti da attuare con urgenza per contenere la catastrofe. Di fronte a questa realtà, a nulla sono valsi gli appelli della comunità scientifica di tutto il mondo, a tutt’oggi inascoltati, e i report dell’IPCC.

Processed with MOLDIV

 

Le richieste dei cittadini preoccupati si sono espresse attraverso marce, convegni, scioperi: tutto ciò non è bastato. Per questo, in tutta Europa si fanno sentire con azioni eclatanti, accompagnate da grande risonanza mediatica. E mentre nessuno di noi ormai ricorda, per esempio, i persecutori delle suffragette, ogni giorno beneficiamo degli effetti delle loro campagne di disobbedienza civile.

Alcuni nostri concittadini, alcuni nostri studenti, sono stati denunciati per associazione a delinquere per aver messo in atto azioni non violente e puramente dimostrative, che non hanno arrecato alcun danno a persone e cose.

Chiedevano lo STOP dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, esattamente ciò che una rete di associazioni chiede in tutta Europa attraverso una serie di campagne di disobbedienza civile (A22), che ha iniziato a sortire effetti positivi – ad esempio In Olanda, dove è stato negato l’accesso ai jet privati all’aeroporto di Amsterdam Schiphol.

Di contro chi continua, con responsabilità politiche gravi, a ignorare l’emergenza climatica e ad approvare provvedimenti miopi o dannosi per il futuro di tutto il pianeta, non verrà mai indagato. Finanziare il fossile o autorizzare il consumo di suolo resta legale, ma è palesemente ingiusto. Mentre chiedere conto del futuro di tutti e tutte è giusto, ma ritenuto illegale.

Riteniamo che il capo di imputazione utilizzato nei confronti di queste ragazze e di questi ragazzi, e delle loro manifestazioni non violente, rappresenti un provvedimento intimidatorio che poco ha a che vedere con la tutela della collettività, tutela che invece andrebbe esercitata ponendo al centro delle scelte politiche ed amministrative il contrasto al cambiamento climatico attraverso una concreta svolta rispetto al modello economico e produttivo attualmente dominante.

Questa è la sfida che dobbiamo cogliere, senza farci intimidire dalla portata delle decisioni che sottende, decisioni che non possiamo ulteriormente rinviare.

A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto.

A Vicenza il 15 aprile per la sanità pubblica in Veneto c’era anche Coalizione Civica per Padova

Sono arrivate tra le 10.000 e le 15.000 persone che, aderendo all’appello di CoVeSaP, hanno sfilato per le vie : una fiumana umana e stata definita, così lunga da stringere, quasi in un abbraccio il centro storico circondandolo. 18 comitati dalle diverse province venete e più di 100 associazioni aderenti, oltre a cittadini e cittadine, si sono dati appuntamento per urlare che “la salute non si vende, la salute si difende”, “non un soldo al privato, la sanità è dello stato”, “non vogliamo carri armati ma più cure ai malati”, “la salute non è un lusso, è un diritto indiscusso”… Questi alcuni degli slogan che, insieme agli altri, hanno accompagnato il percorso in una condivisione di obiettivi e richieste : 50 milioni in più alla sanità per assicurare a tutti i cittadini l’unico diritto definito dalla Costituzione fondamentale : una sanità pubblica e universale.
L’anno scorso a Padova, quest’anno a Vicenza. L’anno prossimo….?
La regione deve sapere che non è finita qui.

SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE

SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE

 

L’acqua è fondamentale per tutti gli aspetti della vita: per la salute e benessere dell’uomo, per la produzione di energia e cibo, per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Eppure l’acqua scarseggia ovunque e la siccità è ormai un problema strutturale: uno dei prezzi pagati al cambiamento climatico. E’ evidente che il problema non è causato esclusivamente dalla riduzione della pioggia o della neve degli ultimi anni. Il permanere delle elevate perdite idriche della rete di distribuzione con una media nazionale del 42,2% del volume immesso in rete (ISTAT 2022) causate dalla mancata manutenzione delle reti, dalla mancanza di controlli e dall’assenza di investimenti degli enti gestori, rendono obbligatorio effettuare piani di investimento per ridurre questi importanti sprechi e per ammodernare le reti.
Dobbiamo prepararci a una realtà nuova, caratterizzata anche da una riduzione della disponibilità idrica – l’attuale media annua è del 19% nell’ultimo trentennio rispetto al precedente (ISPRA, 2022) -e cambiare, anche ponendo rimedio agli errori del passato, per salvaguardare questa risorsa. Invece di intervenire sugli effetti si deve intervenire sulle cause, attraverso una strategia ad ampio raggio che dovrebbe avere al centro un adeguato Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, basato sulle più aggiornate conoscenze ed esperienze realizzate in Europa, utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions) per favorire una corretta ricarica delle falde, per creare aree di laminazione naturale, per favorire processi di auto-depurazione e per ridurre, in generale, la vulnerabilità del nostro territorio. Va anche ridotto il fabbisogno di acqua in agricoltura che utilizza oggi il 60% della risorsa di acqua disponibile, promuovendo l’agroecologia. Per ridurre la dipendenza dall’acqua della nostra agricoltura, andrebbero incentivate l’agricoltura biologica e le altre pratiche agricole che incrementano la sostanza organica nel suolo che trattiene l’acqua e privilegiare le colture che richiedono una ridotta irrigazione. Sarebbe necessario, inoltre, rivedere le concessioni idriche dando priorità agli usi idropotabili, all’agricoltura e all’ambiente, evitando, o riducendo drasticamente, utilizzi inopportuni di acqua (come ad esempio la produzione di neve artificiale). E ancora, riteniamo indispensabile ridurre il consumo di suolo che avanza ad un ritmo di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, avviando azioni di recupero e ripristino ambientale di aree urbanizzate in disuso. I nuovi invasi non risolveranno il problema: il proliferare di nuovi invasi e programmi d’intervento straordinari, dettati dall’emergenza, derogando dalla pianificazione ordinaria e dai suoi vincoli territoriali, rischia di peggiorare la situazione, aggravando il bilancio idrico complessivo degli ecosistemi e delle falde. Ma è proprio quello che sta facendo il governo che ha attivato una cabina di regia in vista del varo di un “Piano acqua” di contrasto alla siccità che è fondato su tre assi: la nomina di un Commissario Straordinario, norme di semplificazione e deroghe per accelerare i lavori, risorse economiche destinate alla creazione di invasi e dighe. Nuovamente una proposta di interventi decisamente non adeguati, tardivi e basati sulla logica che rincorre l’emergenza e investe sulle grandi opere senza neanche valutarne l’impatto ambientale. Si tratta di proposte superate, in continuità con le politiche degli ultimi decenni che tentano di ribaltare il risultato finale senza partire dalle cause. Sappiamo già a cosa hanno portato politiche di questo tipo.
Basterebbe rivedere la programmazione di importanti risorse del PNRR dando precise indicazioni sugli interventi prioritari da realizzare che garantiscano risultati ambientali basati su dati scientifici, largamente a disposizione sui rischi climatici del nostro territorio.
Sarà inoltre necessario coinvolgere la cittadinanza per spronarla a cambiare il modo di utilizzare questa importante risorsa: gli italiani sono campioni d’Europa di spreco (220 litri in media abitante al giorno).
Proprio in questi giorni è in corso la conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, prevista a New York dal 22 al 24 marzo, dove l’UE presenterà importanti impegni per il futuro: è necessario che anche l’Italia dia il segnale di un cambiamento sostanziale di approccio rispetto alle politiche ambientali.

 

 

PRESENTAZIONE P.D.L.REGIONALE SUL FINE VITA

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE SUL FINE VITA E LANCIO RACCOLTA FIRME

Ieri sera, mercoledì 8 febbraio ’23, si è svolta nella sede di Coalizione Civica per Padova (Riviera Ponti Romani, 44) si è svolto un partecipato incontro di presentazione del progetto di legge regionale da parte di Diego Silvestri e Fulvia Tomatis dell’Associazione Luca Coscioni.

Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, anche Laura Zaratin (presidente di Coalizione Civica), Vania Trolese (portavoce regionale di Veneto che Vogliamo), Sara Scapin (del coordinamento provinciale di VcV), Elena Ostanel (consigliera regionale di VcV), Marta Nalin e Chiara Gallani (consigliere comunali di Coalizione).

 

Qui la registrazione dell’incontro (diretta facebook accessibile anche per chi non ha profilo FB):

https://fb.watch/izTS2nIpB9/

 

Qui il post dove Elena Ostanel illustra l’iniziativa:

https://www.facebook.com/ostanel.elena/posts/pfbid02dWF8LWFTNP7ZZKfXgFAJnSrtkCPU48UbgVe4Vq2fDMPmLxCBPy3StbvKSbZjKNHxl

 

GIÙ LE MANI DALL’OSPEDALE SANT’ANTONIO

GIÙ LE MANI DALL’OSPEDALE SANT’ANTONIO

[dal post di Marta Nalin]:
Questa mattina ci siamo trovatə davanti all’ospedale Sant’Antonio, che quest’anno perde un altro pezzo dell’offerta sanitaria per la città. Si tratta del servizio di Farmacia che tra l’altro distribuisce direttamente i farmaci per le persone con malattiale croniche e quelli a costo elevato per terapie particolari, che non esisterà più e sarà trasferito al presidio ospedaliero di Piove di Sacco.
Temevamo sarebbe successo e con noi le diverse realtà che si occupano della salute della cittadinanza, quando con Sindacə e Assessorə anche degli altri Comuni abbiamo interrogato Ulss, Azienda ospedaliera e Regione sulle conseguenze della loro decisione di passare il S.Antonio all’Azienda Ospedale – Università.
Ci era stato risposto che per le persone nulla sarebbe cambiato. E invece da quel giorno abbiamo assistito al continuo impoverimento dei servizi in quello che era l’Ospedale del territorio.
Tale scelta fa ancora più rabbia oggi dopo la tragica esperienza della pandemia.
Speriamo che partano presto i lavori della Commissione speciale Salute del Comune di Padova e con il sostegno alle realtà della città anche come Coalizione Civica per Padova continuiamo a presidiare e a denunciare le scelte scellerate della Regione sulla nostra pelle.

ai

EMERGENZA CLIMATICA. NUTRIMENTO SANO PER LA SALUTE DELLA PERSONA E DELL’AMBIENTE

EMERGENZA CLIMATICA. NUTRIMENTO SANO PER LA SALUTE DELLA PERSONA E DELL’AMBIENTE

Coalizione Civica per Padova presenta l’incontro di

mercoledì 23 novembre ’22 alle ore 20,45

presso la Sala Paladin, a Palazzo Moroni, Padova

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Interverranno:

– Luciana Baroni, MEDICA NUTRIZIONISTA

– Gianni Tamino, DOCENTE DI BIOLOGIA UNIPD

– Celestino Benettazzo, AGRICOLTORE BIO

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Modera: Chiara Gallani, CONSIGLIERA COMUNALE CCP

ABBIAMO BISOGNO DI PIU’ MEDICINA SUL TERRITORIO: RIVOGLIAMO I CONSULTORI FAMILIARI.

ABBIAMO BISOGNO DI PIU’ MEDICINA SUL TERRITORIO: RIVOGLIAMO I CONSULTORI FAMILIARI.

Fino a qualche anno fa in via Salerno al civico 1 era attivo un Consultorio Familiare: un servizio per donne, famiglie, bambine e bambini, adolescenti, persone adulte in difficoltà. Sicuramente molte delle persone che abitano nel quartiere lo ricordano bene, anche per essere state utenti del Consultorio.
Ginecologia, Supporto psicologico, Infermiera, Ostetrica, Assistente sociale erano a disposizione, spesso gratuitamente e senza bisogno di appuntamento, per la cittadinanza e fornivano: assistenza alla gravidanza, corsi di preparazione al parto, promozione dell’allattamento al seno, consulenza per la contraccezione ed eventualmente per l’interruzione volontaria della gravidanza, supporto alle donne in menopausa, visite ginecologiche, senologiche e PAP test, consulenza e terapia psicologica, supporto alle coppie in crisi, educazione affettivo-sessuale nelle scuole, visite domiciliari alle neomamme in difficoltà.
Oggi quello spazio è un luogo abbandonato. È uno dei quattro Consultori Familiari che USSL e Regione hanno chiuso a Padova negli ultimi 10 anni.
Lo hanno fatto utilizzando il sistema dell’accorpamento, ovvero riducendo le equipe un poco alla volta, fra trasferimenti e pensionamenti senza assunzione di nuovo personale, fino a farle risultare fortemente incomplete e impossibilitate ad esercitare le loro funzioni, costrette quindi a chiudere un po’ alla volta.

Ieri ci siamo trovati all’ex Consultorio di via Salerno 1, oggi un luogo abbandonato e con i cittadini e le cittadine del quartiere abbiamo scritto una lettera a Regione, ULSS e Ater, definendo insieme le proposte per restituire quello spazio alla città.

Il testo della lettera

l’intervento davanti all’ex-consultorio di via Salerno 1