Urbanistica
Il Veneto è la seconda regione più cementificata d’Italia e per decenni la crescita di Padova si è basata sullo sfruttamento del territorio: siamo maglia nera per il consumo di suolo.
Negli ultimi 5 anni abbiamo invertito la rotta. Abbiamo salvato dal cemento il Parco Iris, il Basso Isonzo, il giardino Zantomio.
Ma soprattutto è stato redatto un Piano degli Interventi che per la prima volta sottrae 3,5 milioni di metri quadri al cemento. Altri ne recuperiamo grazie alla deimpermeabilizzazione del suolo (come in via Savelli) o alle 80 aree di rigenerazione individuate, ovvero le aree degradate dove vogliamo si concentrino i residui interventi edilizi.
La nostra filosofia è semplice: no al consumo di suolo, si costruirà solo in caso di utilità pubblica. L’economia e l’edilizia d’ora in poi dovranno convergere solo su aree come vecchie fabbriche o capannoni abbandonati, rinaturalizzandole; e solo con un effettivo beneficio per la città, perchè gli interessi di tutti sono davanti a quelli dei pochi.
Il lavoro dei prossimi anni partirà da qui per sviluppare la città dei 15 minuti, dove i quartieri sono al centro e i servizi sono vicini alle persone, e per dare battaglia contro due leggi regionali che stanno devastando le nostre città e il nostro territorio: il Piano Casa e la legge che liberalizza le medie superfici di vendita.
Impazza la polemica sulla trasformazione del centro storico di Bologna in zona con limite di velocità a trenta all’ora. Ma, contrariamente a quanto afferma Salvini, gli studi confermano che passsando da 50 a 30 km/h di limite massimo la velocità media dei veicoli non diminuisce. In città, che piaccia o meno, le auto – tra fermate agli stop, traffico e precedenze – viaggiano in media molto al di sotto dei 30 km/h anche dove il limite è a 50: abbassare il limite, quindi, non ha alcuna conseguenza negativa sulla fluidità del traffico. Le conseguenze invece ci sono, eccome, sulla sicurezza: con il limite a 30 all’ora gli incidenti hanno esiti meno gravi e diminuisce moltissimo il rischio di incidenti mortali. Inoltre, evitando le accelerazioni necessarie per raggiungere i 50 km/h, si abbatte anche il consumo di carburante e di conseguenza lo smog, e si migliora la qualità dell’aria. Per questo a Padova già la precedente amministrazione ha istituito il limite dei 30 all’ora in diverse vie di quartiere. Ed ora, come ha dichiarato l’assessore Andrea Ragona, le strade a 30 all’ora diventeranno molte di più, a tutela soprattutto di utenti della strada più deboli: persone che vanno a piedi e in bicicletta, bambinə e persone anziane e con mobilità ridotta. In prospettiva sarebbe utile istituire il limite di 30 km/h, più che in singole vie, in zone dei quartieri (ovviamente senza interessare le vie di scorrimento). È questa la vera sicurezza: garantire il diritto di tuttə di spostarsi, tutelando la vita di tuttə. È stato presentato ieri pomeriggio lo studio sull’impatto ambientale del nuovo centro logistico di Alì a Granze di Camin. La valutazione dell’impatto ambientale è stata fatta, come è in uso, sulla base della monetizzazione del danno, quando la risorsa primaria messa a repentaglio da questo progetto è il suolo, una risorsa finita, fragile, indispensabile alla vita della specie umana e di tutte le altre specie e che si rigenera in tempi estremamente lunghi. In altre parole una risorsa di valore incommensurabile. La valutazione è elaborata nell’ottica di individuare le compensazioni in grado di restituire i valori ecosistemici che il progetto sacrifica, come si trattasse di un’opera di rilevante interesso pubblico, in questo caso però non è così. L’approvazione richiede anche una variante agli strumenti urbanistici che appare in contrasto con le previsioni e le strategie chiaramente indicate sia dalla pianificazione territoriale di livello superiore, sia da tutti i piani di cui l’amministrazione si è dotata negli ultimi anni: Piano degli Interventi, Piano del Verde e Paesc. Queste considerazioni ci spingono a sostenere l’appello presentato dai comitati Cittadini di Granze e Circolo Wigwam – Il Presidio, già sottoscritto da più di 40 associazioni, centinaia di cittadini e sostenuto dal climatologo Luca Mercalli. In questi ultimi giorni sulla stampa sono state riportate molte prese di posizione a favore dell’aumento di SOLO AGENDO IN QUESTO MODO POTREMO RAGGIUNGERE GLI IMPORTANTI OBIETTIVI DELLA NEUTRALITA’ CLIMATICA ENTRO IL 2030. Padova, 7 agosto ’23 Coalizione Civica per Padova Lo studio di impatto ambientale commissionato dal Comune di Padova è sicuramente una scelta importante per cercare di definire le reali ricadute di questo polo logistico che andrebbe ad impattare 28.7.23 Coalizione Civica per Padova Partenza dal parcheggio Alì in Via dei Colli. Ci muoviamo verso Via Monte Cinto dove è stata approvata la variante di area attrezzata sul Bacchiglione di collegamento con Via Monte Cinto. Da Via Monte Cinto ci dirigiamo in Via Ciamician dove si “rigenera” l’area dell’Extraextra e relativo parcheggio. Di nuovo in sella direzione Via Cave e sosta in Via Plana dove c’è una grande area di rigenerazione, ceduta al Comune con lo spostamento di cubatura in altra zona Ritorniamo in Via Cave e proseguiamo in Via Pioveghetto dove si trova una grande area C2 residenziale di espansione, continuiamo fino alla fine di Via Pioveghetto per area Zignago C1, residenziale di rigenerazione. Da lì percorriamo Via Naccari e arriviamo in Via Dini dove si possono “ammirare “i nuovi palazzoni. Se vogliamo possiamo andare poco distante, in Via Magarotto, dove troviamo un’altra area sottoposta ad accordo pubblico privato(APP). Riprendiamo Via Dini e arriviamo in Via Pelosa dove è presente un lotto edificabile che in parte è stato ceduto al Comune, proseguiamo fino all’incrocio con Via dei Sette Martiri dove ci sono i campi e la casa colonica della curia. I campi contrassegnati con linea verde continua indicano un perimetro variante verde per la riclassificazione di aree edificabili. Oltre il canale si identifica un’area di rigenerazione con scheda progettuale per parco sportivo e attrezzature di interesse territoriale. Ritorniamo indietro al parco Brentelle e concludiamo con la caserma Romagnoli che come si vede è di colore giallo, tutta C1 ovvero zona residenziale di rigenerazione. Al parco, per chi lo desidera, piccolo rinfresco e chicchiere in tema. L’acqua è fondamentale per tutti gli aspetti della vita: per la salute e benessere dell’uomo, per la produzione di energia e cibo, per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Eppure l’acqua scarseggia ovunque e la siccità è ormai un problema strutturale: uno dei prezzi pagati al cambiamento climatico. E’ evidente che il problema non è causato esclusivamente dalla riduzione della pioggia o della neve degli ultimi anni. Il permanere delle elevate perdite idriche della rete di distribuzione con una media nazionale del 42,2% del volume immesso in rete (ISTAT 2022) causate dalla mancata manutenzione delle reti, dalla mancanza di controlli e dall’assenza di investimenti degli enti gestori, rendono obbligatorio effettuare piani di investimento per ridurre questi importanti sprechi e per ammodernare le reti. Articolo pubblicato in seguito alla conferenza stampa di Coalizione Civica, di sabato 18 marzo. Sul nuovo magazzino Alì la nostra posizione è chiara: NO.
Sul nuovo magazzino Alì la nostra posizione è chiara: NO.
LE STRADE A 30 ALL’ORA SALVANO VITE. LE VOGLIAMO ANCHE A PADOVA
LE STRADE A 30 ALL’ORA SALVANO VITE. LE VOGLIAMO ANCHE A PADOVA
Hub Alì a Granze: nessuna compensazione può riparare al danno ambientale
L’Hub Alì a Granze di Camin non è un’opera di interesse pubblico, nessuna compensazione potrà riparare al danno ambientale della cementificazione.
SOSTENIAMO L’APPELLO DEI COMITATI CITTADINI DI GRANZE E DEL CIRCOLO WIGWAM
qui il link
Manifestazione del 5 novembre a Granze contro il progetto dell’Hub Alì
Manifestazione del 5 novembre a Granze contro il progetto dell’Hub Alì
VOGLIAMO DAVVERO UNA CITTA’ PRIGIONIERA DELL’AUTO?
VOGLIAMO DAVVERO UNA CITTA’ PRIGIONIERA DELL’AUTO?
parcheggi in città o contro i nuovi cantieri del tram. Insomma trasporto privato contro trasporto pubblico, che significa conservazione e inquinamento contro innovazione, salute e vivibilità.
La città è già oggi soffocata dalle file di macchine in parcheggio e tante piazze sono state sacrificate a
questa funzione. Si è trattato di uno sviluppo inverso, invece che intorno alle persone la città si è sviluppata intorno all’auto. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi e nei polmoni. Marciapiedi, piste ciclabili, aree pedonali, l’auto impera ovunque rendendo la città inospitale. Per non parlare degli incidenti (il maggior numero avviene nelle città).
Questo stile vita urbano non è più sostenibile, non è adatto al benessere della persona e incide
negativamente sulla salute delle collettività. In tutta Europa si stanno studiando soluzioni per migliorare la qualità della vita nei centri urbani e i progetti vanno tutti nella stessa direzione: ridare spazio alle persone.
Potrà sembrare banale, ma i dati ci mostrano che le strade costituiscono circa l’80% degli spazi aperti delle città, superfici che dovrebbero essere impiegate per la vita delle persone, per la socialità e per le attività commerciali. Molti esempi dimostrano che la trasformazione delle strade in spazi condivisi e accessibili a tutti apporta benefici sia sul piano ambientale, sia sul piano della vivibilità e del benessere, anche economico. Ne abbiamo alcuni esempi virtuosi, dovrebbero ricordarsene quelli che oggi sostengono la necessità di 1000 posti auto in centro storico. Le attività commerciali di via Umberto e via Roma, senza traffico, sono decollate tanto da attrarre nuove aperture di negozi.
Riteniamo che la nostra città non possa perdere l’occasione degli importanti finanziamenti (nuove linee
tram) ottenuti per dare finalmente una svolta alla nostra mobilità. Gli obiettivi primari devono essere
orientati alla sostenibilità, per ridurre l’inquinamento atmosferico e rendere la città più vivibile.
Auspichiamo l’ampliamento della zona ZTL, l’introduzione delle zone 30 nei quartieri, la riduzione dei
parcheggi nel centro storico, la promozione della mobilità condivisa, pedonale e ciclabile.QUALE IMPATTO DEL POLO LOGISTICO A GRANZE DI CAMIN. NO AL CONSUMO DI SUOLO
QUALE IMPATTO DEL POLO LOGISTICO A GRANZE DI CAMIN
NO AL CONSUMO DI SUOLO
fortemente sul quartiere di Granze di Camin, un’area già fortemente compromessa, a ridosso dell’area
industriale, ma che avrebbe anche una importante ricaduta sull’intera città.
Padova è una città compatta, molto densa e con pochi spazi da destinare ad agricoltura e a verde che
sappiamo essere uno dei principali interventi per contrastare il cambiamento climatico, con una Zona
Industriale che occupa una superficie molto ampia, circa il 10% dell’intero territorio cittadino. Agire per
azzerare il consumo di suolo significa anche fare scelte che portino alla riqualificazione e recupero di queste aree e non al loro ampliamento.
Lo studio, a nostro parere, dovrebbe produrre due valutazioni parallele. Una sull’impatto della realizzazione dell’impianto, e una sul valore del mantenimento dell’area a verde. Solo questo metodo di indagine potrebbe dare gli strumenti per fare scelte utili a valutare le ricadute nel tempo. Concentrarsi, poi, sulla definizione di compensazioni può assumere valore giustificativo di ogni nuovo insediamento in città, ovvero assumere che il valore economico di un’opera prevale su ogni altro valore, anche su quelli ambientali.
Una città che si pone importanti obiettivi quali la neutralità climatica entro il 2030, che ha approvato un
Piano degli Interventi in cui definisce quale obiettivo principale il “consumo di suolo zero” dovrebbe avere anche la consapevolezza ed il coraggio di agire in questo senso.
Riteniamo che i fenomeni climatici in atto siano un monito ad agire senza indugi e concretamente in questo senso. Si dia, dunque, reale applicazione agli obiettivi approvati con i Piani all’avanguardia che Padova ha già approvato (Piano degli Interventi, PAESC, Piano del verde).SPAZI SALVATI – 27 maggio – BICICLETTATA
SPAZI SALVATI – 27 maggio ’23
BICICLETTATA ATTRAVERSO IL QUARTIERE 6A BRUSEGANA, CAVE, CHIESANUOVA
SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE
SICCITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN PROBLEMA STRUTTURALE
Dobbiamo prepararci a una realtà nuova, caratterizzata anche da una riduzione della disponibilità idrica – l’attuale media annua è del 19% nell’ultimo trentennio rispetto al precedente (ISPRA, 2022) -e cambiare, anche ponendo rimedio agli errori del passato, per salvaguardare questa risorsa. Invece di intervenire sugli effetti si deve intervenire sulle cause, attraverso una strategia ad ampio raggio che dovrebbe avere al centro un adeguato Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, basato sulle più aggiornate conoscenze ed esperienze realizzate in Europa, utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions) per favorire una corretta ricarica delle falde, per creare aree di laminazione naturale, per favorire processi di auto-depurazione e per ridurre, in generale, la vulnerabilità del nostro territorio. Va anche ridotto il fabbisogno di acqua in agricoltura che utilizza oggi il 60% della risorsa di acqua disponibile, promuovendo l’agroecologia. Per ridurre la dipendenza dall’acqua della nostra agricoltura, andrebbero incentivate l’agricoltura biologica e le altre pratiche agricole che incrementano la sostanza organica nel suolo che trattiene l’acqua e privilegiare le colture che richiedono una ridotta irrigazione. Sarebbe necessario, inoltre, rivedere le concessioni idriche dando priorità agli usi idropotabili, all’agricoltura e all’ambiente, evitando, o riducendo drasticamente, utilizzi inopportuni di acqua (come ad esempio la produzione di neve artificiale). E ancora, riteniamo indispensabile ridurre il consumo di suolo che avanza ad un ritmo di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, avviando azioni di recupero e ripristino ambientale di aree urbanizzate in disuso. I nuovi invasi non risolveranno il problema: il proliferare di nuovi invasi e programmi d’intervento straordinari, dettati dall’emergenza, derogando dalla pianificazione ordinaria e dai suoi vincoli territoriali, rischia di peggiorare la situazione, aggravando il bilancio idrico complessivo degli ecosistemi e delle falde. Ma è proprio quello che sta facendo il governo che ha attivato una cabina di regia in vista del varo di un “Piano acqua” di contrasto alla siccità che è fondato su tre assi: la nomina di un Commissario Straordinario, norme di semplificazione e deroghe per accelerare i lavori, risorse economiche destinate alla creazione di invasi e dighe. Nuovamente una proposta di interventi decisamente non adeguati, tardivi e basati sulla logica che rincorre l’emergenza e investe sulle grandi opere senza neanche valutarne l’impatto ambientale. Si tratta di proposte superate, in continuità con le politiche degli ultimi decenni che tentano di ribaltare il risultato finale senza partire dalle cause. Sappiamo già a cosa hanno portato politiche di questo tipo.
Basterebbe rivedere la programmazione di importanti risorse del PNRR dando precise indicazioni sugli interventi prioritari da realizzare che garantiscano risultati ambientali basati su dati scientifici, largamente a disposizione sui rischi climatici del nostro territorio.
Sarà inoltre necessario coinvolgere la cittadinanza per spronarla a cambiare il modo di utilizzare questa importante risorsa: gli italiani sono campioni d’Europa di spreco (220 litri in media abitante al giorno).
Proprio in questi giorni è in corso la conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, prevista a New York dal 22 al 24 marzo, dove l’UE presenterà importanti impegni per il futuro: è necessario che anche l’Italia dia il segnale di un cambiamento sostanziale di approccio rispetto alle politiche ambientali.CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO E L’AMPLIAMENTO DEI MAGAZZINI ALI’
CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO E L’AMPLIAMENTO DEI MAGAZZINI ALI’
Luca Mercalli contro il cemento che continua a minacciare il nostro territorio.
La nostra presenza in Consiglio Comunale insieme ai comitati contrari all’espansione di Alì.