TAG: Regolamento dei Beni Comuni

IERI IN SEDE ABBIAMO PARLATO DI REGOLAMENTO DEI BENI COMUNI, GRAZIE AL GT6A E A MARTA NALIN.

IERI IN SEDE ABBIAMO PARLATO DI REGOLAMENTO DEI BENI COMUNI, GRAZIE AL GT6A E ALL’ASSESSORA MARTA NALIN.

Qui il link alla registrazione dell’evento (diretta dalla pagina Facebook di Coalizione):

https://fb.watch/bXY8wHAMa8/

e qui il link alle pagine di padovanet dove c’è il regolamento e ogni chiarimento necessario:

https://www.padovanet.it/informazione/regolamento-dei-beni-comuni

L’immaginazione civica – Il Regolamento dei beni Comuni a Padova – 14 novembre 2020

Il 14 novembre abbiamo ospitato il Convegno “L’immaginazione Civica. Verso un Regolamento dei Beni Comuni a Padova.” Un momento per noi di grande importanza, preparato ed atteso per due anni. Qua gli atti dell’incontro, con i più rilevanti contributi in video e link a tutti i documenti ed i percorsi a cui ci siamo ispirati

Il Convegno è stato aperto dal Sindaco, Sergio Giordani, che ha confermato la centralità delle politiche dei Beni Comuni a Padova, come da apporto programmatico di Coalizione Civica per Padova al governo della città.

Dopo l’intervento del Sindaco, un apertura della Presidente di Coalizione per Civica per Padova Annalisa Di Maso, e l’introduzione a cura di Daniela Luise ed Elena Ostanel del percorso del Gruppo Regolamento Beni Comuni negli ultimi anni in città, abbiamo ascoltato la nostra prima ospite.

 

Daniela Ciaffi ci ha portato l’esperienza di Labsus – Laboratorio per la SussidiarietàLabsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha un obiettivo ben preciso, fondato su una certezza. La certezza è che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale.

A questo link si può trovare una ricchissima rassegna di concreti Patti di Collaborazione in tutta Italia, curati da Labsus.

 

Dopo Daniela Ciaffi è intervenuto Nicola Capone, dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli, e fra le persone che hanno lavorato per costruire il metodo favoloso.
Un contributo, il suo ricchissimo e generativo, che ci ha soprattutto la necessità di un Regolamento elastico, trasparente ed evidente, e sempre aperto alle iniziative dal basso.

 

E’ seguito l’intervento di Lisa Lanzone, funzionaria del Comune di Verona. La dottoressa Lanzone ci ha parlato delle prassi operative del Comune di Verona, dal punto di vista di una funzionaria comunale. Un intervento prezioso, pieno di spunti ed informazioni, a proposito della concreta ed operativa applicazione di un Regolamento dei Beni Comuni dal punto di vista dell’Amministrazione.

Qua si può trovare la presentazione generale del processo di Verona per la Sussidiarietà.
Qua si può consultare un elenco delle azioni di sussidiarietà nel Comune di Verona

 

a chiusura della mattinata, due Assessore del Comune di Padova, Francesca Benciolini che fra le altre deleghe ha quella al Decentramento, e Marta Nalin che fra le altre deleghe ha quella alla Partecipazione, hanno raccontato e reso pubbliche le intenzioni e la forma del Regolamento proposto per Padova ed hanno dato evidenza del processo di discussione pubblica di cui sarà oggetto.

Il confronto è proseguito nel pomeriggio, con gli interventi di cittadine, cittadini, presidenti di consulta e realtà collettive interessate alla discussione ed alla possibili applicazione del Regolamento.

Parte il processo partecipativo per l’EX Marchesi

Consulta di Quartiere 2 – Presentazione del percorso partecipativo per la gestione e la regolamentazione condivisa degli spazi individuati all’interno dell’edificio di viale Arcella, 23 – noto come “ex-Marchesi”.

beni comuni
image credits – Fondazione per l’Innovazione Urbana di Bologna

Si è svolta nella serata del 10 novembre 2020 la seduta della consulta di quartiere 2 (Arcella) con all’ordine del giorno la presentazione del percorso partecipativo che coinvolgerà quanti più possibile soggetti presenti nel territorio del quartiere (istituzioni, associazioni, cittadini attivi) con lo scopo di formulare un regolamento per la gestione condivisa degli spazi di proprietà pubblica della palazzina ex-Marchesi e di avviare il processo di utilizzo condiviso vero e proprio.

L’incontro si è tenuto alla presenza delle assessore Nalin, Benciolini e Piva, con un intervento dell’assessore Micalizzi in merito alla tempistica di realizzazione dei lavori di messa a norma dell’edificio, lavori che inizieranno entro la fine del corrente anno per concludersi, allo stato attuale delle previsioni, entro la fine della prossima estate.

I lavori sono stati aperti dall’assessora Nalin, che ha presentato il quadro generale del progetto e i professionisti che il Comune di Padova ha ingaggiato per seguirlo, sottolineando l’importanza del fatto che anche Padova si sta dotando di un Regolamento per l’Utilizzo, la Cura e la Rigenerazione dei Beni Comuni e che l’amministrazione comunale si sta muovendo per innovare le modalità con le quali i cittadini e le istituzioni interagiscono e collaborano in questo ambito.

Il soggetto al quale il Comune di Padova ha affidato questo compito è la Fondazione per l’Innovazione Urbana di Bologna, rappresentata da Michele D’Alena e Leonardo Tedeschi, che hanno preso la parola per presentare la Fondazione, in cui confluiscono le competenze di urbanisti/architetti, sociologi, esperti di comunicazione, e le esperienze alle quali ha partecipato direttamente, sia in Italia che all’estero (in particolare a Barcellona) e per illustrare il percorso che sarà seguito nei prossimi mesi. Il percorso si articolerà in quattro fasi, che sono state descritte da Michele D’Alena:

fase I: collaborazione con i settori interessati dell’amministrazione comunale per la definizione degli atti amministrativi che normeranno la gestione partecipativa del bene comune – fondamentale per costruire un sostrato normativo robusto, che garantisca trasparenza ai processi di assegnazione – questa fase sarà accompagnata da eventi formativi per i dirigenti e gli addetti dei settori coinvolti ed inizierà sin da subito, per concludersi nel mese di gennaio 2021;

fase II: coinvolgimento dei “corpi intermedi” presenti sul territorio interessato, dove per corpi intermedi si intendono le realtà organizzate già presenti sul territorio e attive in progetti di mutualismo, volontariato, attività culturali e formative, in una parola il terzo settore, ampiamente rappresentato in città e nel quartiere Arcella. L’attivazione dei “corpi intermedi” non è un processo che si esaurisce in sé ma l’obiettivo è fare in modo che porti ad un “ingaggio a cerchi concentrici” di altri soggetti, più o meno organizzati in associazioni o altre forme, fino ad arrivare ai cittadini singoli che sono disponibili a partecipare al processo perché interessati alle sue dinamiche e ad essere parte attiva nell’utilizzo e nella gestione del bene comune. Tale fase dovrebbe iniziare a gennaio e concludersi a marzo 2021;

fase III: apertura del processo partecipativo vero e proprio, in cui i soggetti coinvolti presentano le loro aspettative, idee, progetti e proposte in merito al bene comune, tale fase durerà indicativamente fino all’estate;

fase IV: è quella conclusiva dal punto di vista della stesura dei principi d’uso condiviso e per l’affidamento, e di avvio dell’affidamento vero e proprio, si prevede che ci si arriverà entro il mese di settembre 2021.

Sono stati illustrati alcuni principi cardine di questi processi, che porteranno ad un affidamento condiviso degli spazi, non ad uso esclusivo di alcun soggetto, attraverso il lavoro partecipativo che si realizzerà mediante interviste, focus groups, assemblee. Verranno stesi e resi pubblici i resoconti di tutti questi momenti, ed attraverso un lavoro che potremmo definire di “distillazione” di tutto quanto verrà prodotto si arriverà ad una proposta di regolamento di gestione, che veda ricomprese le esigenze espresse, mediante modalità decisionali il più possibile inclusive.

Dopo l’illustrazione delle fasi e delle modalità operative, Leonardo Tedeschi ha descritto alcuni casi-studio di realtà molto significative che, ognuna con le sue peculiarità, fungono per alcuni aspetti da modello per il percorso che si intraprende qui ed ora: la realtà di Porta Pratello a Bologna, dell’ex-asilo Filangeri a Napoli, delle Case di Quartiere di Torino (che hanno poi dato vita ad una Rete delle Case di Quartiere, con un “manifesto” di intenti e regole condivise approvato da tutte, ad oggi è tale Rete che le rappresenta nei confronti delle istituzioni).

Dopo la presentazione è stato aperto il confronto con i cittadini presenti e ci sono stati ulteriori interventi sia delle assessore che degli esperti di FIU, nel corso dei quali è stato chiarito che sia l’amministrazione comunale che FIU non solo sono al corrente del percorso che si è attivato negli anni scorsi, del tutto spontaneamente, in quartiere per opera di soggetti attivi in varie realtà associative, ma lo ritengono un importante avvio, è stato definito un “dissodare il terreno”. Tale percorso, ha sottolineato D’Alena, è un punto di forza del processo che ci si avvia a gestire, ed ha un portato di relazioni, idee condivise e creatività di cui si farà tesoro, e che si cercherà di allargare, di “far esplodere” perché sia ancora più inclusivo e più forte. Il dirigente scolastico del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, prof. Francesco Lazzarini, è intervenuto per ricordare l’importanza della presenza dell’istituzione scolastica per gli adulti, che utilizzerà anch’essa gli spazi in condivisione e si interfaccerà con tutte le realtà che troveranno spazio negli stessi locali per generare progetti comuni e sinergie.

La guida ad opera di un soggetto esterno, evidentemente non interessato all’utilizzo degli spazi, hanno sottolineato le assessore Benciolini e Nalin, è garanzia di terzietà e trasparenza in tutte le fasi del processo, nelle quali tutti i soggetti che aspireranno ad essere coinvolti verranno messi in relazione ed avranno modo di esprimersi e portare i loro contributi.

L’assessora Piva ha espresso soddisfazione per l’avvio concreto di un processo realmente innovativo, è a tutti gli effetti la prima esperienza del genere a Padova, e per il fatto che contribuirà a far riscoprire un luogo “storico” del quartiere, molto caro ai cittadini. Il vicepresidente della Consulta ha fatto notare come questo percorso inizi a far incontrare le esigenze del territorio di fruizione degli spazi pubblici con quelle delle istituzioni comunali, che debbono muoversi all’interno di un orizzonte normativo chiaro, trasparente, rispettoso dei diritti di tutti i cittadini. Gli esperti di FIU hanno chiarito che tutti i passaggi in gioco saranno attivati attraverso bandi pubblici, con criteri di pubblica evidenza e adeguata riferibilità documentale. Il processo partecipativo sarà aperto a tutti i soggetti che aspireranno ad esservi coinvolti, poi le scelte in merito all’assegnazione saranno fatte sulla base del regolamento che questo percorso produrrà, individuando dei criteri oggettivi (ad esempio degli indicatori di impatto sociale delle attività proposte).

Attraverso la chat dell’assemblea sono state espresse alcune perplessità in merito alla realizzabilità e ai fondamenti normativi del progetto, a cui l’assessora Benciolini ha risposto indicando le realtà concrete già avviate e funzionanti in altre città, di cui la FIU ha esperienza diretta, e l’assessora Nalin invitando anche chi oggi è scettico di fronte a una modalità indubbiamente innovativa di gestione degli spazi pubblici a partecipare al percorso, il che porterà senz’altro a sperimentare la sua concretezza e trasparenza.

Coalizione Civica per Padova, che ha appena istituito per voto assembleare un gruppo di lavoro “case di quartiere” ha grande interesse per il processo, in quartiere Arcella come nel resto della città, processo che rappresenta la via per realizzare uno dei punti caratterizzanti del programma con il quale si è presentata agli elettori nel 2017 e soprattutto l’inizio di una modalità radicalmente diversa di interazione dei cittadini fra loro e dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione per la gestione condivisa di realtà dedicate al mutualismo, alla cultura, all’arte, al sostegno sociale, all’innovazione, allo sviluppo di relazioni.