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Il no di Coalizione Civica per Padova all’auditorium alla Prandina

Il no di Coalizione Civica per Padova all’auditorium alla Prandina

Il clamore delle gesta dei giovani ambientalisti imbrattatori si è già sopito. La discussione seguita al lancio di colore lavabile si è concentrata sullo scempio di un gesto quasi innocuo senza che ci sia stato un momento di riflessione critica sulle scelte, tutt’altro che innocue, che il nostro modello economico continua a dettare. Insomma l’ambiente può aspettare, adesso non è il momento. La prossima COP verrà presieduta da un petroliere: non è uno scherzo. E noi? Nel nostro giardino di casa?

Abbiamo vinto le scorse elezioni amministrative con un programma sensibile all’ambiente e alla crisi climatica, ma quando si tratta di essere coerenti viene servita la bella trovata dell’auditorium alla Prandina, con tanto di parcheggio interrato. Insomma, il contrario di quel che si dovrebbe fare.  Non solo perché l’area è in centro storico, ma soprattutto perché tutte le moderne politiche di mobilità prevedono lo spostamento dalla mobilità privata verso quella pubblica con lo scopo di ridurre congestione, rendere le città più vivibili e salvaguardare la salute di tutti i cittadini, senza nasconderci anche che città meno congestionate diventano una attrattiva per i negozi e quindi il commercio.

Sappiamo che nel 2026 è prevista la realizzazione della linea del tram SIR2 che renderebbe di fatto inutile un nuovo parcheggio in centro storico.

A nobilitare l’operazione non può bastare il pregevole progetto di dare alla città un auditorium per la musica. Tale nuova proposta per l’area dell’ex caserma Prandina ci sembra quanto meno non tener conto dei risultati del percorso partecipato di Agenda 21, svoltosi nel 2019 e da cui erano uscite precise indicazioni sulla necessità di avere un ampio spazio verde in centro storico in cui far convivere attività artistiche e associative, commercio di vicinato prevedendo esclusivamente la riqualificazione e recupero degli edifici storici esistenti. Sicuramente non un parcheggio interrato che andrebbe a modificare irrimediabilmente l’assetto idrogeologico ed ecologico dell’intera area. Nel progetto di Amo Padova poi c’è ben poco di verde:a guardare i disegni di verde fruibile ne rimane ben poco: altro che auditorium nel verde!

Coalizione Civica per Padova non ci sta. Non è per questo che ha scelto di fare parte di questa maggioranza rinunciando ad una corsa autonoma con una propria candidatura. Il momento di dimostrare la propria coerenza  è adesso, facendo scelte condivise sia all’interno dell’amministrazione che con la città, non certo con una proposta estemporanea.

Esistono molte alternative percorribili, molte delle quali nel solco, questo sì nobile, della rigenerazione urbana di cui la nostra città ha estremamente bisogno, con l’obiettivo di riqualificare un’area rendendola fruibile a tutti e non contrapponendo la logica dello “sviluppo”, concetto ormai superato. Si può pensare in grande attuando progetti che mirino a dare valore alle realtà sociali del territorio, alle persone, alla qualità della vita. E lo dimostrano molti progetti urbanistici di rigenerazione urbana realizzati a livello internazionale ed alcuni anche in Italia.

Pensiamo quindi che il Piano degli Interventi coordinato dall’Arch. Boeri, di prossima approvazione, debba confermare la previsione ad area verde di questa importante parte del centro storico della città e puntare, come già annunciato, al consumo di suolo zero non come slogan puntualmente disatteso da quanto poi realizzato, ma come linea guida di tutto il futuro operato dell’amministrazione comunale.

Padova, 15.01.2023

L’AREA DELL’EX CASERMA PRANDINA: UN PARCO URBANO

L’AREA DELL’EX CASERMA #PRANDINA: UN PARCO URBANO

 

In questi giorni è stata rilanciata sulla stampa la proposta del Sindaco (definita sogno!) di realizzare nell’area un auditorium da 1000 posti, immerso in un parco e servito da un parcheggio interrato.
La stampa locale ha ripreso erroneamente la notizia trasformando i mille posti a sedere dell’auditorium in 1000 posti auto, idea che riprende quella avanzata in più occasioni dall’Associazione “Amo Padova”.
Benché l’equivoco sia stato immediatamente chiarito da Andrea Ragona (qui link al post), vogliamo sottolineare che le due comunicazioni di cui sopra vanno in netto contrasto sia con la normativa urbanistica per l’area che con i risultati del percorso partecipato di #Agenda21, che aveva proposto la realizzazione di un parco urbano collegato al Parco delle Mura e delle Acque rigenerando l’intera area e prevedendo attività sociali, culturali e commerciali di vicinato, utilizzando e riqualificando gli edifici storici e tutelati, per rendere l’area vitale (https://www.padovanet.it/…/percorso-partecipato-di…).
La proposta di un parcheggio da mille posti (interrato o meno) andrebbe a modificare radicalmente l’area e il suo equilibrio ecologico, e determinerebbe delle strutture non reversibili a grande impatto per tutta la zona. Tra l’altro nella zona è prevista la linea del tram #SIR2, prevista in funzione entro il 2026, che renderebbe di fatto inutile un nuovo parcheggio in centro storico. Tra l’altro il progetto relativo all’area Prandina, non essendo ancora stato formulato se non come pura ipotesi, di sicuro non sarà realizzato prima dell’entrata in funzione della linea SIR2.
L’idea di Giordani e di Amo Padova propone di fatto una visione superata di città, basata su grandi opere, su nuova cementificazione e non sulla rigenerazione urbana come strumento per rivitalizzare la città, attività prioritarie in una zona di particolare pregio come il centro storico che vive già molti problemi di congestione da traffico, inquinamento atmosferico, pochi spazi verdi collettivi.
Laura Zaratin – Presidente di Coalizione Civica per Padova – dichiara: “Riteniamo che sia necessario partire presto con la progettazione dell’area in un’ottica di rigenerazione e riqualificazione urbana tenendo conto di quanto uscito dal percorso di Agenda 21, proponendo un progetto che faccia della sostenibilità il fulcro della proposta: in tal modo sarebbe possibile accedere anche a finanziamenti #PNRR, europei o nazionali. Per quanto attiene alle modalità tecniche di affidamento dell’incarico di progettazione, riteniamo che debba essere data la possibilità a professionisti locali, magari giovani, di poter presentare proposte, non rivolgendosi necessariamente a grandi studi internazionali”.

Prandina – Gruppo Mobilità

 

 

La scelta programmatica di Coalizione Civica è certamente indirizzata alla salvaguardia della salute e dell’ambiente di Padova. E’ quindi essenziale liberare dal traffico inquinante il quadrante ovest del centro storico e arricchirlo di verde pubblico e di aree di aggregazione. E’ altresì chiaro che il risultato finale di questa scelta politica è la chiusura al traffico privato del centro storico, o, perlomeno, al traffico inquinante lasciando spazio ai soli pedoni, ai mezzi elettrici o a pedali.

Perché ciò avvenga in maniera ordinata e sinergica, è necessaria la progettazione di un piano urbanistico, architettonico ed ambientale per l’intero quadrante ovest del centro storico.

Uno dei punti cardine, all’interno di questo piano, riteniamo debba essere la costituzione alla Prandina di un grande parco pubblico attrezzato e ricco di nuove piantumazioni: siamo consci che tale progetto non sarà di immediata esecuzione sia per gli elevati costi di realizzazione, sia per i necessari passaggi progettuali e amministrativi, ma il nostro obiettivo programmatico va verso quella direzione.

La prima conclusione logica di questa premessa è che alla Prandina non dovrà essere installata nessuna opera o infrastruttura fissa e definitiva, a meno che non sia derivata dal restauro degli edifici esistenti.

Si propone, quindi, di partire con una immediata fase operativa (da attuarsi subito dopo l’acquisizione della Prandina da parte del Comune di Padova) costituita dalle seguenti operazioni, da attuarsi quanto prima e contemporanemente:

1-      Messa in sicurezza degli edifici attualmente esistenti della ex Caserma Prandina, definendo quelli ritenuti di pregio e per cui valga la pena compiere un profondo e radicale intervento di ristrutturazione (con i costi che questo comporta), e quelli che invece non siano ritenuti tali, e quindi per i quali possa essere ritenuto utile l’abbattimento, per far posto ad aree verdi sui quali operare opera di piantumazione e/o di messa a servizio.

È chiaro che la definizione e la scelta di quali siano gli immobili e i manufatti della ex caserma sui quali si debba intervenire, debba essere demandata alle autorità tecnicamente competenti in materia, anche con il contributo di un concorso di progettualità proveniente dalle varie associazioni operanti nella nostra città che hanno partecipato, con Agenda 21, al percorso aperto sul tema da questa Amministrazione.

2-      Chiusura dei parcheggi di Piazza Insurrezione e di Corso Milano; contemporanea messa a pagamento del Parcheggio attualmente gratuito alla ex Caserma Prandina. Le tariffe dovranno essere compatibili con la diversa zona rispetto a quelli attuali di Piazza Insurrezione: in questo senso APS parcheggi sarà l’ente tecnicamente competente a fornire la tariffazione ritenuta corretta; dato poi da confermare o modificare da parte dell’Amministrazione.

Gli utili di tale parcheggio andranno a compensare gli introiti comunali dei parcheggi di piazza Insurrezione e corso Milano; una quota parte cospicua di questi introiti andrebbe vincolata a sopperire ai costi della sistemazione della Prandina. L’utilizzo di questo parcheggio deve essere assolutamente provvisorio, senza alcuna struttura fissa di importanza tale che debba poi essere ritenuta essa stessa definitiva.

Questa situazione provvisoria dovrà essere la più breve possibile, fino alla messa  a disposizione di un parcheggio definitivo fuori le mura.

La definizione del numero dei posti auto dovrà anch’essa iniziare da un parere degli uffici tecnici di APS Parcheggi ((Azienda municipalizzati partecipata totalmente dal Comune di Padova), tenendo conto del fatto che i dati in nostro possesso ci dicono che il traffico di attrazione è determinato molto più dalla tariffa che dal numero Il numero di posti auto.

Riteniamo che, sia dal punto di vista simbolico, che da quello sostanziale, la liberazione di Piazza Insurrezione, (enorme e deleterio centro attrattivo di traffico veicolare), con la realizzazione della linea 1 della Bicipolitana nel tratto di Corso Milano e del centro storico, sia il punto cardine e obiettivo irrinunciabile di tutta questa operazione

3-

A-     La pedonalizzazione di Via Dante.

B-     Individuazione di un‘ area per un parcheggio al servizio della zona ma all’esterno delle mura , come potrebbe essere l’area ipotizzata  a suo tempo dall’allora Assessore Lorenzoni di via Sarpi, ma anche un’area con caratteristiche molto simili (tipo ex caserme  Romagnoli o Pierobon , in  Via Chiesanuova).

Tale parcheggio dovrà essere pensato anche come parcheggio scambiatore in ottica della futura linea del tram.

C-      La progettazione per una sistemazione definitiva di Piazza Insurrezione;

D-      Un piano del traffico in Corso Milano che prenda in considerazione l’immediata inserzione della linea 1 della Bicipolitana e, immediatamente successiva, del tram;

E-       Il recupero delle aree sottoutilizzate o abbandonate (come l’ex vivaio Zantomio e l’ex percorso di via Sarpi nonché delle aree verdi lungo le mura).

 La seconda fase dovrebbe comprendere:

1-       La sistemazione definitiva di piazza Insurrezione liberata dalla auto.

2-      La liberazione della Prandina dalla auto e la realizzazione del piano di utilizzo dell’area;

3-      L’organizzazione di un servizio di trasporto rapido e frequente, realizzato tramite mezzi elettrici, tra il parcheggio esterno e il centro storico il cui costo sia compreso nella tariffa del parcheggio stesso;

4-      Le realizzazione definitiva della linea della 1 della Bicipolitana da via Chiesanuova al centro storico.

Conclusioni.

Tutto ciò premesso, vogliamo sottolineare quelli che per noi appartenenti ad una forza politica come Coalizione Civica, che ha fatto dell’ambiente e del rispetto delle regole dei suoi punti fermi, debbono essere dei capisaldi irrinunciabili, per quanto riguarda in particolare il processo di utilizzo e trasformazione dell’ex Caserma Prandina:

–          Nel Piano degli interventi sarà conservata la destinazione a Verde Pubblico Attrezzato dell’Area Prandina.

–          Si rispetteranno i vincoli della Sovraintendenza posti sull’area.

–          Dal PUMS sarà cancellata la funzione di parcheggio oggi assegnata all’area Prandina.

Ci preme sottolineare, che, al di la e oltre all’Area Prandina,  tutto ciò debba essere inserito in un progetto ed una visione di più ampio respiro, nell’ambito della mobilità di tutta la citta di Padova, progetto che, partendo dalla realizzazione delle nuove linee del tram.  si pone come obiettivo primario e finale, quello di liberare totalmente il centro storico dal traffico veicolare, al pari di tutte le più moderne e vivibili città europee. Tale progetto non può quindi prescindere, come ben previsto dal programma di CCP,  dal progressivo spostamento dei parcheggi verso l’esterno della città, per arrivare all’utilizzo massiccio di parcheggi scambiatori esterni, pensati e realizzati in simbiosi alle direttrici del trasporto pubblico, debitamente potenziato, sia esso realizzato dal tram o dagli autobus.

Come Gruppo Mobilità di CCP, riteniamo che questa sia una proposta che tiene conto delle esigenze di tutte le parti in causa, nel rispetto delle regole e delle normative vigenti, per poter dare una soluzione percorribile sia dal punto di vista delle regole e dei principi imprescindibili che come CCP ci siamo dati, sia della attuale situazione politica della nostra città.”

Prandina – gruppo Salute

LA RIGENERAZIONE DELL’AREA EX PRANDINA  IN SENSO AMBIENTALE NATURALISTICO –  SOCIALE

per la  salute e il benessere della comunità

Gruppo Salute Coalizione Civica

La difesa della salute dei cittadini[1] e la diffusione di una cultura della sostenibilità in tema di ambiente urbano e mobilità cittadina sono scelte dichiarate dalla nostra Amministrazione [2]  Tali scelte devono materializzarsi attraverso obiettivi concreti. Uno di queste è senza dubbio la rigenerazione dell’area ex  Prandina che ha una superficie di ben 35.777 mq, tra zone scoperte ed  edifici ottocenteschi e può essere inclusa nel Parco delle Mura e delle Acque tra Porta Savonarola e Porta S. Giovanni.

La destinazione dell’area ex Prandina non può prescindere dai seguenti elementi di contesto:

 

  • Padova risulta essere una delle città più inquinate d’Europa
  • Padova, negli ultimi 5 anni, ha sempre superato il limite di legge annuale di giorni inquinati dal Pm10, limite che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la European Respiratory Society, considera non cautelativo per la salute pubblica, tanto da  raccomandare limiti più restrittivi sia per il PM10 che per il PM2,5.
  • l’ EPHA ( Alleanza Europea per la Salute Pubblica ) mette Padova  al 3 posto subito dopo Bucarest e Milano nella triste classifica che quantifica il valore monetario di morti premature, cure mediche, giornate lavorative perse e altri costi sanitari causati dall’inquinamento atmosferico.
  • Alcuni studi d’oltre oceano confermano il contributo dell’inquinamento atmosferico alla gravità e mortalità da Covid-19.  Per la mortalità da Covid-19, una recente ricerca statunitense stima per l’Europa un contributo del 19% (da 8% a 41%) del PM2,5.

Dati i valori riportati in Pianura Padana (Rapporto 2019 dell’European Environment Agency Air Quality in Europe), per le regioni che vi gravitano,  il contributo del PM2,5 potrebbe essere molto maggiore.

 

  • E’ documentato da numerosi studi che la cattiva qualità dell’aria si associa ad aumentato rischio di mortalità per  Bronco – Pneumopatie, Malattie cardiovascolari, Diabete, Neoplasie Alzheimer.

 

La conseguenza di queste considerazioni è che l’area ex Prandina debba diventare da subito (l’esperienza ci insegna che il provvisorio precede il definitivo) il perno della riqualificazione sanitaria e sociale  di tutto il settore ovest del centro storico, un’oasi verde e un centro di possibile aggregazione sociale e di buone relazioni attraverso  attività sociali, artistiche, artigianali di  piccolo commercio e intrattenimento.

Una consolidata letteratura scientifica  dimostra come gli alberi esercitino sulle persone, effetti estremamente benefici, paragonabili a quelli di un farmaco. E’ anche dimostrato che le persone che si spostano in zone più verdi hanno anche miglioramenti significativi e duraturi nel campo della salute mentale. Ricordiamo che le aree dedicate al verde pubblico nel centro di Padova sono pesantemente inferiori agli standard minimi previsti dalle norme regionali per i centri storici.

L’utilizzo dell’area ex Prandina deve essere inserito in un progetto di più ampio respiro che attraverso adeguate politiche miri a disincentivare l’uso delle auto (non è sufficiente spostarle di qualche centinaio di metri )e favorisca forme di mobilità che stimolino una maggiore attività fisica come camminare o andare in bicicletta: riducendo la sedentarietà si riducono obesità, diabete, ipertensione.

Ricordiamo che in Italia ogni anno ci sono 90.00 morti correlate alla sedentarietà che è il più importante fattore di rischio modificabile per la salute umana

Conclusioni:

noi pensiamo che la rigenerazione dell’area ex Prandina  in senso ambientale naturalistico –  sociale sia un atto irrinunciabile per mantenere la coerenza degli intenti del programma e per operare scelte fondamentali verso la tutela della salute delle persone, priorità assoluta rispetto a qualsiasi altro interesse: se perdiamo la salute perdiamo tutto.

 

Riteniamo anche imprescindibile una campagna pubblicitaria che valorizzi questa scelta e una campagna di sensibilizzazione (per la quale diamo tutta la nostra disponibilità)  che promuova gli stili di vita sani creando una cultura dell’appartenenza ad un valore comune percepito: la salute.

 

 

Gruppo Salute

[1] L’obiettivo primario dell’Amministrazione è la difesa della salute dei Cittadini. (L.S.M. 2017- 2022)

[2] La gestione della mobilità urbana è correlata alla qualità dell’ambiente, essendo evidenti le conseguenze del traffico sull’inquinamento dell’aria: perciò un’Amministrazione comunale che farà della condivisione la prassi irrinunciabile del proprio metodo di governo, dedicherà particolare attenzione anche alla diffusione di una cultura della sostenibilità in tema di ambiente urbano e mobilità cittadina. (L.S.M. 2017-2022)

 

Proposta di utilizzo dell’area dell’Ex caserma Prandina

Gruppo di lavoro Urbanistica di Coalizione Civica per Padova                      Settembre 2020

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

 

Premessa

 

Il Gruppo Urbanistica ha elaborato una proposta che ha come cardini:

 

  • I vincoli sovraordinati del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che

avendo dichiarato il complesso della ex caserma Prandina bene di interesse culturale (con provvedimento del 9 dicembre 2014) esclude conseguentemente  “usi non compatibili con il carattere storico o artistico del sito oppure tali da recare pregiudizio alla sua  conservazione.”

 

  • L’articolo 45 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano degli Interventi del Centro Storico che prescrive: “Tutti gli interventi di trasformazione, di rifacimento e di manutenzione straordinaria degli spazi pubblici e di uso pubblico, devono essere finalizzati al restauro dei siti storici, alla conservazione dei caratteri morfologici, al ripristino delle qualità ambientali mediante progetti coordinati di riassetto fisico e/o funzionale”.

 

  • Il Piano Regolatore vigente che, nel Piano degli Interventi, destina l’area a Verde Pubblico Attrezzato, in cui è esclusa la presenza di parcheggi.

 

  • Le indicazione delle Linee Strategiche di Mandato 2017-2022 della Giunta comunale che tra i suoi obiettivi ha la “promozione della forestazione urbana [] rendere l’auto inutile per gli spostamenti in città[]la riqualificazione e nuova istituzione dei parcheggi intermodali.

 

  • Il programma elettorale di CCP che “esclude per ex caserma Prandina la destinazione a parcheggio valorizzando gli edifici esistenti per usi sociali – produttivi” e ne propone “ la  rigenerazione connessa con il recupero dei tratti di sistema bastionato adiacenti costituendo degli ambiti di intervento unitari con beneficio per entrambe le situazioni .

 

  • La volontà espressa dall’Assemblea di CCP nell’esplicita mozione del 4 aprile 2019, che “invita i suoi Consiglieri e Assessori a operare per la conservazione della destinazione d’uso a Verde Pubblico dell’area come attualmente definita dal Piano degli Interventi e promesso nel Programma elettorale di Coalizione Civica”

 

  • Le risultanze espresse dalla grandissima maggioranza delle Associazione che hanno partecipato ai lavori di Agenda 21 che assegnano all’area funzioni legate ad attività sociali, artistiche, artigianali, piccolo commercio e intrattenimento, con una grande attenzione all’incremento del verde pubblico

 

Obiettivi

 

  • Creare un centro di aggregazione sociale inserendovi attività commerciali, culturali e ludiche lontano dal traffico veicolare, in un ambiente caratterizzato da un’ importante vegetazione arborea.
  • Aumentare la superficie alberata nel centro: le aree dedicate al verde pubblico nel centro di Padova (4,9 mq./ ab), sono pesantemente inferiori agli standard minimi previsti dalle norme regionali (7,5 mq./ab).
  • Collegare l’area con il parco delle Mura e delle acque in un continuum sia fisico che funzionale tra le due importanti rilevanze storiche della città.
  • Costituire un primo esperimento di un ambiente urbano analogo alle “Piazze”, da riproporre nei quartieri periferici, creando così nuovi centri di interesse e rivitalizzazione in cui le persone possano riconoscere la propria appartenenza e radicamento.

 

Descrizione sintetica

 

Il tratto di via Orsini compreso tra via Patriarcato e corso Milano viene chiuso al traffico veicolare e sostituito da un percorso ciclopedonale che riprende lo storico tracciato che si sviluppava ai piedi del terrapieno delle mura. Il traffico veicolare, escluso da via Orsini,  è garantito dal doppio senso di marcia in via Milazzo e via Volturno. (vedi la tavola Schema della circolazione veicolare)

 

In questo modo si ripristina la continuità dello spazio compreso tra le mura e il tronco maestro del Bacchiglione che ha caratterizzato storicamente tutta l’area.

 

Nel complesso dell’ex caserma Prandina, si sono individuate quattro aree (vedi tavola  configurazione finale):

 

  1. area di attività sociali, culturali e ludiche che utilizzano gli edifici 1- 2 – 3 – 4 – 9
  2. area per manifestazioni e attività all’aperto (17) e nel verde e bosco urbano (16)
  3. area centrale con valenza commerciale e di ristoro che utilizzerà l’edificio 10A con l’antistante ampio plateatico (una sorta di “piccolo Salone”), una zona per il mercato tra le residue mura dell’edificio 10B e, nell’edificio 11, l’Urban Center e una sala per esposizioni d’arte. Tutti gli edifici prospettano sul passaggio ciclopedonale che attraversa il parco.
  4. area per attività agricola sperimentale urbana all’estremo sud del parco ( 14) che utilizza anche l’edificio 13 come laboratorio, contiguo all’importante boschetto spontaneo, un prezioso ecosistema caratterizzante la biodiversità (15)

 

All’incrocio tra via Orsini e via Palestro, ai piedi delle mura, è previsto un parcheggio di servizio di 30 posti auto che dovrà essere progettato permettendo la continuità della passeggiata all’interno delle mura fino a porta Savonarola.

 

Il parco ha una posizione che consente facili collegamenti con il centro storico e con il quartiere Palestro (vedi la tavola Collegamenti pedonali)

 

Importante è il rapporto con le acque di Padova essendo l’area posta tra il tronco maestro del Bacchiglione e il fosso delle mura che, bonificato, potrebbe rendere più attraente la passeggiata all’esterno delle mura.

 

Realizzazione in fasi successive

 

Per diluire nel tempo i costi e utilizzare progressivamente gli spazi e gli edifici della ex Caserma, la realizzazione del progetto può avvenire in fasi successive. I primi lavori che consentano di mettere a disposizione dei cittadini l’ampia area esterna possono aver inizio rapidamente e con costi molto limitati.

 

Si illustra la successione di possibili interventi.

 

FASE 1           La prima fase può aver inizio appena completato il passaggio di proprietà dell’immobile dal Demanio al Comune.

 

  1. Rimozione dei cartelloni pubblicitari. Per dare un segnale visivo che l’area della Prandina ritorna a far parte del patrimonio della Città si dovranno rimuovere i quattro grandi cartelloni pubblicitari posti in Corso Milano in corrispondenza del Parco Cavalleggeri. I cartelloni formano una barriera che rende difficile anche la sola percezione della presenza di un parco pubblico. La rimozione della cartellonistica può avvenire appena risolti gli obblighi contrattuali per le affissioni.

 

  1. Messa in sicurezza degli edifici. Dopo una prima valutazione della loro stabilità, gli edifici dovranno essere messi in sicurezza, graduando gli interventi in funzione della situazione statica di ciascun manufatto. Per contenere i costi, inizialmente la messa in sicurezza potrebbe limitarsi ad una transennatura degli stabili che si trovano in precarie condizioni statiche, consentendo così l’accessibilità di tutta l’area.

 

  1. Percorso interno ciclopedonale. Potrà essere aperto alla circolazione ciclopedonale l’antico percorso che si snodava ai piedi del terrapieno delle mura rinascimentali i cui ingressi sono definiti dai cancelli posti in via Orsini e in corso Milano.

Questo intervento è particolarmente importante perché permetterà ai cittadini di prendere possesso dell’area e garantirà un sicuro e gradevole percorso alternativo al tratto di via Orsini, attualmente pericoloso per pedoni e ciclisti.

 

 

FASE 2                       La seconda fase può iniziare in stretta continuità alla prima.

 

  1. Messa in sicurezza dell’area boschiva. Si dovrà prendere cura dell’area boschiva che copre la parte sud dell’area. Per la messa in sicurezza non sono necessari studi e catalogazioni botaniche, ma è sufficiente la semplice rimozione degli alberi caduti, l’abbattimento di quelli pericolanti e lo sfalcio.

 

  1. Organizzazione del piazzale centrale. La vasta area centrale del complesso potrà essere attrezzata nella parte nord, con provvisorie installazioni per spettacoli e attività all’aperto, come cinema e teatro e, nella parte sud, con stand per organizzare attività sociali, mostre ed eventi di interesse cittadino.

 

Con costi limitati, completate queste prime 2 fasi, quasi tutta l’area diventa disponibile per la città.

 

FASE 3           La terza fase è condizionata dalla disponibilità dei finanziamenti che il Comune sarà in grado di reperire.

 

  1. Demolizione delle recinzioni verso via Orsini e ripristino della continuità fisica tra area Prandina e mura rinascimentali. Questo intervento potrà essere completato dalla rimozione del manto stradale e la rinaturalizzazione del suolo.

 

  1. Recupero degli edifici. Questa è la fase più impegnativa, ma anch’essa può avvenire gradualmente:
  • la ristrutturazione dell’edificio 10 A per insediarvi il “piccolo Salone” con il plateatico. Questo è l’intervento più qualificante per la funzione di aggregazione sociale del parco.
  • Il restauro degli edifici tutelati (2 cavallerizza e 3 scuderia) impedendo così un loro ulteriore degrado. Le altre due scuderie 4 e 5, potranno essere restaurate e utilizzate, se entreranno in possesso del Comune.
  • La ristrutturazione o demolizione degli altri edifici potranno essere eseguite in base ad un piano complessivo che dovrà essere appositamente elaborato. I finanziamenti potranno essere attinti anche dai frequenti bandi europei dedicati al restauro di beni di valore artistico e culturale.

 

  1. Sistemazione a verde dell’area. L’obiettivo è aumentare in modo sensibile l’alberatura di tutta l’area creando, a sud una sorta di laboratorio didattico dedicato in parte all’osservazione botanica, in parte all’agricoltura urbana e, nell’area centrale, un bosco per la sosta e il gioco dei bambini. Anche questo intervento può avvenire con gradualità in base ad un piano appositamente studiato ed in funzione dei finanziamenti che il Comune riuscirà a ottenere https://fr-libido.com/cialis-g…cher/.

 

 

Una nota sui parcheggi

 

L’obiettivo prioritario su cui si è impegnata l’attuale Amministrazione Comunale è la difesa della salute dei cittadini.  I livelli di inquinamento atmosferico raggiunti a Padova  indicano chiaramente la necessità di disincentivare l’uso delle auto in città, come previsto dalle Linee Strategiche di Mandato dell’attuale Amministrazione.

Per questo e in particolare, per evitare un richiamo di traffico che coinvolge non solo il centro storico, ma anche i quartieri ad esso limitrofi, la proposta non prevede parcheggi all’interno dell’area.

Inoltre si ritiene insostenibile il falso assioma che lega la creazione di un parcheggio nell’area Prandina con la rimozione del parcheggio di piazza Insurrezione.

Infatti.

  • l’eliminazione dei 115 posi auto del parcheggio Insurrezione non richiede una loro sostituzione vista la già elevata quantità di parcheggi in prossimità del centro (es.: il park Rabin abitualmente semideserto);
  • la perdita degli introiti dovuta alla sua chiusura può essere facilmente recuperata con un modesto aumento tariffario ( da 0,10 a 0,15 €/ora) dei parcheggi gestiti da APS;

 

Un luogo comune da sfatare è la possibilità di far coesistere nell’area Prandina il parco e un parcheggio.

 

Un progetto che valorizzi adeguatamente l’area dell’ex caserma Prandina mettendola in relazione con un più generale programma di rigenerazione di tutto il quadrante ovest del Centro Storico, non potrà che emergere dal concorso di progettazione che l’attuale Amministrazione si è impegnata a bandire ponendolo come obiettivo dei lavori dell’Agenda 21.

PROPOSTA