Ampliamento ZIP: il Parere di Arturo Lorenzoni

Ampliare la ZIP? No, grazie!

Per attrarre investimenti e aziende a Padova serve puntare su innovazione e promozione territoriale, connettività e qualità della vita, in questo il comune può essere una cabina di regia. Riteniamo che la proposta arrivata da imprenditori vicini a Bitonci in occasione della sua cena elettorale, sia miope; non si può pensare di consumare ancora suolo agricolo per ampliare la ZIP a fronte di un terzo dei capannoni che sono rimasti vuoti e non utilizzati, abbandonandoli al degrado.

Arturo Lorenzoni, candidato di Coalizione Civica per Padova, pensa che il Consorzio ZIP abbia esaurito la sua funzione di acquisizione di terreni e che debba essere riconvertito in una Agenzia di marketing territoriale. Serve una struttura che favorisca la competitività dell’area padovana: il suo ruolo dovrebbe essere promuovere le caratteristiche forti della città e mettere in rete le possibili partnership tra aziende, l’Università e Autorità locali. Al suo interno dovrebbe sorgere un’agenzia immobiliare che faccia un censimento dei capannoni sfitti e risponda alle richieste di mercato di aziende interessate. Questa Agenzia dovrebbe promuovere una connettività veloce a favore delle aziende, con fibra ottica ed una logistica intermodale (non solo gomma, ma ferrovie e idrovia),  dovrebbe supportarle nell’accesso ai finanziamenti europei e aiutarle negli adempimenti normativi.  Va studiato l’assetto attuale degli insediamenti produttivi per settore in modo da formare HUB (punti di concentrazione di aziende simili e attività complementari) capaci di costruire nuove sinergie.

In questo contesto il Comune deve avere un ruolo di cabina di regia per favorire la creazione di questa Agenzia di marketing territoriale, per semplificare la burocrazia, per agevolare le pratiche di insediamento e promuovere la qualità della vita in città e i servizi offerti, a partire da una mobilità sostenibile ed efficiente. Pensiamo a modelli come Bolzano e Zurigo, dove l’offerta non è solo quella di uno spazio per le aziende, ma l’inserimento in un tessuto innovativo e di relazioni con il territorio.