Padova Città D’Acque

La cultura dell’acqua fa da sempre parte della nostra città, ma a partire dagli anni ’50 del 900 è stata notevolmente modificata la sua connotazione ed è stato tombinato il Naviglio Interno. Nel corso degli anni inoltre non è stata posta attenzione alla gestione coordinata della risorsa acqua: acqua potabile, acque interne, smaltimento delle acque tutti temi che sono stati trattati in modo separato.

Riteniamo che vada impostata una gestione integrata delle acque della città per raggiungere alti obiettivi tra loro collegati. Il Comune deve farsi carico della gestione delle acque, non può delegare alle partecipate, né considerare la gestione delle acque un mero problema tecnico. La competenza va riportata all’Assessore all’Ambiente.

LE  PROPOSTE DI COALIZIONE CIVICA PER PADOVA

  • la tutela del reticolo di corsi d’acqua superficiali, caratteristici della città e della falda;
  • mai più scarichi nei canali: raggiungere il 100% di depurazione delle acque reflue in 5 anni, garantendo il collegamento alla rete fognaria di tutte gli edifici e la suddivisione delle reti per garantire il recupero dell’acqua piovana;
  • piano delle acque per la riduzione del rischio idraulico che preveda tra l’altro il completamento dell’idrovia come canale scolmatore;
  • valorizzazione turistica dei corsi d’acqua attraverso interventi per facilitare la mobilità lenta;
  • piena applicazione  dell’esito del referendum sull’acqua del 2012: facciamo come a Napoli;
  • rimodulazione delle tariffe dell’acqua: più eque e penalizzazione degli sprechi;
  • promozione utilizzo acqua pubblica negli esercizi commerciali;
  • realizzare interventi che garantiscano la sicurezza idrogeologica della città;
  • disinquinare il Canale Fossetta ricettacolo di parte delle fognature delle città;
  • gestire, valorizzare e rendere fruibile alla popolazione il lungargine del Fiume Brenta. Il lungargine del Fiume Brenta rappresenta un territorio cittadino di notevole importanza per tutta la città e ne costituisce il naturale confine nord. L’area versa in un generale e storico stato di forte pressione antropica e di scarsa valorizzazione che ne limita la fruibilità da parte della popolazione e garantire nel contempo la funzione ambientale/naturalistica.