L’offerta culturale della città

“La politica delle grandi mostre dovrà trovare un nuovo slancio rifuggendo dalla banale importazione di mostre confezionate dall’esterno ma invece attingendo a quel grande patrimonio di risorse e competenze di cui Padova è ricca. Devono essere, a tutti gli effetti, un elemento della politica culturale urbana, non configurarsi come un meteorite precipitato per caso sulla città, ma piuttosto costituire tendenzialmente una delle forme più alte della narrazione dell’identità e del ruolo di Padova con il coinvolgimento del mondo della cultura padovana”.

Coalizione Civica per Padova condivide queste parole delle Linee strategiche di mandato 2017-2022 (p. 24) dell’attuale amministrazione e con esse l’obiettivo di accrescere l’attrattività dell’offerta culturale e artistica della città, anche in funzione della costruzione di Padova come “Città della Cultura”, “da coltivare pazientemente sul lungo periodo evitando l’illusione che la qualità corrisponda all’esposizione mediatica” (p. 17).

Proprio perché condivide queste parole, esprime le proprie perplessità sulla scelta di perseguire tale finalità affidandola a un impresario noto per l’organizzazione di mostre “di cassetta” e di qualità quantomeno controversa e discutibile.

Avremmo preferito invece percorrere la strada di esposizioni originali e innovative, che valorizzino artisti e autori meno scontati, conciliando la capacità di attrarre il grande pubblico con una autentica proposta culturale, come è avvenuto anche a Padova con i 100.000 visitatori della mostra su Bembo (seconda mostra più vista in Italia nel 2013) o a Ferrara con quella su Ariosto (quasi 150.00 visitatori nel 2017) e in tanti altri casi.

È solo valorizzando le proprie specificità in termini di patrimonio culturale e di competenze scientifiche e tecniche, e aprendosi a pratiche culturali e anche espositive originali e innovative, che Padova può ambire a un ruolo non ancillare nel panorama culturale del Paese e ai riconoscimenti che merita, come quello di patrimonio Unesco per “Urbs picta” e di candidata come Capitale italiana della Cultura.

In questo senso ci aspettiamo che le politiche culturali della città siano d’ora in avanti il frutto di un confronto anche con i soggetti competenti presenti e attivi nella nostra città e nella nostra università e di una condivisione con tutte le sensibilità presenti nell’amministrazione che la governa.