La cultura al tempo del Coronavirus. 16 proposte di Coalizione Civica per Padova

Barriera di Libri in Spiaggia

La cultura ha un ruolo sociale. È lo strumento attraverso il quale ogni persona entra in relazione con se stessa e con gli altri; è il veicolo che fa conoscere esperienze diverse dalla propria, per arricchirsi o mettersi alla prova o estraniarsi o approfondire o alleggerire.
Qualcuno disse che la bellezza salverà il mondo; in un momento totalmente inedito per la sua drammaticità contingente e per le prospettive imprevedibili, può essere la cultura a salvarlo. Bisogna però saperne cogliere e declinare le opportunità.

Occorre poi non dimenticare i professionisti della cultura: perché se è vero che il patrimonio culturale è di tutti, anche chi lavora per produrlo, conservarlo e renderlo fruibile ha diritto di vivere del proprio lavoro, che è un servizio per ogni cittadino. Anche questi professionisti, già normalmente precari, molto stanno soffrendo la situazione corrente; ancor di più temono per il futuro, se la politica non dovesse considerare la cultura tra le necessarie priorità.

Per queste ragioni, nello spirito di proposta, collaborazione e servizio che ha sempre animato Coalizione civica per Padova, ci siamo chiesti quali azioni si potrebbero mettere in campo, nell’immediato e sul medio periodo, per sfruttare la potenzialità salvifica della cultura.
Offriamo dunque agli operatori della cultura, ai decisori politici e alla cittadinanza tutta le nostre idee, divise in tre “capitoli”, per complessive 16 proposte. Ci piacerebbe che fossero commentate, arricchite, corrette.

 

Lo spettacolo dal vivo e la produzione artistica 

I piccoli teatri, i cinema, i contenitori pubblici e privati di spettacolo dal vivo sono chiusi. Attori, musicisti, danzatori, tecnici non stanno lavorando. La creatività è ferma? no di certo.
La prima cosa da fare è mantenere viva l’attenzione, non dimenticare il valore che la cultura ha per la società né le persone che producono cultura, singolarmente o riunite in associazioni e altre forme aggregative: solo alcuni, infatti, saranno destinatari dei contributi straordinari erogati per l’emergenza, per molti altri i problemi di sopravvivenza saranno enormi. Ecco alcune idee:

    1. Promuovere un ciclo di interviste/presentazioni/brevi performance dei protagonisti, da trasmettere su piattaforma on line e da collegare eventualmente a un contributo di sostegno;
    2.  iniziativa “adotta un artista”: le attività commerciali che stanno lavorando potrebbero sostenere un artista in difficoltà in cambio di un prodotto artistico dedicato;
    3.  promuovere un metodo di raccolta fondi a regia comunale, finalizzato a creare un fondo da spendere per la produzione artistica da mettere in scena dopo l’emergenza;
    4. avviare un percorso di partecipazione, stimolando da una parte gli artisti a proporre i propri progetti, dall’altra i cittadini a scegliere i progetti ritenuti più meritevoli nonché a esprimere specifiche esigenze culturali;
    5. il Teatro Stabile potrebbe sfruttare il proprio ruolo istituzionale per promuovere iniziative di rete, anche ispirandosi all’esempio del cinema d’essai Beltrade di Milano, che offre una programmazione in streaming on demand in cambio di un biglietto di solidarietà declinato per diverse fasce di prezzo (http://www.bandhi.it/bah/beltrade).

 

Le biblioteche

Questi istituti culturali hanno immense potenzialità nella continuità del servizio e nell’esprimere le diverse funzioni della cultura di cui sono portatori, se si riesce a implementare il trasferimento on line di una parte della loro attività.
Oltre alle proposte di lettura e link utili inviati tramite newsletter, il portale esistente relativo alle biblioteche urbane potrebbe diventare lo spazio di relazione con i cittadini e promuovere:

    1. contributi di “guida alla lettura” da parte di esperti;
    2. una scelta di letture ad alta voce registrate per adulti e per bambini;
    3. “letture spontanee”, che i cittadini dedicano ai propri cari: si pensi ai nonni, che non possono leggere le favole ai nipotini, e lo fanno attraverso una piattaforma messa a disposizione della biblioteca civica, che potrebbe arricchire con questi interventi il proprio patrimonio audio e video; così come altre sperimentazioni di pedagogia attiva e narrazione condivisa;
    4. conferenze e dibattiti sui temi del momento o su letteratura, arte, filosofia, cui collegarsi in streaming, anche in collaborazione con l’Università degli Studi;
    5. con un po’ di creatività, proposte culturali varie, anche ispirandosi alla vasta gamma di offerte presente in rete: si vedano p.es. i portali delle principali biblioteche italiane, dalle nazionali alle civiche, compresi la rete bibliotecaria di Abano e dei Comuni del padovano (http://opac.provincia.padova.it) e il sistema delle biblioteche scolastiche (www.retebibliomediascuole.org).

 

I musei

Il museo vive senz’altro dei visitatori che fisicamente si recano nelle sale espositive, ma, finché deve restare chiuso, gli operatori museali sono sicuramente in grado di trasferire i contenuti e incuriosire il pubblico con mille racconti, il che peraltro può contribuire a creare un’attesa, che auspicabilmente si tradurrà in una visita alla riapertura.

Alcune proposte:

    1. animare maggiormente l’attività social e valorizzare gli esperti interni, p.es. con guide virtuali dei curatori su percorsi specifici della collezione, non limitandosi alle lezioni del solo Marco Goldin (cfr. a mero titolo di esempio tra le numerose iniziative: Christian Greco e le visite al Museo Egizio di Torino su YouTube; Valentino Nizzo e le iniziative social del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma);
    2. stimolare i professionisti collaboratori esterni a raccontare le iniziative future in modi originali, sfruttando le competenze in didattica museale per creare uno storytelling diversificato per fasce di pubblico (adulti, bambini, persone con disabilità ecc.) e provare a collegarle con la didattica a distanza attualmente in corso;
    3. aderire ai flash mob on line periodicamente lanciati dal MiBACT (#italiachiamo, #artyouready ecc.), come segnale di presenza e di fratellanza con istituti omologhi se pur di diversa proprietà;
    4. per quanto concerne la mostra “L’Egitto di Belzoni”, che risulta inattiva, si potrebbe forse percorrere una strada simile a quella dello streaming con offerta libera suggerito per gli spettacoli dal vivo; questo permetterebbe una minima continuità alle operatrici e agli operatori museali precari coinvolti e ora in grave sofferenza.

 

E per il futuro?

Auspichiamo che si lavori per affrontare i contraccolpi, che temiamo molto gravi per il settore della cultura.

    1. Innanzitutto sarebbe opportuno riconoscere pubblicamente che tale settore, e i suoi lavoratori e lavoratrici precari, sono stati tra i primi a pagare la situazione e probabilmente saranno tra gli ultimi a riprendersi, dal momento che operano in contesti dove l’aggregazione è elemento costitutivo.
    2. In secondo luogo, occorre aprire un’interlocuzione permanente e dedicata con i rappresentanti di questi mondi, per cercare insieme soluzioni condivise e per rappresentare queste esigenze verso le istituzioni “superiori”, dalla Regione al Ministero, nell’ottica di un approccio sistemico da mettere in campo in fase di ripresa.

Il tempo sospeso che stiamo vivendo può costituire anche un’opportunità per ricercare insieme soluzioni per il dopo, che presto occorrerà ripensare con spirito di innovazione e creatività. Per questo siamo sempre stati e saremo sempre disponibili.

Il Gruppo di lavoro Cultura di Coalizione Civica per Padova