Innovative Politiche Sociali per Padova

Il Cohousing Sociale

Molti anziani in grado di rimanere a casa, hanno bisogno di una supervisione e di un appoggio nell’autogestione quotidiana; molti giovani con disabilità potrebbero vivere in autonomia (abitativa e lavorativa) con una guida, anche periodica, sulla gestione quotidiana; molte persone, di  categorie diverse ( disoccupati, inoccupati, in cerca di lavoro, studenti, donne sole…) si trovano in condizione di emergenza abitativa.

La proposta Di Coalizione Civica

L’idea è quella di favorire l’incontro tra bisogni diversi e trasformarli in una risorsa, per le persone e per la comunità, con lo strumento del cohousing e, in questo modo, favorire la permanenza degli anziani a casa propria, l’uscita di casa di giovani adulti con disabilità (fisica o mentale), dare risposte all’emergenza casa.

L’Amministrazione gestisce, attraverso i servizi sociali e/o le associazioni di categoria, il progetto generale che consiste in percorsi di autonomia rivolti ad anziani e/o a giovani disabili e nella gestione di contratti di cohousing con persone in emergenza abitativa.

Queste ultime vengono formate allo scopo, attraverso una breve formazione  condivisa (amministrazione, Ulss e associazioni di categoria) in seguito alla quale si concretizza il progetto e vengono abbinate “persone ospitanti “(anziani o disabili) a “persone ospitate” in grado di tutelare e sovrintendere  alla necessità dell’ospitante e stilato un contratto di cohousing di cui l’amministrazione è garante.

 

I senza fissa dimora

Il problema da risolvere è l’uscita dal concetto di “emergenza” nel considerare un problema sociale strutturale qual’è la presenza dei senza fissa dimora nel territorio cittadino.

La proposta Di Coalizione Civica

L’intervento è rivolto a persone “senza dimora” che versano in stato di povertà estrema permanente o in situazioni di grave difficoltà temporanea, che gravitano nell’ambito del territorio comunale e in zone limitrofe.

L’obiettivo generale del Progetto è quello di costruire una  rete integrata e più completa di interventi, mirata ad “agganciare” le persone che rientrano nel gruppo ma anche a mantenere il contatto e la relazione, quindi ad accoglierle e prendere in carico .

L’amministrazione, attraverso i servizi sociali in collaborazione con associazioni e cooperative dedicate, gestisce il progetto che sarà intensificato nei periodi invernali, pur avendo come scopo lungimirante l’eliminazione del problema.

Un progetto pilota avviato da anni in Europa è “House First” che prevede un forte investimento iniziale da parte dell’ente a fronte di un’elevata percentuale di successo dell’intervento nel tempo che porta quindi ad un risparmio complessivo nella lunga durata.

 

Disabilità e vita indipendente.

Con l’adozione nel 2006 della Convenzione n. 61/107 sui diritti delle persone con disabilità, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ratificata dalla UE e dall’Italia),si afferma finalmente il principio che la disabilità non è uno stato “naturale” insuperabile, ma la conseguenza di un’interazione tra la persona ed il contesto sociale che la circonda, che ne impedisce l’integrazione.

I Principi generali della Convenzione ONU stabiliscono al primo punto il rispetto per la dignità intrinseca della persona, l’autonomia individuale – a partire dalla libertà di compiere le proprie scelte – e l’indipendenza delle persone.      una valorizzazione delle abilità, verso l’autonomia abitativa.

In città sono molti i soggetti che promuovono attività nell’ambito della vita indipendente delle persone con disabilità, ma lo fanno al di fuori di una logica unitaria e spesso non in grado di produrre un vero coinvolgimento delle famiglie di persone disabili, il cui numero stimato dagli organismi europei è pari a circa 1/6 della popolazione.

La proposta Di Coalizione Civica

L’amministrazione può fare molto in questo senso, nel favorire la costruzione un organismo unitario capace di coinvolgere al suo interno tutti i soggetti pubblici e privati, che a qualsiasi titolo hanno responsabilità in tema di disabilità, e di accompagnare le famiglie al riconoscimento e nella promozione del diritto alla vita attiva delle persone con disabilità.

Si pensa ad una fondazione di comunità, una forma atipica di ente privato, che unisce all’elemento patrimoniale, proprio della fondazione, l’elemento personale proprio dell’associazione. Si tratta di uno strumento oggi frequentemente utilizzato dagli enti pubblici per svolgere attività di pubblica utilità con il concorso di privati. La fondazione deve avere lo scopo di coordinare gli interventi, offrire consulenza giuridica, gestire patrimoni (trust, amministratore di sostegno, ecc.), ricevere e gestire finanziamenti pubblici e privati, curare il patrimonio abitativo, incentivare la nascita di reti solidali a livello cittadino (scuole, parrocchie, privato sociale, volontariato).