Cultura

Cultura e bandi trasparenti

Odio: manuale di resistenza alla violenza delle parole

Gruppo Sede Pensante

Presentazione del libro

Mercoledì 25/11 h. 18

copertina libro

Quando il 10 maggio scorso la notizia della liberazione di Silvia Romano si diffonde nei social, la giovane rapita in Kenya diviene in pochi istanti il bersaglio di attacchi di ogni genere, tra auguri di morte, rabbiose accuse contro il mondo del volontariato, generici insulti sessisti. È bastato questo episodio per riportare in primo piano la portata e la violenza di un fenomeno che l’illusione dell’ “andrà tutto bene” sembrava aver ridimensionato, ma che invece è più esplosivo che mai. Il discorso d’odio, o “hate speech” non sono solo gli incitamenti all’odio urlati in maiuscolo dai leoni da tastiera o le invettive dei corsivisti più spregiudicati; da sempre il discorso d’odio agisce anche in modo subdolo, politicamente trasversale e in forme meno esplicite: con metafore, reticenze e false ironie si esprime spesso al riparo da accuse e provvedimenti giudiziari, disseminando parole offensive, narrazioni stereotipate, stratagemmi retorici capaci di fomentare, in sordina, vecchi e nuovi hater. “Odio” è un atipico manuale di resistenza che non si limita a setacciare la cronaca dei nostri giorni ma che del discorso d’odio ricostruisce una genealogia storico-giuridica, indica le spie linguistiche, fornisce strumenti di contrasto. Perché solo riflettendo sui limiti della nostra idea di “hate speech” e sui suoi complessi meccanismi possiamo provare a fermare la marea montante dei discorsi e dei fenomeni d’odio. E ritrovare il senso, inclusivo, della nostra società.
Umberto Curi, filosofo, ne parla con l’autore, il linguista Federico Faloppa
Coordina l’incontro Enrico Ferri, giornalista

Link per la partecipazione al meeting Zoom https://us02web.zoom.us/j/89540915626?pwd=SS9jY2NKekJUK2syL0J3MHlQTTNwUT09

 

Arte, politica, cultura: continua il nostro impegno per una cittadinanza attiva e solidale

L’evento sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook di Coalizione Civica per Padova

Audizione lavoratori della cultura e spettacolo in Commissione Cultura

Giovedì 12 novembre, Audizione della Commissione Cultura.

Diamo qui il report completo delle Commissioni III e IV del 12 novembre, che sono state dedicate ad un audizione di rappresentanti lavoratori della cultura e dello spettacolo per conoscere le criticità che stanno vivendo sia di tipo strutturale, sia legati alla pandemia.
Un percorso strettamente collegato al percorso di Gruppo Cultura di Coalizione, che ha avuto come ultima tappa l’assemblea pubblica del 27 ottobre. 

 

Partecipano alla consultazione Francesca Vason in rappresentanza di Artworkers Italia, Filippo Tognazzo, presidente RES – Rete Spettacolo dal vivo, Jacopo Pesiri della rete delle maestranze dello spettacolo, Luca Dall’Agnol, in rappresentanza di ADL Cobas di Padova.

Francesca Vason presenta l’associazione di cui è portavoce, ART WORKERS ITALIA, un gruppo informale, autonomo e apartitico composto da lavoratori/trici delle arti contemporanee che si è formato durante la crisi pandemica. AWI include tutte le figure che operano in diversi modi all’interno di enti, fondazioni e istituzioni pubbliche e private, associazioni culturali, accademie e università, spazi indipendenti, gallerie o che svolgono una libera professione in collaborazione con esse. Le figure professionali sono molto diverse: artiste, performer, curatori, ricercatrici, educatori museali e mediatori culturali d’arte, storici dell’arte, art writer, assistenti di galleria, guardasala, addetti ufficio stampa, ecc. La pandemia ha determinato per molti lavoratori la sospensione o la perdita di lavoro e progetti e soprattutto ha messo in evidenza alcune problematiche strutturali proprie del settore che rappresentano e dei rapporti di lavoro, spesso mal tutelati e mal retribuiti, in quanto caratterizzati da modalità contrattuali atipiche e intermittenti, impieghi discontinui e parcellizzati, che nella maggioranza dei casi rendono difficile o addirittura impossibile, l’accesso a qualsiasi forma di sostegno previdenziale e ammortizzatore sociale, oltre che dai meccanismi di tutela previsti dal governo. La mancanza di enti di tutela specifici indebolisce il loro potere contrattuale, aumentando la vulnerabilità del settore. Nel loro settore convivono meccanismi e standard propri dell’industria del lusso e salari poco al di sopra del livello di povertà, spesso basati su forme alternative di remunerazione – rimborsi spese, compensi in visibilità, budget di produzione che coprono a malapena le spese, senza contare le intollerabili percentuali di lavoro sommerso. Art Workers Italia con modalità di ricerca collaborative e autoformative, opera per il riconoscimento e la tutela dei diritti delle lavoratrici e lavoratori dell’arte contemporanea. Si sono strutturati in diversi tavoli di lavoro per analizzare la loro situazione, anche grazie al confronto con pratiche messe in atto in Europa e in paesi extra europei. Con il supporto di esperti, stanno conducendo indagini per elaborare strumenti fiscali e contrattuali per i lavoratori dell’arte contemporanea, mettendo a punto un questionario di settore e censimento per art workers in Italia, individuando alcune tipologie di contratto di lavoro, primo passo per il riconoscimento della professionalità, e una tabella di remunerazione. AWI ha intrecciato dialoghi con università, enti di ricerca nel settore dell’arte contemporanea in Italia e con realtà con finalità affini già presenti all’estero. Evidentemente sulle carenze strutturali gli interventi del comune sono forzatamente limitati. In Padova sono state riscontrate alcune lacune sul tema arte contemporanea: un sistema burocratico non “amichevole”, un sistema di rendicontazione parcellizzato, la mancanza di riferimenti istituzionali per l’arte contemporanea, la difficoltà ad accedere ai programmi della cultura. Sono necessari finanziamenti che garantiscano la continuità progettuale con possibilità di sviluppo pluriennale. E in particolare per il settore del contemporaneo occorrono fondi per la produzione artistica, ridando centralità alla formazione e alla ricerca artistica nell’ambito dell’arte contemporanea. Sperano di diventare interlocutori attivi per concertare le iniziative che il comune intraprenderà.

Filippo Tognazzo è presidente della Rete Spettacolo dal Vivo che rappresenta in Veneto 25-30 soggetti, compagnie indipendenti. La rete è nata perché la grande frammentazione di soggetti rendeva difficile essere riconosciuti e riconoscersi. Poiché non possiamo ricevere finanziamenti, il nostro obiettivo è quello di creare opportunità. Sono tutti professionisti (700 lavoratori compreso l’indotto), hanno costruito una piattaforma con tre parole chiave: legalità, costruzione di progetti, valorizzazione dell’esistente. Agli enti pubblici chiedono la disponibilità a una co-costruzione con loro di percorsi di legalità, di progettazione, di valorizzazione dell’esistente. Hanno moltissimi punti di contatto con Artworkers, possono vantare 1.200-1400 repliche l’anno e 130.000 spettatori. Sono i numeri di un grande teatro. I loro lavoratori sono continuamente a contatto con le realtà locali. Desiderano partecipare alla costruzione di un sistema migliore. Come? In fase consultiva, nella costruzione dei bandi inserire come criterio le giornate di lavoro significa far arrivare soldi ai lavoratori e alle loro famiglie, lavorare sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, utilizzando maestranze e tecnici preparati a favore degli artisti e del pubblico.

Jacopo Pesiri interviene come coordinatore delle maestranze dello spettacolo veneto. Il gruppo si è formato per le conseguenze della pandemia. Tantissimi tecnici – di tantissimi tipi diversi – artisti, musicisti, sono rimasti senza lavoro. La conseguenza è stata una grande opera di collettivizzazione. Le problematiche sono immediate (legate alla pandemia) e di sistema. Le amministrazioni locali hanno un ruolo importante. Gli operatori della cultura e dello spettacolo sono totalmente prive di tutele (malattia, maternità, paternità) c’è una larghissima presenza di nero, i compensi sono spesso rappresentati da rimborsi spese. La gestione e l’immaginario dello spettacolo sono legati ai grandi eventi. La ripresa è stata una falsa ripresa. Ad es. la Fondazione Arena di VR ha lasciato a casa 500 persone, tra cui le sarte di scena, personale dotato di grandissima professionalità. La società non vive dei grandi eventi, ma quelli piccoli. I fondi pubblici devono essere collegati alle giornate lavorative che rappresentano il riconoscimento dell’attività lavorativa. Desiderano partecipare, vogliono mettere a disposizione le loro esperienze. A partire da oggi si facciano dei bandi. Non si tolgano i grandi eventi, ma si promuovano iniziative concertate a livello locale. Si facciano interventi migliorativi sui luoghi di lavoro. Lo Stato è arrivato ad un punto di stress. Occorre girare pagina. Si faccia un tavolo tecnico che coinvolga organizzazioni di lavoratori dello spettacolo e comune in modo da fare poi pressione sulla Regione per uno spettacolo migliore. Lo spettacolo è lavoro. Le istituzioni devono essere vicine alle persone, devono imparare ad ascoltare. Occorre eliminare il lavoro nero. Serve un tavolo per stabilire come ripartire nella giustizia sociale. Questo chiedono  a gran voce.

La presidente della VI comm. da’ la parola all’assessore Colasio, il  quale apre dichiarando che nel nostro Paese la spesa procapite per la cultura è quella che è. Rievoca come si è costituito il ministero per o beni culturali e quali siano le norme che disciplinano il lavoro nello  spettacolo. Si sono avute politiche strutturali, di sistema, che si sono riverberate necessariamente sulle energie e sulle professionalità del settore. Al di là della retorica, non si sono mai sapute definire le professionalità della cultura e dello spettacolo. Il vero dramma rappresentato è quello dei contratti di lavoro intermittenti di cui le nuove politiche pubbliche dovranno occuparsi. A livello comunale si può fare ben poco riguardo alla produzione e distribuzione di spettacoli. Quello che di può fare è agire attraverso bandi e non dare assolutamente copertura al lavoro nero. Il dialogo avviene prevalentemente con il mondo che afferisce al FUS, sostenendo lo Stabile, l’OPV, i Solisti. Il comune si è fatto carico di quei lavoratori: senza il suo intervento quegli enti sarebbero collassati. L’impegno del comune nei confronti delle organizzazioni di lavoratori dello spettacolo qui rappresentate sarà concentrato sul miglioramento della qualità dei bandi, sul cercare di coinvolgere realtà territoriali. I presenti rappresentano altri mondi. Il comune cercherà di porre in atto azioni concrete di sostegno. Da tenere presente che quest’anno le nostre risorse sono azzerate. Contesta l’accusa di burocratizzazione dei processi sollevata da Artworkers. Non c’è solo burocratizzazione nel pubblico. A PD c’è un ritardo strutturale sull’arte contemporanea. Invita a non connotare negativamente i professionisti delle realtà istituzionali. Il castello sarà il più grande spazio a nord est dedicato all’arte contemporanea. Per quanto riguarda la mancanza di istituzioni di riferimento, concordo sul fatto che si può condividere una progettualità. Si dichiara disponibile a immaginare spazi innovativi. Chiedo aiuto per aiutare a creare a PD condizioni perché i giovani che mettono nel loro lavoro passione e competenza trovino condizioni di lavoro giuste, legittime e condivisibili. Con il loro aiuto è possibile migliorare la progettualità di questa amministrazione.

Colasio lascia la riunione. 

Interviene Luca Dall’Agnol a nome dell’Adl cobas. Fornisce alcune cifre riguardo si lavoratori della cultura e dello spettacolo: sono circa 330.000 e guadagnano in media 10.034 euro l’anno. 156.000 nel 2019, 125.000 occupati in Veneto nel mondo della cultura e dello spettacolo. 30.000 nello spettacolo. 6000 a PD, con contratti diversi: molti i lavoratori autonomi con partita IVA, molti i lavoratori a chiamata (prestazione autonoma occasionale), pochi i dipendenti, con un contratto a tempo indeterminato non intermittente. Non esistono ammortizzatori sociali: nel periodo del lockdown totale non hanno potuto fruire del bonus di € 600 quanti – essendo lavoratori intermittenti o precari – abbiano versato contributi per almeno 30 giorni lavorativi nell’anno precedente (requisito modificato in 7 giornate). Non avendo ammortizzatori sociali questi lavoratori o cambiano lavoro o muoiono. Richiedono il reddito di continuità per tutelare gli intermittenti, gli autonomi. Occorre non dimenticare le ripercussioni delle attività culturali e dello spettacolo sull’economia:  turismo e commercio. Oggi stanno riprendendo gli incontri su una ripresa della riforma organica del settore dello spettacolo, con il rinnovo delle deleghe perdute sul Codice dello Spettacolo. Se si vuole riempirlo di contenuti, occorre una rimodulazione dei fondi economici esistenti, come il FUS. Il contratto di lavoro dei lavoratori dello spettacolo deve essere applicato nella realtà, esteso a tutti i lavoratori del settore e ristrutturato nelle sue criticità. Al comune chiedono di sostenere in Regione l’introduzione degli ammortizzatori sociali e del reddito di continuità e di sostenere questi lavoratori con tutti gli interventi possibili (servizi, pagamento bollette, affitto, ecc. ). 

La Presidente della Commissione, Daniela Ruffini interviene ringraziando gli intervenuti, segnalando che Colasio si è detto disponibile a un percorso comune, si augura che il dialogo possa proseguire. Si sono poste le basi per un’interlocuzione fattiva. Chiede alla caposettore se vuole intervenire. Questa dichiara di avere ascoltato con attenzione e che si riserva di concordare con l’assessore le prossime azioni.

Interviene il consigliere Sangati per sottolineare come i grandi e i piccoli eventi siano complementari. È importante portare nelle periferie eventi di qualità. Qualcosa è stato fatto con Spazi aperti. Occorre proseguire e allargare le opportunità. 

Interviene poi la consigliera Colonnello, secondo la quale l’incontro è stato utile per rendere nota una realtà organizzata e le sue richieste. Vuole sottolineare che questo momento storico ha rappresentato per i lavoratori dello spettacolo un’occasione per trovare unita’ di intenti (di solito erano piuttosto in competizione 

 La maggioranza delle loro istanze hanno come interlocutore la Regione e soprattutto lo Stato. Il bonus di 600 euro è un primo riconoscimento. Non è possibile che non continui l’attenzione nei loro confronti. La legge sullo spettacolo è ferma da anni. Importante è il reddito di continuità: a livello europeo esistono provvidenze analoghe. A livello comunale è possibile un’attività di sensibilizzazione con attività di comunicazione diverse, con convegni. Si è detto che finalmente è stato possibile un confronto. Il comune è stato aperto a questo fin dall’inizio. Per il comune esistono 4 possibilità di intervento:

– sui bandi (si ricorda che è stato approvato il regolamento unico per la gestione dei contributi)

– sulle prospettive: quali prospettive culturali si pone PD?

– finanziamenti: occorre istituire un fondo ulteriore? Qualcosa di specifico?

– organizzazione: spazi e sburocratizzazione degli accessi. Da mesi stiamo ragionando su queste cose. Interviene il consigliere Bettella. Ha avuto l’impressione che siano state poste 2 tematiche distinte. Queste realtà associative sono nate ora, prima era un mondo non ascoltato. È un mondo costituito da professionisti. Se è così il dialogo con il comune per l’elargizione di contributi e’ debole perché il comune non ha risorse. Questi lavoratori devono trovare le tutele a cui hanno diritto, ma questo non riguarda il comune. Altra cosa è la situazione attuale e come farvi fronte. Il comune può mettere in campo risorse poco adatte a soddisfare dei professionisti, si rivolge piuttosto al mondo delle associazioni, che è diverso da quelllo dei professionisti. Chiede se i rappresentanti possono chiarire.

Il consigliere Cusumano interviene dicendo che PD vuole procedere con i rappresentanti sulla via drl dialogo. Per quanto riguarda la battaglia per i diritti, hanno l’appoggio dell’assessore e anche il suo, benché cons. di minoranza. Altra cosa è la gestione dei fondi comunali. Il regolamento approvato lunedì scorso pone delle regole. C’è comunque una quota di discrezionalità, ma comunque pone delle regole. Va detto che alcune realtà sono sempre finanziate, altre mai. È importante comunque che regole condivise travalichino la durata delle maggioranze di governo.

Ruffini osserva che le problematiche presenti, derivate da un sistema di totale deregulation, sono state portate sotto i riflettori dalla pandemia. Abbiamo la responsabilità di fare pressione sulla Regione e sul Governo. Poi ci sono le cose che noi possiamo  fare. Per il primo punto si tratta di decidere quale strumento usare. Per il secondo punto mi pare che non siano stati chiesti soldi ma attenzione per affrontare questa situazione e la ripartenza. È d’accordo sul fatto che se non c’è lavoro ci deve essere reddito. Questi incontri servono per capire che a volte siamo all’interno di meccanismi che non comprendiamo molto bene. Da parte mia c’è la massima disponibilità a proseguire questo percorso.

La consigliera Moschetti ringrazia e dichiara che questo incontro è stato importantissimo. Si associa a quanto già detto, con alcune sottolineature. Si è intrapresa una strada per rispondere con piccoli eventi. 

1) come amministrazione possiamo sostenere con una mozione la richiesta di maggiori tutele, di maggiori diritti per lavoratori abbandonati.

2) il comune non è solo erogatore di denaro, ma è anche regolatore. Può dare segnali chiari nei bandi dando criteri per agevolare le associazioni e perché ci sia trasparenza nei compensi.

3) può lavorare per obiettivi con la Fondazione e con la Regione per valorizzare le associazioni che sono qui rappresentate. Il regolamento approvato è un buon elemento di trasparenza e a favore di realtà che non penalizzano i lavoratori.

Il presidente della Consulta n. 4 sud est, Giacon, sottolinea che è stata una commissione importante per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. Condivide le considerazioni di Sangati riguardo all’attenzione per il territorio e l’opportunità di puntare su piccoli eventi. Importante è il reddito di continuità.

La presidente della VI comm. da’ la parola per la replica a Francesca Vason di ART WORKERS ITALIA. Si dichiara dispiaciuta che Colasio abbia lasciato l’incontro. Ringrazia l’assessore e le commissioni per aver accolto le loro istanze. Sottolinea che partire dalle criticità non ha un intento demolitore ma è il primo passo per trovare invece uno scambio e vie di miglioramento. Tanti hanno riconosciuto che il comune può dare un importante riconoscimento ai diritti dei lavoratori. AWI sti sta muovendo su diversi fronti. Sono grati per la possibilità di lavorare insieme a una prossima progettualità.

Tognazzo precisa, rispondendo a Bettella, che non esiste alcuna contrapposizione tra volontariato e professionalità. Sono gli enti organizzatori che spesso approfittano della zona d’ombra che esiste tra le due figure, dando contributi per l’evento, lasciando le briciole per gli operatori che vengono pagati con un rimborso spese. Basterebbe inserire nel bando la retribuzione in base alle giornate lavorative. Occorre una presa di coscienza. Un’altra caratteristica che dovrebbero avete i bandi è una divisione dei contributi/finanziamenti per voci.

Pesiri ringrazia da parte di tutte le maestranze. Tre cose desidera precisare: non ci sono grandi eventi in città, ma per loro sono grandi. Anche quello che per un comune è un piccolo concerto è grande per chi ci lavora. Potremmo approfittare della pandemia per fare di PD la capitale dello spettacolo giusto. Stanno cercando le istituzioni da 9 mesi. Il fermo è giusto, ma le istituzioni devono cercare di vedere la situazione con i loro occhi. Esprimono l’invito e la speranza di andare avanti insieme e sperano in un incontro costruttivo a breve.

Dall’Agnol ringrazia per l’attenzione alle istanze sociali della categoria.

Ma Padova rinascerà dalla Cultura? Assemblea del 27 ottobre

Ecco il video completo dell’assemblea pubblica fra operatori della cultura ed amministrazione “Ma Padova rinascerà dalla cultura?” di martedì 27 ottobre. E’ stato un incontro molto partecipato, ricchissimo di stimoli e proposte, e caratterizzato da una dialettica rispettosa ma franca, come la situazione difficile imponeva, a partire dal rendiconto della Mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale “Padova rinasce dalla cultura”.
Avevamo già dato un bilancio a luglio; era giunto il momento di parlarne di persona.
Delle molte cose discusse, di cui daremo più ampio conto nei giorni prossimi, ci preme sottolineare l’impegno preso dall’Assessore Colasio per la convocazione di un Tavolo istituzionale, come previsto della mozione consiliare del 25 maggio scorso, e l’ipotesi di agganciare a quel tavolo una commissione per ragionare sulle linee guida dei futuri bandi afferenti al settore cultura, in maniera da renderli più inclusivi ed aperti all’apporto di nuovi attori, più vincolanti per quanto riguarda i diritti dei lavoratori ingaggiati nel quadro del finanziamento pubblico, e più adatti alle mutate condizioni emergenziali del settore a causa delle necessarie misure di contenimento del contagio da Covid.
Ringraziamo soprattutto operatori ed operatrici della cultura che, in un momento molto difficile, hanno avuto la passione e la pazienza di spendere una sera in un confronto critico ma costruttivo. Rigraziamo i ben sei assessori presenti: oltre ad Andrea Colasio, Francesca Benciolini, Diego Bonavina, Chiara GallaniMarta Nalin ed Andrea Ragona. I molti consiglieri comunali, a partire dalla presidente della Commissione Cultura Daniela Ruffini; i Consiglieri regionali Elena Ostanel ed Arturo Lorenzoni, e le due prorettrici dell’Università di Padova Annalisa Oboe e Giovanna Valenzano.
[La registrazione è cominciata qualche minuto dopo la partenza dell’Assemblea, attorno a metà del terzo intervento]
[Link alternativo se nel vostro browser non si caricasse il video: https://youtu.be/JKV9DNrMFlk]

 

 

 

Ma Padova rinascerà dalla cultura?

 

MA PADOVA RINASCERA’ DALLA CULTURA?

[Milano, manifestazione delle maestranze dello spettacolo]

Sono passati cinque mesi dalla mozione “Padova rinasce dalla Cultura”, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 25 maggio 2020. La mozione, elaborata dalla Commissione Cultura in dialogo con l’assessore alla Cultura Andrea Colasio, è il frutto di un lungo processo di assemblee, tavoli di lavoro, ragionamenti di rete condotti da operatori ed operatrici della cultura a partire da metà marzo.

Tutti e tutte assieme, su iniziativa di Coalizione Civica per Padova ma molto oltre i suoi confini, abbiamo ragionato sulle devastanti conseguenze di COVID e lockdown in un settore già reso fragile da precariato diffuso e da una pluriennale sottovalutazione nel discorso pubblico e nell’azione politica ed amministrativa.
La Mozione del 25 maggio è stata un importante passo avanti. Il Consiglio all’unanimità, maggioranza ed opposizione, ha concordato su una serie di misure urgenti, ed ha consegnato questo indirizzo alla Giunta.

Abbiamo già fatto un aggiornamento, in luglio (lo trovate qui) frutto della continua interlocuzione del Gruppi Cultura di Coalizione Civica con l’Assessore.

Dopo cinque mesi, e alla vigilia di nuove, necessarie e dolorose, misure di restrizione che preparano per il settore della Cultura – operatori e fruitori – un inverno di enormi difficoltà, è il momento di tornare a confrontarsi con l’Amministrazione sui contenuti della mozione, per rendicontarne lo stato di avanzamento, e per confrontarsi anche sulle prospettive future.

Per questo abbiamo organizzato un assemblea pubblica:

MARTEDÌ 27 OTTOBRE dalle ore 20.45 alle 23.

Sono invitati l’assessore Colasio e gli amministratori coinvolti nella realizzazione dei lavori della mozione.

Per ovvie ragioni, l’assemblea si svolgerà on line, a questo link di zoom, aperto dalle ore 20.15:

Vi aspettiamo numerosi, passate parola.

Kermesse Fulvio Tagliaferri

Dobbiamo innanzitutto scusarci con tutt* voi per il ritardo con cui vi arriva questa comunicazione.

Purtroppo, la pandemia e le sue conseguenze hanno bloccato la nostra possibilità di prendere iniziative e di organizzare eventi in presenza come invece avremmo voluto fare. Abbiamo quindi semplicemente comunicato le conclusioni della Giuria a chi aveva partecipato invitandoci qualcosa.

Così, per ora ci limitiamo  a comunicare a tutti i coalizzati i titoli dei testi selezionati dalla Giuria della Kermesse letteraria “Fulvio Tagliaferri”. Quando poi sarà possibile, organizzeremo un evento di reading dei lavori presentati. 

Come ricorderete, era stato chiesto ai giurati di segnalare le tre opere di ogni sezione giudicate degne di menzione.

In totale sono stati inviati 14 racconti per adulti, 12 poesie, 6 storie legate alla città e 2 racconti per bambini.

Dunque, squillino le trombe e rullino i tamburi…ecco i titoli scelti dalla Giuria che, vi ricordiamo, è stata presieduta da Sergio Frigo e composta da Agnese Solero, Giulia Simone, Lina Taurisano e Davide D’Attino.

 

  • Per la sezione poesia:
    Ancora, di Anna Maria Tormene;
    Cercando Maria tra i navigli e le carte, di Claudio Zoppini;
    Il virus, di Maria Clotilde Mosconi.
    Per la sezione racconti per adulti:
    L’olfatto, di Michela Mosca;
    Per Fulvio, di Anonimo;
    Il Centro, di Carlo Fiorotto; 

    la Giuria ha segnalato anche Scarpe rosse, di Marco Bonetti.

 

  • Per la sezione Storie di quartieri e città:
    Zio Fulvio, di Marco Piva;
    Un giardino anni ’50 nel quartiere Sant’Osvaldo, di Giovanna Donà;
    La statuetta di Sant’Antonio, di Laura Bettini.

 

  • Per la sezione racconti per bambini sono pervenuti solo due elaborati:
    Mario e il suo trenino magico di Davide La Noce;
    Il postino Pettirosso di Alessandra Santi.

In allegato troverete i testi segnalati così come sono stati consegnati ai giudici, identificabili solo da un codice ed in forma anonima.

Di seguito le motivazioni delle scelte effettuate:

STORIE DI CITTÀ

SC02 ZIO FULVIOSi raccomanda per la limpidezza della scrittura, con cui l’autore ha saputo rendere vive la personalità, l’umanità e la riflessività di Zio Fulvio. Grazie a una sapiente ricostruzione dei particolari, emerge una fotografia – scattata attraverso le parole – di Padova e di un suo protagonista, che sentiamo vicini e familiari.

SC05 UN GIARDINO ANNI ’50 NEL QUARTIERE SANT’OSVALDO: Il racconto si segnala per la capacità di cogliere scaglie di un piccolo mondo ormai antico, e intercettare con perizia espressioni e gesti di personaggi, per la compattezza della narrazione e l’eleganza del ritmo, per la freschezza delle immagini e la vivacità del finale che stempera la nostalgia.

SC06 LA STATUETTA DI SANT’ANTONIODalla narrazione emerge con precisione e nettezza l’affettuoso ritratto di una persona inserito organicamente in una vivace ed appassionata ricostruzione di una vicenda minore, in grado di illuminare con efficacia un momento significativo della storia padovana.

RACCONTI ADULTI

RA11 L’OLFATTOIl racconto si impone per la capacita di trasformare, attraverso un “viaggio” sapiente e stilisticamente maturo dentro le suggestive facoltà dell’olfatto, un coinvolgente viaggio nei ricordi, nel ritratto emozionante e divertente di un’epoca e di un ambiente sociale.

RA13 PER FULVIO: La narrazione si segnala per lo sguardo non convenzionale sul quotidiano, per la capacità di trasformare, con pochi tratti ed accenti, un momento qualunque di questi tempi nella storia di tutti, una storia sottratta alla monotonia della routine e riproposta con parole suggestive, dense ed efficaci.

RA14 IL CENTROL’elaborato si raccomanda per la maestria nell’uso del veneto che, sulla scorta della lezione di Luigi Meneghello, è la lingua naturale che vibra di sensazioni e dunque restituisce in maniera genuina il nostro vissuto quotidiano. L’irresistibile ironia stimola ad una più ampia riflessione su tematiche impegnative, quali la diversità ed i pregiudizi.

SEGNALATO

RA07 SCARPE ROSSENel sorprendente sviluppo narrativo, a partire dalla ripetitività delle azioni quotidiane,

la protagonista cerca orizzonti di senso, proiettando nel tempo e nello spazio intenzioni, vissuti, emozioni. Significativi il ritmo, l’espressività dello stile e la struttura del racconto.

 

POESIE

PA06 ANCORALa poesia esprime con semplicità, leggerezza ed intensità il desiderio di incontro, contatto ed affettuosa presenza che sono mancati durante il lockdown. Leggendola rimane sospesa, seppure per un momento, la sensazione della perdita.

PA03 CERCANDO MARIA TRA I NAVIGLI E LE CARTE: La poesia si impone per l’efficacia delle immagini e l’intensità dei versi e delle corrispondenze tra ricordi ed emozioni, tra storia e memoria; una voce che ripercorre, attraverso sonorità a tratti armoniose a tratti dissonanti, momenti di vita e di lotta.

PA07 IL VIRUSLa proposta si segnala per l’accorta rilettura – alla luce degli effetti della pandemia – di versi antichi, semplici ma pieni di sentimento, che rivelano una sorprendente attualità.

Queste dunque le opere segnalate dalla Giuria. Per rendere onore a tutte le opere presentate e per ricordare Fulvio con qualcosa di tangibile, abbiamo deciso, come dicevamo sopra, di organizzare appena sarà possibile un Reading, ma anche di stampare in opuscolo che le raccoglierà tutte e che tutt* potranno avere e conservare.  

Grazie alle persone che hanno partecipato e anche a tutte quelle che avrebbero voluto ma non ce l’hanno fatta. Grazie a tutt* voi che avete seguito questa cosa e un abbraccio a chi ha conosciuto e voluto bene a Fulvio.

Il comitato promotore, Grupppo Padova Centro di CCP. 

Cartella con tutte le opere

 

Padova riparte dalla Cultura? A due mesi dalla mozione, un primo bilancio

All’inizio di aprile abbiamo consegnato, come Gruppo di lavoro Cultura di Coalizione Civica per Padova, sedici proposte all’Assessore alla Cultura, Andrea Colasio, e al Sindaco, Sergio Giordani, come spunti concreti per stimolare la ripresa delle attività culturali e sostenere gli operatori e le operatrici della cultura, in gravissime difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Successivamente, a partire dalle stesse proposte, abbiamo aperto la discussione in un dibattito pubblico, coinvolgendo il maggior numero possibile di operatori culturali, dapprima contattati via social e poi invitati a due assemblee aperte, domenica 26 aprile e giovedì 30 aprile. Ne sono emerse nuove idee e ulteriori proposte, che hanno integrato il nostro documento iniziale.

Giovedì 7 maggio, nel corso di un’ulteriore assemblea pubblica, abbiamo avuto un articolato confronto con l’Amministrazione, a proposito delle misure più urgenti da prendere sulla cultura a Padova. Con noi c’erano l’Assessore alla Cultura, Andrea Colasio, il Vicesindaco, Arturo Lorenzoni, l’Assessora al Verde ed Ambiente, Chiara Gallani, e la Presidente della Commissione Cultura, Daniela Ruffini.

Agli incontri pubblici hanno partecipato stabilmente, oltre a cittadini interessati a una cultura viva e diffusa, più di cento operatori e operatici della cultura; via streaming li hanno seguiti quasi duemila persone, trasformando le proposte in un patrimonio condiviso, ampio e trasversale.

Il 25 maggio, dopo due passaggi in Commissione Cultura, questo patrimonio è diventato una mozione consiliare di indirizzo, “Padova rinasce dalla cultura”, votata all’unanimità da tutti i consiglieri. Si chiede che l’Amministrazione si impegni a superare il momento critico attraverso una programmazione culturale, che metta in rete le realtà esistenti, interessi diversi spazi urbani, offra visibilità e uguali opportunità alle varie professionalità della cultura, valorizzi il patrimonio culturale cittadino in chiave di sviluppo sociale a lungo termine e non soltanto in chiave turistica a breve termine.

Dopo tre mesi dall’inizio del percorso e quasi due dall’approvazione della mozione, è il momento di fare un primo bilancio.

Il primo, importante risultato è stato raggiunto grazie all’impegno di tutta la Giunta, e in particolare degli assessori alla Cultura, allo Sport, al Commercio e al Verde, sentite le Consulte: superando le difficoltà amministrative e riducendo al minimo le tempistiche della burocrazia, il 15 giugno è partito il progetto “Spazi Aperti”, che ha messo a disposizione per attività culturali e ricreative quasi centocinquanta spazi pubblici del Comune di Padova, in gran parte aree verdi, con concessione semplificata e costi sensibilmente diminuiti.

Nel frattempo, il Gruppo cultura di Coalizione Civica ha mantenuto un’interlocuzione costante con l’assessore Colasio, con il quale sono stati attivati due percorsi nel tentativo di concretizzare altrettante proposte esplicitate nella mozione: la prima è l’istituzione di un Fondo di solidarietà a regia comunale, con l’obiettivo di raccogliere fondi privati da destinare a progetti culturali innovativi e di qualità, e dunque di sostenere e incentivare la produzione culturale in città. La seconda è la costruzione di un sito web (o l’arricchimento e l’integrazione di siti ufficiali esistenti), che contenga e diffonda tutte le offerte culturali della città, dal singolo evento serale alle proposte delle biblioteche di quartiere, dai laboratori didattici rivolti ai bambini negli spazi museali alle iniziative dedicate alle persone con disabilità, in modo che gli enti che erogano i servizi possano contare su una comunicazione diffusa e i fruitori possano venire a conoscenza delle numerose offerte, diverse per contenuti e per spazi impiegati.

Nelle prossime settimane continueremo a lavorare per la messa in atto di questi punti, valuteremo gli avanzamenti registrati e ne daremo conto pubblicamente.

Ad oggi, tuttavia, restano ancora da avviare i percorsi idonei a sviluppare alcune proposte espresse nella mozione, che riteniamo essenziali per un cambio di passo nel segno di una programmazione culturale condivisa e di pari opportunità verso tutte le realtà capaci di offrire contenuti di qualità.
Il più urgente ci appare la convocazione del Tavolo tecnico istituzionale a regia comunale, cui far sedere tutti i rappresentanti dei diversi settori culturali presenti in città, compresi quelli delle associazioni e delle piccole realtà che contribuiscono in maniera decisiva al tessuto connettivo culturale della città, con lo scopo, nell’immediato, di unire le forze per superare la crisi in atto e, nel futuro, di raggiungere il massimo coordinamento auspicabile tra i diversi settori dell’Amministrazione, e tra questa e gli altri attori culturali in città, per una fruttuosa messa in rete delle risorse e dell’offerta culturale e l’attivazione del virtuoso meccanismo dell’economia di rete.

Uno specifico punto della mozione, inoltre, fa riferimento all’opportunità di reindirizzare i fondi disponibili per la cultura nel bilancio comunale, soprattutto in questa fase di estrema emergenza per gli operatori del settore, non tanto ai “grandi eventi”, quanto a iniziative plurali anche di piccola e media grandezza e diffuse su tutto il territorio.

Apprendiamo tuttavia in questi giorni di una serie di iniziative che non sembrano segnare alcuna soluzione di continuità rispetto al passato, come il finanziamento per più di 700000 euro dei progetti “Castello festival” e “Girovagarte”; lo stanziamento di 1,3 mln per il rilancio turistico della città, secondo criteri rivolti più ad attrarre un turismo di massa che all’incentivo di un turismo di qualità e di prossimità, come invece auspicato nella stessa mozione; la revoca della proroga della mostra su Belzoni, con ricadute negative sugli operatori culturali già in crisi a causa dell’emergenza sanitaria, in favore del recupero di una “grande mostra”, che promette ancora una volta indotto di massa più che offerta culturale di qualità.

Come Gruppo di lavoro Cultura di CCP, continueremo a vigilare sull’attivazione dei percorsi necessari per la concretizzazione delle proposte espresse nella mozione consiliare del 25 maggio e chiameremo l’Amministrazione a un nuovo confronto pubblico dopo l’estate, per condividere lo stato di avanzamento dei lavori.

Pur nella piena consapevolezza dei tempi tecnici dell’azione amministrativa e del quadro generale di scarsità di fondi, riteniamo che la situazione emergenziale, in cui versa il settore culturale a Padova, necessiti di risposte veloci e decise, e vada affrontata con la chiara e ferma volontà politica di evitare la disgregazione e la perdita della ricchezza e della varietà culturale che caratterizza la nostra città. Lo stato dell’arte ci pare, invece, insoddisfacente.

Per superare la crisi è necessario un lavoro di squadra, per il quale siamo e saremo sempre disponibili, che metta in campo diverse competenze, permetta il reperimento delle necessarie risorse economiche, giunga a provvedimenti strutturali di breve e lungo periodo per valorizzare il ruolo fondamentale degli operatori e delle operatrici della cultura e delle associazioni, il cui lavoro è preziosissimo per il rilancio e la diffusione delle attività culturali.

Padova, 18 luglio 2020

Il Gruppo di lavoro Cultura – Coalizione Civica per Padova

Progetto #SPAZIAPERTI

 

Una nuova iniziativa a cui sta lavorando la Giunta, su spinta dalla nostra Assessora al Verde Chiara Gallani, a partire dal documento “La Padova di Domani” ed anche in seguito alla Mozione consiliare “Padova rinasce dalla Cultura” sta per prendere forma e speriamo al più presto il via.

Il progetto #SPAZIAPERTI si propone di:

  1. Favorire la socialità nella ripresa post Covid, in sicurezza;
  2. Permettere ad associazioni (culturali, sportive, sociali, etc), cittadini ed esercizi commerciali di ripartire mettendo a disposizione le loro competenze;
  3. Coinvolgere tutti gli attori possibili, in modo che la città torni a mostrare il suo volto
  4. Individuare soluzioni possibili per attività di aggregazione estive per i ragazzi

Attraverso un tavolo tecnico intersettoriale si propone di:

  • Mappare gli spazi utilizzabili (verde, quartieri, spazi chiusi etc) e le attività praticabili, in modo da creare una sorta di griglia di disponibilità sia per le attività sia per la somministrazione di bevande e alimenti.
  • Operare una chiamata per mappare spazi privati eventualmente disponibili (parrocchie, istituti religiosi, case e giardini privati etc)
  • Chiamare all’azione cittadini, associazioni e esercizi pubblici senza plateatico che vogliano usare questi spazi per programmare le attività nel periodo estivo
  • Mappare i servizi e i beni che il Comune può mettere a disposizione gratuitamente

Linee guida – proposta:

  • Gratuità degli spazi; priorità, per le attività di somministrazione, a chi non ha plateatico
  • Semplificazione procedure burocratiche per realizzare le attività;
  • Introduzione criterio di priorità ai soggetti che presentano la proposta mettendosi in aggregazione
  • Possibilità di presentare proposte di attività sia gratuite che a pagamento

Sulle tracce di Ippolito Nievo

Gli incontri online

della Sede Pensante di Coalizione Civica per Padova

 

Venerdì 12 Giugno h. 18

Sulle tracce di Ippolito Nievo:

da Padova al Veneto Orientale

“In verità io non sono a rigor di termine né di Mantova, né di Padova, né del Friuli”, scriveva Ippolito Nievo sulla rivista “Il caffè”, marcando in realtà proprio in questo modo le sue effettive radici biografiche. Lo scrittore, giornalista e patriota in effetti non appartiene ai suoi luoghi, semmai sono i luoghi ad appartenergli. Ma se definire la sua appartenenza territoriale è un esercizio complicato, sia per i continui spostamenti di cui è costellata la sua vita, sia per la sua adesione elettiva piuttosto a un’identità italiana sovra-regionale, i suoi stretti legami con la città natale, appunto Padova, e il territorio al confine tra Veneto e Friuli, dove gravitava la famiglia materna, sono fatti incontrovertibili.

Nell’incontro Attilio Motta (professore associato di Letteratura Italiana dell’Università di Padova, autore di “Ippolito Nievo: scritti politici e d’attualità”) e Sergio Frigo (Giornalista, scrittore, promotore culturale, autore di “I luoghi degli scrittori veneti”) proporranno una escursione virtuale a due voci proprio tra questi due poli letterari, biografici e geografici, andando a riscoprire i luoghi in cui l’autore delle “Confessioni d’un italiano” visse, si formò e si ispirò per scrivere le sue opere, lasciandone descrizioni acute, profonde, ironiche o decisamente critiche, ma sempre segnate da profonda partecipazione affettiva.

 

Link Zoom per la partecipazione all’incontro:

 

https://us02web.zoom.us/j/86385811625

 

Arte, politica, cultura:continua il nostro impegno per una cittadinanza attiva e solidale

 

Il meeting sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook di Coalizione Civica per Padova

16 + molte proposte per la Cultura a Padova, il percorso prosegue.

Il link degli incontri è sempre: https://bit.ly/16proposte

 

Giovedì scorso abbiamo avuto un articolato confronto pubblico con l’Amministrazione, a proposito delle prime azioni urgenti sulla cultura a Padova, come raccolte nelle proposte che abbiamo messo da tempo in pubblica discussione. 

C’erano l’Assessore alla Cultura, Andrea Colasio, a cui si sono uniti anche il Vicesindaco, Arturo Lorenzoni, l’Assessora al Verde ed Ambiente, Chiara Gallani, e la Presidente della Commissione Cultura, Daniela Ruffini.
Soprattutto, c’erano più di 80 persone presenti su zoom, lavoratori e lavoratrici della cultura, esercenti di sale cinematografiche e tecnici, universitari ed organizzatori di concerti, teatranti ed animatori di locali di spettacolo dal vivo, lavoratori dei servizi educativi dei musei e pittori.
Ed stato un incontro autenticamente pubblico – l’hanno seguito complessivamente duemila persone, delle quasi cinquemila raggiunte dalla diretta facebook – ed i cui atti restano pubblici: potete rivedere la diretta a questo link. 

 


C’è ancora molta strada da fare, e faticosa; soprattutto per quanto riguarda i lavoratori delle arti dal vivo, e delle arti di aggregazione, il panorama in città resta confuso. E le proposte su musei e biblioteche devono trovare gambe, come quella sulla valorizzazione del beni culturali in città con percorsi dal vivo. Senza dimenticare, almeno per un altro pò, le  offerte culturali a distanza, con una comunicazione in rete che raggiunga in modo efficace i cittadini.

E’ però per noi molto importante che un elaborazione frutto dell’incontro di decine di lavoratori e lavoratrici della cultura abbia trovato ascolto, in modo aperto, trasparente e pubblico con chi governa la città e con chi ne definisce l’indirizzo politico. Abbiamo registrato l’importante disponibilità all’annullamento delle imposte per l’uso del suolo pubblico del nostro periodo, come quella  di venire incontro alla nostra proposta per un uso reinventato dei parchi pubblici, in un quadro generale di disponibilità all’ascolto in questa situazione difficile. 

L’assemblea è stata ricca di moltissimi altri stimoli, che sintetizzeremo e restituiremo nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, il percorso continua, e ci diamo appuntamento per un approfondimento del lavoro dei tavoli venerdì prossimo, 15 maggio, alle ore 21