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Primo riconoscimento di “Uso Civico” della sala comunale di via Pinelli

Primo riconoscimento di “Uso Civico” della sala comunale di via Pinelli

La prima “Dichiarazione di Uso Civico” prevista dal Regolamento dei Beni Comuni di Padova nasce nel Quartiere Sud in zona Crocefisso grazie all’azione congiunta di alcune associazioni e cittadini residenti nella zona che hanno reso fruibile una sala comunale chiusa da anni, inizialmente proponendo attività di coinvolgimento degli abitanti della zona e successivamente facendosi riconoscere quale realtà di quartiere.

Dopo un lungo periodo di confronto tra amministrazione, associazioni e cittadinanza attiva nella sala comunale di via Pinelli nasce SPAZIO ALLEGRO, una nuova forma di collaborazione tra Comune e realtà sociali per dare energia nuova alla partecipazione. Un luogo neutrale, dove fare pratica di educazione all’inclusione e scambio di esperienze.

Come Coalizione Civica per Padova abbiamo fortemente voluto e promosso l’approvazione del Regolamento dei Beni Comuni a cui hanno lavorato per lungo tempo il gruppo di lavoro “Beni Comuni” e Marta Nalin, allora assessora alla partecipazione e ora consigliera comunale, con l’obiettivo di far nascere proprio esperienze partecipative di gestione di beni comuni con scopi aggregativi, sociali e culturali.

Prevedere lo strumento della Dichiarazione di Uso Civico da parte di una Comunità di Riferimento, oltre al più utilizzato Patto di Collaborazione, ha dato corpo alla volontà di riconoscere le aggregazioni che si possono formare spontaneamente attorno a luoghi carichi di significato e cari alla cittadinanza, e ha posto il regolamento di Padova come strumento all’avanguardia in quanto primo regolamento in Italia a prevedere proprio l’uso civico.

Laura Zaratin, Presidente di Coalizione Civica per Padova, dichiara “Non è stato un percorso semplice né veloce, ma riteniamo che il risultato che vediamo oggi con la nascita della prima esperienza di “uso civico” sia la prova che a Padova esistono molte realtà sociali e culturali che possono essere efficacemente supportate da parte del Comune con strumenti innovativi che non “consegnano” lo spazio pubblico ad una singola realtà associativa ma accolgono la dinamicità e favoriscono la collaborazione. Tutto ciò non è finalizzato a produrre reddito, ma a promuovere esperienze sociali e aggregative rivitalizzando luoghi e quartieri. Siamo convintə che a questo primo riconoscimento ne seguiranno altri”.

Marta Nalin, Consigliera Comunale, dichiara: “abbiamo costruito il Regolamento dei Beni Comuni in collaborazione con Francesca Benciolini, partendo dalle tante esperienze esistenti e con la spinta delle realtà del territorio abbiamo inserito il nuovo strumento della Dichiarazione d’uso civico e collettivo. Il risultato a cui arriviamo oggi con il riconoscimento di uso civico per la Sala comunale di via Pinelli dimostra che la nostra visione di Amministrazione condivisa tra persone, associazioni ed ente pubblico è la strada da perseguire anche il futuro. Molti sono ancora i luoghi che hanno bisogno di questa collaborazione per essere restituiti alla città e molte sono le esperienze aggregative che si stanno sperimentando”.

Firmato a Padova il manifesto per arrivare alla realizzazione delle Comunità Energetiche

Sottoscritto in Municipio il Manifesto per la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali “Padova 2030”

Questa mattina (16.01.2023), a Palazzo Moroni, è stato sottoscritto il Manifesto per la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali “Padova 2030”, promosso dal Comune di Padova e dall’Assessore all’ambiente Andrea Ragona.
Il Manifesto vede la firma di diversi Enti e Associazioni del territorio, che si impegnano reciprocamente nella realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (CERS), e ha tra gli altri l’obiettivo di istituire un tavolo tecnico, coordinato dall’Ufficio Energy Manager del Comune, che rappresenti gli enti aderenti nelle varie interlocuzioni che saranno necessarie per gli approfondimenti scientifici e per le interlocuzioni con le autorità competenti in materia di regolazione dell’energia.
Il Manifesto firmato (…) sancisce l’inizio di un lavoro tra Enti e Istituzioni del territorio per la costituzione delle CERS padovane. Se oggi la normativa non è ancora completamente chiara e si è in attesa di ulteriori decreti, il fine è quello di essere pronti nel territorio quando sarà definito il quadro normativo.
Con la creazione di una Comunità Energetica persone, enti e aziende del territorio si uniscono per la produzione di energia attraverso impianti fotovoltaici. Una volta individuato il luogo dove installare gli impianti, molti soggetti potranno attingere per l’utilizzo dell’energia non consumata. Una modalità che non solo tutela l’ambiente, ma si pone nel solco della lotta alla povertà energetica, una delle grandi sfide del futuro.

L’assessore all’ambiente Andrea Ragona commenta: «Il Manifesto sottoscritto oggi è il primo passo verso la costituzione delle CERS nella nostra città. Abbiamo scelto di farlo costruendo una rete tra tutti i soggetti istituzionali e gli enti della città perché gli obiettivi che ci poniamo sono molto ambiziosi e solo lavorando insieme si possono ottenere grandi risultati. Padova è stata scelta dall’Unione Eurpea come una delle cento città che dovrà ottenere la neutralità climatica entro il 2030: la costituzione delle CERS è un tassello fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. Infatti parliamo di uno strumento che non solo ci permette di portare avanti processi di innovazione sociale e innescare profondi cambiamenti, ma anche di ridurre molto le emissioni inquinanti. Giustizia sociale e giustizia ambientale, grazie anche all’aumento di consapevolezza in termini di consumo e produzione dell’energia.
Abbiamo molte sollecitazioni in merito da parte di cittadini, così come abbiamo molti spazi che si prestano all’installazione di impianti, penso ad esempio ai tetti della zona industriale, ora serve definire i passi concreti per la realizzazione di questo importante passo verso un futuro più sostenibile.»

Francesca da Porto, prorettrice alla Sostenibilità dell’Università degli Studi di Padova: «Per noi la sottoscrizione di questo Manifesto è strategica. (…)  Inoltre l’impegno sui temi della sostenibilità si manifesta nelle politiche del nostro piano energetico e nelle azioni mirate alla transizione ecologica e alla riduzione delle emissioni, quindi ben venga un coinvolgimento dell’Ateneo non solo per le sue forti competenze, ma anche nell’implementazione pratica di queste iniziative.»

Roberto Crosta, segretario generale della Camera di Commercio di Padova: «Il lavoro promosso dal Comune di Padova, (…) è importantissimo. Ora è tempo di passare ai fatti concreti e come camera di Commercio aderiamo con profondo interesse, anche per perseguire uno degli obiettivi strategici del sistema nazionale delle Camere di Commercio, ovvero la promozione delle comunità energetiche e l’utilizzo di fonti rinnovabili. (…) e su questo siamo a disposizione non da soli ma con la rete delle associazioni di categoria.»

Enrico Del Sole, Vicepresidente Confindustria Veneto Est: «Apprezziamo molto l’iniziativa (…), un messaggio che va anche oltre i confini amministrativi e diventa un esempio anche per altri territori. (…) La CER ha anche un indubbio valore sociale consentendo di mettere in rete energia a costi ridotti a favore di edifici pubblici (scuole, palestre, ospedali, etc.) che offrono servizi essenziali alla comunità e a tutti i cittadini che vorranno partecipare alla stessa Comunità Energetica. Padova può quindi diventare protagonista nei processi di decarbonizzazione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si è data con il progetto Padova Carbon Neutral 2030. (…)».

Jonathan Morello, presidente di Confapi: « Le CERS oggi sono una sfida per la nascita di un modello di condivisione dell’energia. La zona industriale, con tutti suoi capannoni e tetti, può diventare attore protagonista di questa iniziativa e per farlo è necessario avere certezza e chiarezza, quindi ben vengano iniziative come questo tavolo tecnico, (…)»

Paolo Bettella, presidente di UPA Confartigianato: « (…) questo percorso rappresenta un’opportunità per tutti i piccoli artigiani e anche per tutti gli installatori di impianti del territorio, che non potranno altro che beneficiare di un circolo virtuoso che si andrà a creare con la realizzazione di una o più Comunità Energetiche nella nostra città.»

Luca Marcon, Presidente CSV di Padova e Rovigo: «Il Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo aderisce e sottoscrive il Manifesto (…). Le CER – comunità energetiche rinnovabili e solidali – sono esperienze di attivismo in ambito energetico, già molto diffuse in Europa, fondamentali per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 in maniera condivisa e partecipata.

Il CSV di Padova e Rovigo ritiene che le Comunità energetiche rinnovabili rappresentino un’opportunità formidabile a patto che vengano valorizzati gli elementi comunitari e di attivismo civico ben espressi nel Manifesto e (…) posto l’accento sull’importanza delle CERS per combattere la povertà energetica, grande preoccupazione del mondo del volontariato.

Matteo Mascia, per AsVeSs, associazione veneta per lo sviluppo sostenibile: «Il nostro obiettivo è quello di portare una metodologia di lavoro basata su obiettivi, indicatori e monitoraggio, così come la grande attenzione al tema della solidarietà. Le CER sono fondamentale strumento di innovazione sociale oltre che di innovazione tecnica, tassello fondamentale per la grande sfida di Padova 2030.»

Qui il servizio televisivo su TGR

Qui l’articolo di Padova Oggi sull’argomento

Qui il testo completo dell’Ufficio Stampa del Comune di Padova

 

Il no di Coalizione Civica per Padova all’auditorium alla Prandina

Il no di Coalizione Civica per Padova all’auditorium alla Prandina

Il clamore delle gesta dei giovani ambientalisti imbrattatori si è già sopito. La discussione seguita al lancio di colore lavabile si è concentrata sullo scempio di un gesto quasi innocuo senza che ci sia stato un momento di riflessione critica sulle scelte, tutt’altro che innocue, che il nostro modello economico continua a dettare. Insomma l’ambiente può aspettare, adesso non è il momento. La prossima COP verrà presieduta da un petroliere: non è uno scherzo. E noi? Nel nostro giardino di casa?

Abbiamo vinto le scorse elezioni amministrative con un programma sensibile all’ambiente e alla crisi climatica, ma quando si tratta di essere coerenti viene servita la bella trovata dell’auditorium alla Prandina, con tanto di parcheggio interrato. Insomma, il contrario di quel che si dovrebbe fare.  Non solo perché l’area è in centro storico, ma soprattutto perché tutte le moderne politiche di mobilità prevedono lo spostamento dalla mobilità privata verso quella pubblica con lo scopo di ridurre congestione, rendere le città più vivibili e salvaguardare la salute di tutti i cittadini, senza nasconderci anche che città meno congestionate diventano una attrattiva per i negozi e quindi il commercio.

Sappiamo che nel 2026 è prevista la realizzazione della linea del tram SIR2 che renderebbe di fatto inutile un nuovo parcheggio in centro storico.

A nobilitare l’operazione non può bastare il pregevole progetto di dare alla città un auditorium per la musica. Tale nuova proposta per l’area dell’ex caserma Prandina ci sembra quanto meno non tener conto dei risultati del percorso partecipato di Agenda 21, svoltosi nel 2019 e da cui erano uscite precise indicazioni sulla necessità di avere un ampio spazio verde in centro storico in cui far convivere attività artistiche e associative, commercio di vicinato prevedendo esclusivamente la riqualificazione e recupero degli edifici storici esistenti. Sicuramente non un parcheggio interrato che andrebbe a modificare irrimediabilmente l’assetto idrogeologico ed ecologico dell’intera area. Nel progetto di Amo Padova poi c’è ben poco di verde:a guardare i disegni di verde fruibile ne rimane ben poco: altro che auditorium nel verde!

Coalizione Civica per Padova non ci sta. Non è per questo che ha scelto di fare parte di questa maggioranza rinunciando ad una corsa autonoma con una propria candidatura. Il momento di dimostrare la propria coerenza  è adesso, facendo scelte condivise sia all’interno dell’amministrazione che con la città, non certo con una proposta estemporanea.

Esistono molte alternative percorribili, molte delle quali nel solco, questo sì nobile, della rigenerazione urbana di cui la nostra città ha estremamente bisogno, con l’obiettivo di riqualificare un’area rendendola fruibile a tutti e non contrapponendo la logica dello “sviluppo”, concetto ormai superato. Si può pensare in grande attuando progetti che mirino a dare valore alle realtà sociali del territorio, alle persone, alla qualità della vita. E lo dimostrano molti progetti urbanistici di rigenerazione urbana realizzati a livello internazionale ed alcuni anche in Italia.

Pensiamo quindi che il Piano degli Interventi coordinato dall’Arch. Boeri, di prossima approvazione, debba confermare la previsione ad area verde di questa importante parte del centro storico della città e puntare, come già annunciato, al consumo di suolo zero non come slogan puntualmente disatteso da quanto poi realizzato, ma come linea guida di tutto il futuro operato dell’amministrazione comunale.

Padova, 15.01.2023

GIÙ LE MANI DALL’OSPEDALE SANT’ANTONIO

GIÙ LE MANI DALL’OSPEDALE SANT’ANTONIO

[dal post di Marta Nalin]:
Questa mattina ci siamo trovatə davanti all’ospedale Sant’Antonio, che quest’anno perde un altro pezzo dell’offerta sanitaria per la città. Si tratta del servizio di Farmacia che tra l’altro distribuisce direttamente i farmaci per le persone con malattiale croniche e quelli a costo elevato per terapie particolari, che non esisterà più e sarà trasferito al presidio ospedaliero di Piove di Sacco.
Temevamo sarebbe successo e con noi le diverse realtà che si occupano della salute della cittadinanza, quando con Sindacə e Assessorə anche degli altri Comuni abbiamo interrogato Ulss, Azienda ospedaliera e Regione sulle conseguenze della loro decisione di passare il S.Antonio all’Azienda Ospedale – Università.
Ci era stato risposto che per le persone nulla sarebbe cambiato. E invece da quel giorno abbiamo assistito al continuo impoverimento dei servizi in quello che era l’Ospedale del territorio.
Tale scelta fa ancora più rabbia oggi dopo la tragica esperienza della pandemia.
Speriamo che partano presto i lavori della Commissione speciale Salute del Comune di Padova e con il sostegno alle realtà della città anche come Coalizione Civica per Padova continuiamo a presidiare e a denunciare le scelte scellerate della Regione sulla nostra pelle.

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QUALE CULTURA PER IL FUTURO DI PADOVA?

QUALE CULTURA PER IL FUTURO DI PADOVA?

[dal post di Chiara Gallani]:
Ieri sera la prima assemblea di una rete del mondo del lavoro della cultura e dello spettacolo che durante la pandemia ha sofferto in maniera acuta e ha avuto modo di considerare i punti critici del settore, mettere a fuoco in quali direzioni è necessario agire e immaginare come organizzarsi.
A livello nazionale, regionale e comunale.
Una rete che vuole allargarsi e che ha presentato un documento aperto, con direzione pragmatica e con la volontà di contribuire fattivamente allo sviluppo sano, sostenibile, economicamente trasparente del settore.
Con Marta Nalin come consigliere comunali, con il nostro uditore in Commissione consiliare Mattia Galdiolo e attiviste e attivisti di Coalizione Civica per Padova siamo a disposizione del percorso.

 

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L’AREA DELL’EX CASERMA PRANDINA: UN PARCO URBANO

L’AREA DELL’EX CASERMA #PRANDINA: UN PARCO URBANO

 

In questi giorni è stata rilanciata sulla stampa la proposta del Sindaco (definita sogno!) di realizzare nell’area un auditorium da 1000 posti, immerso in un parco e servito da un parcheggio interrato.
La stampa locale ha ripreso erroneamente la notizia trasformando i mille posti a sedere dell’auditorium in 1000 posti auto, idea che riprende quella avanzata in più occasioni dall’Associazione “Amo Padova”.
Benché l’equivoco sia stato immediatamente chiarito da Andrea Ragona (qui link al post), vogliamo sottolineare che le due comunicazioni di cui sopra vanno in netto contrasto sia con la normativa urbanistica per l’area che con i risultati del percorso partecipato di #Agenda21, che aveva proposto la realizzazione di un parco urbano collegato al Parco delle Mura e delle Acque rigenerando l’intera area e prevedendo attività sociali, culturali e commerciali di vicinato, utilizzando e riqualificando gli edifici storici e tutelati, per rendere l’area vitale (https://www.padovanet.it/…/percorso-partecipato-di…).
La proposta di un parcheggio da mille posti (interrato o meno) andrebbe a modificare radicalmente l’area e il suo equilibrio ecologico, e determinerebbe delle strutture non reversibili a grande impatto per tutta la zona. Tra l’altro nella zona è prevista la linea del tram #SIR2, prevista in funzione entro il 2026, che renderebbe di fatto inutile un nuovo parcheggio in centro storico. Tra l’altro il progetto relativo all’area Prandina, non essendo ancora stato formulato se non come pura ipotesi, di sicuro non sarà realizzato prima dell’entrata in funzione della linea SIR2.
L’idea di Giordani e di Amo Padova propone di fatto una visione superata di città, basata su grandi opere, su nuova cementificazione e non sulla rigenerazione urbana come strumento per rivitalizzare la città, attività prioritarie in una zona di particolare pregio come il centro storico che vive già molti problemi di congestione da traffico, inquinamento atmosferico, pochi spazi verdi collettivi.
Laura Zaratin – Presidente di Coalizione Civica per Padova – dichiara: “Riteniamo che sia necessario partire presto con la progettazione dell’area in un’ottica di rigenerazione e riqualificazione urbana tenendo conto di quanto uscito dal percorso di Agenda 21, proponendo un progetto che faccia della sostenibilità il fulcro della proposta: in tal modo sarebbe possibile accedere anche a finanziamenti #PNRR, europei o nazionali. Per quanto attiene alle modalità tecniche di affidamento dell’incarico di progettazione, riteniamo che debba essere data la possibilità a professionisti locali, magari giovani, di poter presentare proposte, non rivolgendosi necessariamente a grandi studi internazionali”.

SUL NUOVO PRESIDIO DI POLIZIA IN PIAZZA GASPAROTTO

SUL NUOVO PRESIDIO DI POLIZIA IN PIAZZA GASPAROTTO

Apprendiamo dai giornali la notizia che, a partire dalla metà di gennaio, verrà aperto in #piazzagasparotto un nuovo presidio di Polizia, ospitato all’interno degli spazi dei Servizi Sociali.

Da anni ormai in questa piazza si è cominciato un lavoro, in sinergia tra le realtà e le associazioni, che sperimenta percorsi per affrontare il tema del disagio e della marginalità sociale. Questo lavoro si esprime nella piazza con un progetto di #rigenerazioneurbana, caratterizzato dalla centralità data ai temi della cura, della mediazione e dell’inclusione e attraverso forme di #aggregazione e #socialità che non affrontano quella situazione con forme e misure securitarie.

Pratiche innovative e alternative che provano in maniera radicale (nel senso di andare alle radici delle questioni) e con competenza, ad affrontare le problematiche e le contraddizioni presenti in un particolare luogo della nostra città e a costruire, in primis per le persone che quei problemi li soffrono, una prospettiva diversa.
Questo lavoro è stato avviato in questi anni a partire dalla costruzione di un rapporto con le realtà che vivono la piazza, in collaborazione con l’Amministrazione comunale. L’apertura di alcuni uffici del Settore Politiche Sociali proprio all’interno degli edifici presenti in Piazza Gasparotto e di proprietà del Comune, è stato il segno tangibile di questo lavoro sinergico. Si è insomma deciso, con tutte le difficoltà del caso, di dare risposte sociali a problematiche sociali.
Oggi ci sentiamo un po’ smarriti, perché tutto questo avviene (e purtroppo non è la prima volta in questi ultimi mesi…) senza il coinvolgimento degli attori che presidiano quello spazio. Persone e realtà associative che si prendono cura della piazza e di chi la attraversa. Persone e realtà che l’Amministrazione, e le istituzioni coinvolte, si sono limitate ad avvisare a decisioni prese.

Questo è un metodo che non condividiamo. Conosciamo tutte le difficoltà che appartengono a quella zona della nostra città, ma rimaniamo convinti che la sola soluzione che, per quanto complessa e lunga da praticare, meriti di essere sostenuta, sia quella che era stata iniziata in forma condivisa con le realtà di piazza Gasparotto. Non sono utili facili scorciatoie che rischiano di essere solo “spot securitari” e che (come abbiamo già più volte verificato) non risolvono alcun problema, ma semplicemente lo fanno spostare in qualche altra parte della città, e poi ci penseremo…

Il Coordinamento Politico

di Coalizione Civica per Padova

LA RELAZIONE ANNUALE DEL GARANTE DEI DETENUTI AL CONSIGLIO COMUNALE

LA RELAZIONE ANNUALE DEL GARANTE DEI DETENUTI AL CONSIGLIO COMUNALE

Alcuni estratti:

I colloqui svolti (dal Garante Antonio Bincoletto) dal 1°di gennaio al 4 di dicembre 2022 coi detenuti sono stati 342, 309 in Casa di reclusione e 33 nel Carcere circondariale. Per colloqui si intende che i detenuti hanno fatto richiesta di incontrarlo, per sottoporlo a problemi specifici. E lui c’è andato ed ha ascoltato.

«L’anno di attività – ha spiegato dottor Antonio Bincoletto – che si sta concludendo ha confermato quanto complessa sia la realtà carceraria e quanto lavoro si richieda a chi, come un Garante territoriale, si trova ad interfacciarvisi quotidianamente, operando all’interno di essa in ambito extragiurisdizionale e in forma autonoma e indipendente. Il quadro generale pandemico non ha certo facilitato l’espletazione dell’incarico assunto, anche se il 2022 ha visto la chiusura della fase dell’emergenza covid e la ripresa della presenza dei volontari in carcere grazie alla campagna vaccinale che ha coinvolto la quasi totalità della popolazione ristretta. La condizione di supplementare isolamento vissuta per due anni dai reclusi e di frustrazione per chi opera e si occupa dei vari progetti in carcere, assieme alle carenze strutturali e endemiche, hanno comunque accentuato le criticità presenti e lasciato un segno evidente nel malessere diffuso fra la popolazione reclusa e fra gli operatori. L’incremento impressionante degli atti di autolesionismo e suicidiari nel carcere ne è sicuramente un sintomo».

«Il nostro territorio si trova dunque a doversi far carico in qualche misura sia di chi è recluso, sia di chi sta scontando pene alternative al carcere, sia di chi viene scarcerato per fine pena e che spesso si trova privo di mezzi e di riferimenti all’esterno. È importante non scordarsi di queste realtà se si vuole garantire alla nostra città una maggior sicurezza, essendo consapevoli che solo se si sarà in grado di accompagnare queste persone nella ricerca di una collocazione sociale regolare si darà loro la possibilità concreta, una volta scontata la pena, di rientrare in una vita sociale onesta e di non cadere nella recidiva».

https://www.padovaoggi.it/attualita/garante-detenuti-consiglio-comunale-carcere-atti-autolesionisti-padova-12-dicembre-2022.html

MA QUANDO TORNO A PADOVA… TROVERÒ CASA?

MA QUANDO TORNO A PADOVA… TROVERÒ CASA?

Poche sere fa, il 5 dicembre ’22, si è svolto il primo degli incontri sull’abitare a Padova, organizzati dal Gruppo di Lavoro Bilancio di Coalizione Civica, a Palazzo Moroni.

Relatrici Carlotta Caciagli, dottoressa di ricerca in sociologia e scienza politica presso la Scuola Normale Superiore, esperta di politiche abitative e movimenti sociali, e Marta Nalin, capogruppo in consiglio comunale per CCP, ex-assessora.

Moderatore dell’incontro Paolo Roberti.

Qui il link alla videoregistrazione dell’incontro: https://fb.watch/heKXlV1vHm/

E’ stato il primo di una serie di incontri, nei quali si cercherà di introdurre una più ampia traversata delle questioni intorno all’abitare: gli affitti brevi (Airbnb), l’edilizia popolare e i suoi fallimenti, gli appartamenti sfitti e cosa può fare il Comune per incentivarne l’utilizzo, la sistematica esclusione dai contratti di affitto di chi viene percepito come diverso, l’aumento della popolazione universitaria e le carenti politiche della Regione Veneto nella fornitura di alloggi per studenti.

L’obiettivo è costruire, insieme ad associazioni e sindacati (alcune già presenti al primo incontro), una proposta organica per un cambio radicale della qualità dell’abitare a Padova e renderlo, in ogni sua accezione, inclusivo.

 

119 ALBERI SENZA DIRITTO DI PAROLA

È notizia di stamattina all’alba: avviato dal settore Lavori Pubblici il taglio degli alberi che costeggiavano via Friburgo, nonostante le dichiarazioni in merito alla volontà di ridiscutere il progetto da parte del settore e dell’assessore Andrea Micalizzi dopo la raccolta di oltre 32mila firme di cittadini contrari a questo scempio e ribadite in sede di risposta alla interrogazione fatta in Consiglio comunale da Chiara Gallani. Dovevano essere convocate la quinta e l’ottava commissione consiliare, Infrastrutture e Ambiente, in seduta congiunta per discutere democraticamente, esaminare il progetto, formulare un parere sulla necessità o meno di abbattere ben 119 alberi per far posto a delle barriere antirumore costruite su un terrapieno.

Tutto questo, la contrarietà di tant* cittadin*, il valore delle alberature di alto fusto per proteggerci dall’inquinamento e anche dal rumore, perché di fatto gli alberi costituivano essi stessi una efficace barriera rispetto al rumore del traffico, viene oggi schiacciato sotto le ruspe, con una fretta della quale chiediamo a gran voce le vere motivazioni.

Coalizione Civica per Padova manifesta la sua assoluta contrarietà a questa azione, nel merito e nel metodo: è una decisione che si pone in netto contrasto con il programma della stessa alleanza elettorale che ha sostenuto questo sindaco e questa amministrazione, e soprattutto con tutte le indicazioni scientifiche, programmatiche, metodologiche e partecipative contenute negli atti di indirizzo che sono stati avviati o varati negli scorsi cinque anni (a partire dal nuovo Piano degli Interventi, il Piano del Verde, il Piano di Azioni per l’Energia Sostenibile e il Clima).